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Loop Loona: l’intervista!



 

Loop Loona, calabrese d’origine, è salita alla ribalta nazionale grazie alla sua partecipazione al programma televisivo “Spit”, il contest di freestyle in onda su Mtv ideato da Mastafive. La partecipazione al contest ha portato alla pubblicazione di un singolo, “Tutto chiaro” uscito su BM Records, l’etichetta dello stesso Mastafive. Ma il percorso di Luana, questo il nome all’anagrafe, comincia prima, con le jam di paese, i viaggi in treno, la voglia ed il desiderio di farsi ascoltare. Prima di “Loop Loonatica” l’EP uscito poche settimana fa, Loona pubblica anche “TvElle” (hellzeye records) concept album legato al tema della televisione. Televisione che, come dice lei stessa, “non è la realtà, ma un contenitore”.

Ciao Loona, dove ti disturbo?

Sono a Viterbo, nello studio/casa di Turi. Ho appena finito di registrare un inedito.

Dove potremo ascoltarlo?

Dipende da Luca Gricinella (l’ufficio stampa). Io faccio musica, per il resto non voglio saperne niente! (ride)

Come nasce l’idea di questo EP?

Inizialmente avevo pensato di fare un album, poi abbiamo scelto di fare un EP, che fungesse da biglietto da visita in modo che la gente possa capire chi sono.  Per dare loro un minimo assaggio di Loop Loona, perché i pezzi più forti li abbiamo tenuti per l’album.

Personalmente mi sono avvicinato alla tua musica dietro suggerimento del tuo conterraneo Don Diegoh.

Grande!

Il disco, quindi, quando uscirà?

Nel 2013 ma non posso parlarti di date.

Sempre con BM Records?

No. Con BM ho fatto solo un singolo, che è “Tutto chiaro”. L’EP è uscito su Blackgums Calabria, che praticamente siamo noi, e Propaganda Agency con cui stiamo collaborando.

Quando dici “noi” a chi ti riferisci?

Me, myself and I (ride). Ho coordinato più o meno tutto quanto.

Mi è piaciuto molto il video di “Loop Loonatica”.

L’idea del video è di Turi, la regia è di Antonio Cuda. Io dissi “voglio fare un video ma non vorrei apparire tanto, pensavo di far apparire un’amica.” Lui se ne uscì con “ho un’idea migliore: fallo fare alle signore calabresi!”.

Tu di dove sei esattamente?

La piana di Gioiatauro, in provincia di Reggio. Un paesino di nome Taurianova. Il video invece è stato girato in un paese lì vicino, dove è nata mia madre.

Chi sono le donne del video di “Loop Loonatica”? Che cosa rappresentano per te?

Rappresentano un ideale di donna forte, di persona vera. Delle donne che hanno vissuto, hanno lavorato, legate alla terra, e quindi un ideale di donna che spesso non si vede in tv o nei video, perché non rientra nel canone classico da rispettare. Ovvero quello della donna bella, truccata, giovane, fresca. Quelle sono persone vere, non sono attrici. Non abbiamo fatto un casting. Lo scopo era quello di rappresentare un modello di donna forte cercando di contrastare quella che è l’immagine della donna che vogliono dare i media.

Le conoscevi già queste persone? Come sei riuscita a coinvolgerle?

Sì, le conoscevo già. Sono tutte, comunque, più o meno parenti.

Ah! Ok.

Sono io, capisci? Mi sono messa completamente a nudo.

Ho visto anche il video del backstage, è molto divertente. Si respirava un’atmosfera amichevole.

Ma quello è proprio il minimo di quello che sono in grado di fare quelle donne. Ogni volta che scendo ci facciamo delle grassissime risate. Perché davvero.. ne parlavo l’altra volta con Turi.. secondo me quelle signore hanno una mentalità molto simile a quella dei negri di New York. Quella mentalità rozza ma con quell’ironia, quel senso dell’umorismo particolare.. mi sembra molto “nigga”.

Nell’EP parli delle tue origini arabo/calabresi. Mi puoi dare delle coordinate?

Si, sono calabrese ma ho studiato il mondo arabo e sono stata parecchio tempo là.

Posso chiederti perché?

Per motivi di studio e di lavoro. Mi sono laureata in lingua araba.

Sei riuscita ad avere anche un qualche tipo di approccio con le scene locali, o no?

Poco. Sono stata maggiormente in Siria e nello Yemen, e lì c’è davvero poca scena. In medioriente la maggiore è quella libanese, mentre il nord Africa è pieno di rapper. Tunisia, Marocco, Egitto..medioriente poco. Ho potuto collaborare con alcuni artisti del luogo, ma alla fine non abbiamo concretizzato nulla.

Qual è il tuo primo ricordo hip hop?

E’ stato un concerto. Ero piccolissima, avevo 11 anni , e c’era questa manifestazione chiamata “Slancio Vitale” organizzata dagli Astatici Click. C’erano Speaker Cenzou, Turi e Compari, c’erano writer, gente che ballava.. pensai “che bello! Vorrei far parte di questo mondo”.

