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VORREBBE VIVERE NEL '42 PERCHÉ TANTO È UN SITO E NON FAREBBE IL MILITARE
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99 Posse



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Luca “O Zulu” Persico è in macchina, direzione Torino, per un concerto. Ma prima, spazio per una sosta a Piacenza per dare una mano ai ragazzi che manifestano contro i tagli all’istruzione. Sono passati tanti anni dal 1991, anno in cui uscì “Rafaniello” primo brano a nome 99 Posse, ma lo spirito militante è rimasto immutato. Sia per lui che per i suoi ritrovati compari, Marco (Messina, campionatore e dub master) e Massimo (Jovine, basso), coi quali viene a ripristinarsi la formazione originale del collettivo partenopeo. In questa lunga intervista, O Zulu ci racconta quello che è successo in questi anni e, soprattutto, di un ospite importante sul prossimo disco dei 99.. perchè uscirà anche un disco nuovo, non ve l’avevo detto?

Deiv Ciao Luca, è un piacere sentirti. Dove ti disturbo?

Luca “O’Zulu” Persico Piacere mio, nessun disturbo. Sono in macchina stiamo andando verso Torino ma domani saremo a Piacenza coi ragazzi che protestano contro i tagli alla scuola.

Deiv Vedo che siamo arrivati subito ad un argomento problematico..io invece vorrei cominciare parlando con te di antifascismo. Stamani mi sono sentito “Rigurgito Antifascista” canzone meravigliosa che, però, pare scritta ieri e non 19 anni fa. Cosa ne pensi?

Luca “O’Zulu” Persico Beh qualche mese fa abbiamo scritto un nuovo brano “Antifa” che rappresenta anche il nostro ritorno dopo dieci anni di assenza da uno studio di registrazione.. è un tema al quale teniamo molto, da sempre.. ci sono persone che non posso evitare questo problema, per il colore della loro pelle o per il taglio dei loro occhi, sono cosa che non possono modificare ovviamente. C’è questa cosa che unisce milioni di persone sulla faccia della terra e cioè essere un pericolo per quello che sono o per quello che rappresentano. Mi sembrava, come dire, il momento per ribadire che il fascismo, non è una forma di libertà o di comportamento come sembra essere (ride).. perchè oggi il problema principale è che ognuno si sveglia e dice quel cazzo che gli pare senza averne un supporto storico o anche, alle volte, semplicemente logico. Cioè alle volte le cose che vengono dette sono assolutamente illogiche proprio dal punto di vista della logica matematica. Questo si ritrova nella politica. Un gruppo che dice di essere per la legalità per l’ordine e la disciplina e poi ha problemi con la polizia che senso ha? Voglio dire, vuoi l’ordine e la disciplina? Vuoi la legalità? La supporti o non la supporti? Oppure vuoi tutto il potere nelle tue mani per fare che cazzo vuoi tu attraverso l’ordine e la legalità? Queste sono domande che si dovrebbero porre i giovani fascisti, quelli che poi cadono in questo tranello.

Deiv Beh non a caso, tu in parte mi hai già risposto, la nuova avventura dei 99 Posse ricomincia appunto con una canzone dedicata all’antifascismo.

