La prima volta che ho ascoltato “Lead the Leaders” mi è subito venuto in mente il periodo d’oro dei mixtape, quando i DJ potenti sfornavano quelle cassettine dove davano il meglio sui giradischi per creare qualcosa di magico, qualcosa capace di tenerti incollato allo stereo per tutta la sua durata, qualcosa in grado di portarti da un’altra parte.
Ma ogni volta che lo riascolto, capisco che si spinge anche oltre, che non si limita ad oltrepassare i confini, ma li ridisegna e forse li distrugge per creare un nuova mappa del suono, un’isola libera che fa da porto franco per noi naufraghi da sempre in balia della musica.
Dentro in teoria puoi trovarci tutto: reggae, rap, rock, soul, scratch, funk, dub, strane visioni musicali e varie allucinazioni sonore.
In pratica c’e’ molto di piu’.
Dura un’ora e nove minuti.
E ogni volta che lo riascolto, per tutta quell’ora e nove minuti, riesco finalmente a trovare la mia spiaggia immacolata.
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