Hai provato anche a cimentarti con le altre arti dell’hip hop?

Inizialmente col writing. Solo che per me.. a parte che ero scarsa..

Ahaha! Meno male che qualcuno ogni tanto lo dice!

Dicevo, per me era difficile uscire la notte. Dalle nostre parti, più di una volta mi hanno sgamato. Sapevano che ero io. Quindi casini, gente che ti viene a cercare.. un pomeriggio andammo a dipingere in una scuola, era domenica.. un tizio arrivò con un fucile! Quindi dissi “meglio lasciar perdere”. Facciamo rap.

Chiarissimo. Da uno a dieci quanto ti sei rotta il cazzo della domanda sull’essere una ragazza nella scena italiana?

Dieci.

Perché credi che la gente ti faccia sempre questa domanda? Ho notato che te lo chiedono spesso.

Sempre.

A me pare una domanda un po’ idiota.

Perché ce ne sono poche.. poi anche perché i giornalisti hanno sempre bisogno di attaccarsi a qualcosa, vogliono la notizia.  La notizia è che “è donna”. Anch’io ho fatto per un periodo la giornalista. La normalità non fa notizia. Pensano che non sia così normale che ci sia una donna che fa rap. Non ce ne sono tante, e quindi fanno sempre questa domanda.

Tu che modelli hai?

In che senso?

Se vogliamo musicalmente, altrimenti possiamo espandere la domanda. Ci sono delle figure che per te sono dei riferimenti?

Tutta la vecchia scuola. Dj Lugi. Musicalmente guardo molto all’America, perché la musica italiana molto spesso è copiata, per cui se devo sentire le rime tradotte preferisco andare alla fonte. Mi piacciono molto i prodotti che stanno uscendo ini questo momento, oltre a Kendrick Lamar e tutta questa gente qua, ci sono anche delle ragazze che mi piacciono.

Vogliamo fare un paio di nomi?

Azelia Banks anche se non so fino a che punto riuscirà a farsi ascoltare. E’ molto tecnica e quindi mi piace. Ecco sì, direi che mi piace il rap tecnico.

Quando hai cominciato a  chi guardavi?

Alla scena italiana. Neffa. Ho copiato per un sacco di anni Neffa!

L’hanno fatto in diversi!

Tra l’altro quando tre anni fa Turi mi chiamò per la prima volta e mi disse “tu sei brava, facciamo delle cose, ti voglio spingere”.. beh io andai a casa sua.. registrai il primo pezzo e lui “no, no. Rappi come Neffa. Non va bene. Devi cambiare e migliorare.”

Prima di questo EP cosa hai fatto?

Ho fatto un EP con FFiume (uscito su Hellzeye Records) e poco prima un mixtape che era un’antologia di pezzi vecchi.

Tu quando hai cominciato a scrivere quindi?

Avevo 14-15 anni ma nel periodo dell’università ho fatto davvero poco. Per metà mi mantenevo io, per metà mi mantenevano i miei genitori e loro hanno SEMPRE odiato il rap (ride) e quindi non potevo dedicarmici come volevo.

Ai tuoi genitori cosa non piaceva del rap?

Non credono che sia una cosa seria. Tuttora.

E’ una percezione abbastanza diffusa in Italia.

Sì. Ma la musica in generale, quando sei un artista.. soprattutto giù dalle nostre parti non è che ti prendano tanto sul serio.

Nonostante abbiate alcuni dei migliori esponenti della scena?

Si. L’estate scorsa ho fatto un concerto al mia paese ed ha sfondato! Quindi da quel momento, sempre in quel locale, hanno cominciato ad organizzare concerti rap, hanno chiamato artisti di Napoli come Marco Lombardo..

Questo era prima di andare in tv?

Dopo. Eh, la tv. Il potere della tv.

Che esperienza è stata Spit?

Simpatico. La televisione è sempre la televisione. Non puoi aspettarti che sia la realtà, perché è un contenitore della realtà, quindi.. però è stato divertente. Mi sentivo tipo.. un terrone che va a Milano! La stessa cosa. Perché tutti lì.. Milano è molto “pettine”, conta molto l’aspetto esteriore.. quindi mi sentivo un po’ un pesce fuor d’aqua.

Modello valigia di cartone quindi.

Esatto.

Lo rifaresti?

Si. Magari lo rifarei con più coscienza. Perché sono andata lì stile “pace, amore, rispetto”.. non ho insultato nessuno. Se tornassi farei la figlia di puttana.

Ad ascoltarti su disco sembri una persona molto più incazzata. Poi, ecco, io non è che ti conosco, mi sto facendo una percezione di te su dieci minuti di chiacchierata che ci stiamo facendo, per cui è tutto molto relativo. Però, parlando di impressioni, su disco sembri un po’ diversa.

Sembro più stronza?

Sì, sembri più stronza.