Luca “O’Zulu” Persico In realtà la nuova avventura riparte con un atto di solidarietà nei confronti di un compagno di Napoli coinvolto nella serie di arresti successiva al G8 di Torino. E’ un nostro compagno di Napoli che è stato arrestato, poi processato, poi arresti domiciliari, perdita del lavoro e tutto questo con a carico moglie e figlia. Ci stavamo organizzando per aiutarlo nel sostenere le sue spese legali e per quelle della vita di tutti i giorni. In quell’occasione ci siamo ritrovati al tavolo dove si doveva stabilire la scaletta dei gruppi assieme anche a Massimo e a Marco. Era la prima volta che incontravamo attorno ad un tavolo. Io in una vecchia intervista, peraltro molto contestata, rilasciata su youtube a.. non ricordo manco più a chi..avevo dichiarato qualche anno prima che una reunion dei 99 Posse era “proprio impossibile” motivando questa cosa dicendo “l’unico posto dove ci potremmo riunire dovrebbe essere dietro a una barricata per lottare coi compagni, ma è molto improbabile che accada.” E qua sono stato smentito. Perchè quando ci siamo ritrovati, ognuno con i suoi progetti, per decidere in che ordine suonare, ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: “ma, scusate.. vogliamo provare di nuovo la vecchia ebrezza dei 99 Posse visto che siamo tutti quanti qua?” E l’abbiamo fatto. Da quel momento in avanti è andato tutto un po’ anche oltre i nostri calcoli, le nostre necessità, i nostri bisogni e le nostre idee. Siamo stati letteralmenti travolti dagli eventi: prima di tutto una valanga di apprezzamenti, lo stesso amore che piazza Del Gesù sprigionava quella sera ha fatto capire a tutti noi, prima di tutto il grande amore, la grande stima che c’è da parte della gente nei nostri confronti e poi anche il bisogno che noi ci fossimo. Questo secondo me anche per motivazioni che vanno molto al di là di quello che noi facciamo. Sia che facciamo un disco nuovo e sia che non lo facciamo.. sia che sia bello o meno..noi abbiamo due mila persone di base in ogni città in cui andiamo, queste ci sono sempre e ci sarano sempre (ovviamente sto parlando delle grandi metropoli) e questo perchè al di là di quello che i 99 Posse esprimono, propongono e cantano, i 99 Posse rappresentano, come possiamo defirnilo, un rito culturale, un rito collettivo che la gente ha bisogno di consumare. La gente ha bisogno di nuovi stimoli, ha bisogno di corraggio, ha bisogno di confrontarsi, ha bisogno di capire i motivi della sconfitta ed ha bisogno di programmare tutto in maniera un po’ più compatta di quanto non stia facendo. E i 99 Posse che in mezzo a tutto questo ben si ponevano, improvvisamente hanno tolto questo rito alla sinistra per motivi loro, personali, politici, qualcunque sia la motivazione di questi motivi, probabilmente non avevamo il diritto di togliere questa cosa.. non era più solo nostra no? Perchè c’eran quasi tutti e tutti quanti gli altri! E l’abbiamo fatto, l’abbiamo fatto per 7-8 anni.. ad un certo punto ci siamo resi conto che non potevamo continuare.. cercando di rispettare la libertà artistica di ognuno di noi, e di mantenere in piedi le molteplici attività culturali ed artistiche, nonché lavorative in seconda sede. Beh, lo abbiamo rimesso in piedi.

Deiv In effetti anche io credo che ci sia bisogno di un gruppo come il vostro in questo particolare momento storico che stiamo vivendo, anche perchè molta musica italiana ha smesso di parlare della società e mi riferisco anche all’hip hop che, a certi livelli di visibilità, ha assolutamente perso il suo spirito propulsivo per appiattirsi su posizioni più americane. Qual è il tuo pensiero in proposito?

Luca “O’Zulu” Persico Penso che la 99 non sia proprio così.. la 99 in realtà era un grande lampione, un enorme faro che veniva puntato su tutto quello che la circondava e siccome la 99 si circondava sempre di avanguardie, sia dal punto di vista polito, che dal punto di vista culturale musicale, automaticamente questo lampione illuminava anche questa zona. Con la dipartita dei 99 Posse la zona ha smesso di essere illuminata ma non ha smesso di esistere, non ha smesso di proliferare. Solo che nessuno se ne è accorto. Quello che invece viene fuori sono le cose più all’americana, ma anche più all’italiana.. e quando dico “all’italiana” possiamo intendere tutte le cose più negative che ci passano per la testa.. ma questo succedeva prima dei 99, è continuato a succedere durante i 99 ed è successo anche dopo i 99. Non è che la musica si sia impoverita, la gente ha smesso di interessarsi alla musica non povera, alla musica ricca. E questo un po’ anche per responsabilità di questo faro che smetteva di essere illuminato, e dell’assenza di un gruppo che aveva anche l’opportunità di scardinare delle tradizioni tutte italiane tipo quella che nei programmi in diretta non si possono fare affermazioni politiche un po’ troppo..complesse..noi invece lo facciamo per abitudine e di conseguenza avevamo creato una specie di humus sul quale potevano fiorire tutta una serie di cose che, senza di noi, hanno più difficoltà. Cose che comunque venivano fatte, nell’ambito dell’underground. I 99 avevano un po’ trasformato almeno una parte di quello che oggi definiamo underground in una cosa a metà tra l’under e l’over ground.

Deiv Sono d’accordo, è per questo che ti facevo questa domanda, perchè credo che questo fenomeno sia avvenuto, a più livelli, negli anni ’90. In quegli anni c’è stata molta esposizione per quella che era la musica underground, indipendente, alternativa, chiamala un po’ come ti pare.

Luca “O’Zulu” Persico Negli anni di sosta della 99 io ho fatto tre dischi, un film, un libro e ho rischiato la vita almeno un paio di volte…

Deiv Sì, ma io stavo cercando di fare un discorso più generale..

Luca “O’Zulu” Persico e invece un sacco di gente mi saluta dicendomi “meno male che sei tornato!” oppure “ma che cazzo di fine avevi fatto?” e cose così..(ride) il problema è che avevamo tolto il riflettore principale che un po’ ci eravamo costruiti un po’ tutti quanti assieme.. che il riflettore 99 non l’hanno costruito solo i 99, ma l’hanno costruito anche i compagni e le compagne che sui 99 e coi 99 hanno costruito le loro iniziative politiche, culturali e nei quali i 99 erano sempre presenti. E lo avevano fatto proprio con quello in mente, perchè si erano resi conto che i 99 potevano essere quel grimaldello che era riuscito ad aprire la porta della banca.

Deiv Ok, allora, visto che le cose sono andate oltre le vostre aspettative cosa c’è nel vostro futuro? Uscirà un nuovo disco?

Luca “O’Zulu” Persico Guarda, proprio in queste settimane abbiamo cominciato a prendere i campioni che, nel nostro gergo, significa cominciare seriamente i lavori di preparazione al disco. Ascoltiamo i campioni tutti quanti assieme e poi condividiamo le nostre impressioni tutti e tre, anzi quattro perchè in questo lavoro c’è anche Sacha Ricci (tastiere). Questo comporta pssare un sacco di ore assieme ed in questo ambito si costruiscono tutti i presupposti perchè, nell’arco dei prossimi mesi, venga fuori il disco, questo a prescindere dal valore e dalla qualità dei campioni stessi. E’ un momento importante perchè ci permette di creare, ancora inconsapevolmente, dato che ancora non sappiamo quale sarà il mood generale del disco. Perchè ogni disco ha un suo mood generale, altrimenti sarebbe una compilation: invece il fatto che sia un disco e non una compilation nasce dalla considerazione che tutte le canzoni sono legate da un filo. Questo filo si comincia a tessere quando vengono presi i campioni, nel nostro caso. Certo dovremo trovare il tempo..l’idea del disco è nata quel giorno che ci siamo ritrovati poi però viste le opportunità e la sete, il bisogno, dei nostri concerti, ci hanno portato a fare prima una tournè quasi esclusivamente solo nei centri sociali, poi una seconda tournè allargata anche alle situazioni un po’ più commerciali, e tutto questo tra settembre e febbraio. Dopo di che, il tour estivo, con nuovi musicisti ed un’altra impostazione dello spettacolo, ci sono anche due mc napoletani abbastanza conosciuti come Spekaer Cenzou e Valerio Jovine…

Deiv Beh Speaker Cenzou era con voi dall’inizio..

Luca “O’Zulu” Persico si però ha sempre avuto anche il suo percorso.. adesso sta lavorando ad un progetto che si chiama “Sanguemostro”, nei vicoli di Napoli si sente dire che ogni giorno uscirà il suo disco, esattamente come per quello dei 99 (ride) ma ancora dopo un anno non se ne sono viste le tracce.. alcune tracce di quello dei 99 invece sono state seminate perchè avevamo presentato un singolo come “Italia a mano armata” che non è mai uscito ufficialmente ma che abbiamo portato dal vivo per tutta la turnè invernale, poi c’è “Antifa” ed un’altra canzone che usiamo come apertura dei nostri concerti. Quindi abbiamo un sacco di cose, ed anche un sacco di cose a metà, a tre quarti.. abbiamo scelto anche di cominciare un percorso nel quale la Posse possa diventare quello che doveva essere quando nacque. Perchè non è una caso che l’abbiamo chiamato Posse e non con un altro nome, perchè Posse intende un concetto che ci piace parecchio che è quello di non individuare il gruppo musicale, di non poterlo circoscrivere ai soli musicisti ma che lo allarga a tutta quell’area politica dalle cui discussioni nascevano poi i temi di cui poi si occupavano gli mc. Questa cosa, agli inizi degli anni ’90 fu un bel trend, fu quello che risvegliò il panorama della musica italiana. Ci fu un’ondata di novità incredibile, ricordo questa crew di Marsiglia che a metà dei suoi concerti si fermava per distribuire alcol alla gente.. si spostavano con due pullman, cinquanta persone.. fu questa cosa a darmi la voglia di fare musica. Il mio bassista ad esempio già suonava hardcore punk, il mio dj già faceva il dj, a me invece, lo stimolo che mi fece prendere in mano il microfono fu questa cosa, mi piaceva esser parte di questo movimento, di questo fermento che permette a tutti di avere una voce, anche a chi pensa di non averla, basta crearsi la propria ballotta, come direbbe qualche rapper del nord..che magari ti permetta di non essere più l’ultimo degli ultimi oppure di essere l’ultimo degli ultimi che ha però una voce e si esprime. Questa cosa la vorremmo riportare un po’ più alla centralità dei progetti.. cosa che invece non sussisteva più dato che le cose erano cambiate ed eravamo diventati esattamente come tutti gli altri, col cantante che gli altri lo chiamano “leader”, col bassista ed il dj che quando salgono sul palco la gente applaude, con Speaker e Valerio che sono i nostri nuovi mc che invece quando salgono sul palco non gli fanno lo stesso applauso. Vorremo eliminare questa cosa del divismo e come ci si arriva? Ci si arriva facendo collettivo. Il collettivo lo stiamo cercando di fare offrendo a quante persone possibili l’opportunità di suonare nel nostro disco. Sia nell’ambito musicale, stiamo cercando di invitare tutte le intelligenze e le entità artistiche e politiche che se la sentono di stare dentro ad un progetto di estrema sinistra, perchè oggi, in Italia, bisogna lavorare con noi per fare queste cose. Abbiamo già avuto parecchie adesioni. Ma ancora è presto per parlare del progetto. Abbiamo pero iniziato a fare una ricerca per i nuovi testi utilizzando quelli di poeti che non siano esclusivamente nati a Napoli. Ecco per esempio, abbiamo scovato nelle celle più recondite di un carcere italiano tale Carmelo Musumeci che è all’ergastolo e che scrive una poesia sulla condizione degli ergastolani, una condizione che non dev’essere piacevole vivere sulla propria pelle. Una condizione e metà strada tra la vita e la morta, senza alcuna prospettiva se non quella di continua espiazione di una colpa che, per quanto grande possa essere, non so quanto sia risolutiva, sia per i danni provocati, che per la società italiana, condannare a stare chiusi dentro a una scatola per tutta la vita delle persone. A questo punto, forse, potremmo forse considerare di rimettere in piedi direttamente la pena di morte per evitare questo ricatto che chiamano vita. Allo stesso modo sto cercando di estrapolare qualcosa da i cosiddetti “guaglioni a mezza via” è un lavoro molto complicato ma prima o poi riuscirò a fare qualcosa con i ragazzi di quartiere che sono stati sui marciapiedi delle nostre periferie. Abbiamo anche una collaborazione illustre con Stefano Benni che ci ha autorizzati ad utilizzare una parte del monologo di “Comici spaventati guerrieri”, un libro che ci colpì molto tutti quanti e, infine, abbiamo pure un altro ospite illustre, la cui partecipazione forse farà discutere qualcuno, che è un poeta pugliese, di sinistra, che scrive belle poesie, che ci ha dato il suo libro dandoci il permesso di farne scempio (ride). Questo poeta pugliese si chiama Nicola Vendola. Ahahahha!