(risate)

Non so, forse do sfogo a questa mia cattiveria solo nel rap, perché poi io sono una buona. Quando posso aiutare gli altri lo faccio. Per esempio adesso c’è un ragazzo nuovo che si chiama Ado e l’ho subito proposto a Turi per produrlo. Però so che questo non è il sistema che “funziona”, lo so per certo. Ma io sono fatta così, che ci devo fare.

In che senso non è il sistema che funziona?

Perché devi essere stronzo in realtà. Perché mi sono accorta che comunque, su 100, 95 fanno buon viso a cattivo gioco, se tu confidi loro un’idea cercano di realizzarla prima che lo faccia tu.. e sono tutti così. Tutti. Fino ad adesso se ne salvano cinque. Li conto sulle dita di una mano. Ad esempio, la gente “fa finta” di spingerti. Prima non mi cacava nessuno, ok? Poi c’è stato “Spit” e allora mi dicevano “spacchi! Ti stiamo spingendo tutti!”. No, prima non mi spingevi. E’ questo che mi ha fatto incazzare. Se ascolti TvElle ti rendi conto che è molto meno incazzato come lavoro. Ma prima non conoscevo queste dinamiche. Adesso lo so, so quanto è stronza la gente, e quindi lo sono diventata anch’io.

Quindi tu avverti il fatto che, dopo la tua partecipazione in tv, le persone hanno cambiato la percezione che avevano di te?

Si. Assolutamente. Non tutti, le persone intelligenti se prima pensavano che facessi cacare adesso continuano a pensare che faccio cacare.

Ahahaha! Ok, è chiaro.

C’è stata anche la cosa contraria, cioè quelli che prima “sei bravissima” e dopo Spit “no, ora fai cacare”.

Come ti vivi la cosa?

Un po’ mi rode il fegato. Però devo fare musica e non curarmi troppo di quello che dice la gente. Fare musica ed andare avanti. Se stai con me bene, se non stai con me, ciao!

Credi che ci sia una cosa particolarmente sbagliata che le persone pensano di te? O non veritiera, che non ti rappresenta.

Non lo so. Sinceramente non ricevo tantissime critiche. Due volte mi hanno detto che non ho flow. Non mi sembra. Mi mancano tante cose però il flow ce l’ho! Sono calabrese!

(risate)

Ce l’ho nel sangue!

Ti capita di guardarti sulle riviste? Che effetto ti fa? Come ti dipingono?

Più o meno come sono. Però cercano sempre le solite cose.. è una donna.. fa rap.. è forte..

Ti mettono in competizione con Baby K?

Sempre.

Immaginavo. Pessima ‘sta cosa.

Si perché facciamo cose molto diverse. Abbiamo fatto percorsi diversi. A parte il fatto che entrambe facciamo rap, non c’è molto in comune.

Tornando alla Calabria, ci sono dei nomi che qui a Firenze potremmo non conoscere ma che dovremmo assolutamente cercare?

Ado. Saso che fa beatbox, tutti i “Figlioli della Piana”, Piero Riga che è bravissimo a fare freestyle e Dj Frere.

Usciranno altri video dall’EP?

Si, “Vado via” (uscito proprio oggi 7 febbraio)

La collaborazione con Ice One come è nata?

Vedevo che lui metteva “mi piace” alle cose che pubblicavo.. io sapevo chi era, lui sapeva chi sono anche perché era stato Turi a produrmi. Quindi gli ho chiesto se aveva voglia di fare un remix e lui ha accettato subito. E’ stato un bel regalo, un grande regalo.

Ci saranno collaborazioni future con lui?

Perché no, vediamo. Lui è un grande.

Ascoltando il tuo EP, e questa è una cosa che ho ritrovato anche sul disco di Don Diegoh, ho trovato molto presente il concetto di “farsi ascoltare”. Confermi?

Beh, sì. Il fatto è che da noi in Calabria, tutto entra ed esce in ritardo. Ma non solo nel rap, tutto quanto. Dalla rete ferroviaria a qualsiasi altra cosa. E quindi è più difficile farsi ascoltare rispetto ad un ragazzo che nasce a Roma, che nasce a Milano, che nasce a Firenze. Ci devi mettere il doppio dell’impegno, perché stai giù in Calabria, devi salire, prendere un treno, spendere un sacco di soldi, farti vedere.. insomma fare il rap. Il rap vero quello faccia a faccia, non quello dei social network, ed è più difficile, ma quello è lo scopo. Lo vedi pure dalle view: ora a me non frega niente delle view, però uno come Diegoh, che è davvero un talento nel fare freestyle, non ha tutte le view che può avere un ragazzino milanese decerebrato. Perché se Diegoh fosse nato a Milano a quest’ora sarebbe molto più avanti di dove è adesso. E quindi c’è la foga di farsi ascoltare.

Chiaro. Appunto, era un concetto che avevo trovato anche sul suo disco e volevo capire se c’era una sorta di parallelo o fosse solo una casualità.

Per me è questo, credo sia questo pure per lui.

Ok, fine della tortura. Grazie del tuo tempo.

Grazie a te.

Altre info su Loop Loona: www.looploona.com (dove è possibile scaricare gratuitamente l’EP)