Deiv Lo sapevo che saremmo arrivati lì guarda, l’avevo già capito da cinque minuti..

Luca “O’Zulu” Persico Ehhhehe, beh questo è un po’ il mood che stiamo cercando di creare. Se saremo molto molto bravi io credo che riusciremo, per l’estate prossima, a fare una cosa come si deve, ovvero col disco fuori, il video in rotazione e la gente che viene al concerto a vederci. Se poi la gente lo scarica illegalmente va bene lo stesso. Purtroppo non sono mai riuscito ad arrivare ad essere Gigi D’alessio, se ero Gigi D’alessio mi incazzavo. Essendo, ed essendo sempre stato, 99 Posse, che il massimo delle copie che abbiamo venduto, mettendoci tutto insieme, carrambate, colpi di culo, estro, capacità e quant’altro è 130mila copie. Sappiate che con cifre come queste, da dividere tra royalties (in tre, quattro, cinque persone) e casa discografica, non si guadagna niente. Questo ve lo dico perchè non pensiate, quando scaricate illegalmente la mia musica, che mi state facendo un torto. State facendo una cosa giusta.

Deiv Ok, un’ultima domanda e poi ti lascio: visto che tu sei uno che si è sempre esposto e non ha mai nascosto il suo pensiero, lungo il tuo percorso artistico, musicale e anche politico, se vogliamo, c’è qualcosa di cui ti penti o che magari avresti fatto in modo diverso?

Luca “O’Zulu” Persico Non te lo saprei dire. In realtà sono parecchie le cose che avrei fatto in modo diverso ma, ho scelto di non farle a modo mio, perchè ho sempre creduto ciecamente nel collettivo. Io penso che il collettivo sia la base della nostra democrazia. Posso dire che, sul palco del Primo Maggio, con Pino Daniele, avrei voluto fare “Rigurgito antifascista” e non “Quello che” però questo era quello che chi ci voleva lì, fan e organizzatori sia aspettavano dal collettivo 99 Posse. E il collettivo non voleva tradire queste aspettative, quindi non posso dire di essermi pentito di non aver fatto “Rigurgito” e penso di poter dire che non mi pento proprio di niente. Rifarei tutto tale e quale, proprio esattamente.

Deiv Ahah! Fantastico. Ok grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità.

Luca “O’Zulu” Persico Ciao grazie.”

Per maggiori informazioni www.novenove.it