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Rap

Greta Greza | Certe Cose



M’Intro

Durante la quarantena Greta Greza, artista catanese classe ’88, ha approfittato del tempo sospeso per fare un’analisi molto profonda della sua verità intima. Non si è lasciata abbattere dalla mancanza di certezze future per il pianeta musicale ed ha prodotto un album di altissimo livello che arriva a tutti i distretti corporei con la stessa fotta. Greta è una doccia fredda in piena estate, un qualcosa di scioccante ma assolutamente benefico. La sua musica produce un risveglio immediato e una presa di coscienza rapida e inesorabile.

“Io non volevo la fama, la fame era troppa e non va soddisfatta tutta in una volta. Lei che ti ama e che ti sta vicina, profuma è una cima frà appena raccolta. I giorni, i minuti, le ore pensando a una svolta. Ora il tempo si è fermato, è un quadro di Dalì dove l’ora si è sciolta”

Brano “M’Intro” Album “Certe Cose”
Greta Greza
Greta Greza

È un’artista scaltra e sagace che ad ogni barra piazza una serie di colpi reindirizzati al mittente con precisione da cecchino. Il mittente è di primo acchito il settore musicale che abusa dell’arte della parola, ma ogni metafora è uno specchio su un frammento di mondo. Greta ci offre un viaggio che intreccia uno storytelling molto ampio, facendosi anche portavoce di storie d’altri, ad un Rap Conscious in piena regola.

L’analisi della società è spietata quanto serve per capire che l’ingiustizia si consuma tra i muri delle proprie case ed ha a che fare con noi stessi e i nostri limiti. Primo tra tutti la leggerezza irresponsabile dei nostri gesti, delle nostre parole e dei nostri pensieri. È davanti a noi stessi che pagheremo il prezzo più alto quando sarà ora e l’ora arriva per tutti. Un’ingiustizia che si consuma anche quando gli ultimi vengono giudicati senza mettersi nei loro panni, senza calarsi nella parte di chi tira a campare nei meandri dell’abbandono.

Greta Greza“Take Away” feat. Peppe Serpe (prod. Jds)

Il foglio Bianco

La grande sensibilità di questa giovane donna è sul foglio bianco che mette le ali. La penna lascia una scia tangibile come un solco ben determinato entro certi confini. Nella traccia “Foglio Bianco” Greta partecipa ad un progetto di tesi di laurea e si rende cantastorie per un gruppo di donne carcerate che le passano i loro racconti. Nasce una traccia profondamente sentita, ma allo stesso tempo impersonale; che denota la grande capacità di quest’artista di rimanere sospesa in uno sguardo sopra le parti.
Greta si lascia ispirare dalla pochezza e dalla sterilità del reale e attraverso una creatività artistica da cabaret, sfoggia tutti gli abiti incontrati sulla via, lasciandoci a bocca aperta ogni volta che li consuma fino a non averne addosso nemmeno un frammento.

Chi prende di mira?

Arriva così a spogliare tutte le maschere degli artisti sulla cresta dell’onda anomala, quella che non appartiene alla medicina dell’anima, quelli che luccicano ma che non hanno un filo di luce a cui ispirarsi.

“E più vi ascolto più sento piccoli brividi. Brividi, lividi, dividi l’MD. Qui mi dicono di vendermi come chi l’ha già fatto e adesso non sa più che dire, non ha fatto i soldi però quanto stile. Ora voglio i soldi come se la fine fosse già alle porte, al confine.”

Brano “True Story” Album “Certe Cose”

Produce così una serie di flow totalmente coinvolgenti, adattando il suo piano artistico a scenari paradossalmente diversi. Questo a dimostrazione che non ci sono limiti ad una poetica di spessore e ad una necessità di espressione intima coerente. Greta abusa con maestria di giochi di parole e incastri tipo cubo di Rubik, cambia sound praticamente ad ogni traccia e ne viene fuori sempre a testa alta. Il risultato finale è un album sfrontato e sensuale, avvincente e d’impatto. Un qualcosa che resta bene in mente già dal primo ascolto.

“Non è che amo tutto in questa cultura, siete burattini quindi segatura, vi fingete cattivi quindi fregatura, le rime le cacciate nella spazzatura. Qui chi smazza cura quelli messi male, ho la mazza dura in senso lessicale, ho corazza e mura attorno a questa fottuta colonna vertebrale”

Brano “True Story” Album “Certe Cose”
Greta Greza

Il filo conduttore

Per arrivare ad una padronanza così netta di questo talento versatile, Greta si è fatta un viaggio in profondità dentro sé stessa. Ha lasciato che le sue parti sensibili e delicate si specchiassero nelle loro stesse ombre. Una sorta di sdoppiamento tra angeli e demoni che invece di farsi la guerra si sono coalizzati verso un obbiettivo preciso ed esterno. Il demone diventa un diavoletto che trita il beat senza ritegno, ma è l’angelo che tiene testa ad una promessa eterna. Tutto sempre e solo per la verità del cuore e per il bene di chi si perde nei drammi. Com’è arrivata a dominare il lato oscuro dei demoni interiori e delle emozioni che creano il vortice sotto i piedi?

Greta Greza "Certe Cose" Album Cover
Greta Greza “Certe Cose” Album Cover

Indubbiamente Greta è stata forgiata dalla strada; una strada che non perdona gli sbagli ma che insegna la sopravvivenza oltre ogni limite e che conserva l’anima di una tribù del cemento che ha ancora voglia di trovarsi in cerchio a ballare. Anche in questo viaggio ritroviamo il valore assoluto di una cultura che dal niente crea il tutto, un Hip Hop che scorre nel sangue di chi lo celebra con serietà. Greta è un MC a tutti gli effetti, una donna marchiata a fuoco nell’anima che porta avanti una missione non solo di denuncia dello scempio del reale, ma anche di resilienza e forza straordinaria. La medicina che arriva è la capacità di curarsi le ferite, di guardare avanti e trovare sempre la voglia di sognare più in grande. Al sogno però Greta affianca uno sbattimento straordinario che la rende impeccabile in qualsiasi acrobazia.

“Alla mamma degli scemi se la vedo in sala parto le dico:”Signora dai la prego non spinga. No, no!”. Non lo vede che sto mondo così è sovraffollato, surriscaldato, così impegnato a guardare sti reality che c’hanno l’alibi di dire che non l’hanno ammazzato.”

Brano “True Story” Album “Certe Cose”

Collaborazioni

Per quanto riguarda il tappeto sonoro, Greta si è affidata all’amico rapper e producer JDS che è riuscito ad ideare un ventaglio di sonorità e di beat adatti al carisma di Greta. Un carisma che non tentenna in nessun ambito, ma anzi incide il suo segno in ogni traccia; dimostrando che la poetica autentica è come un filo che riunisce pezzi apparentemente separati. Greta e JDS creano uno scenario estremamente fresco e piccante, che butta fuori pura energia dalle casse senza perdere per strada il calore pieno di una contaminazione costruttiva e originale di brutto. Le strumentali arricchiscono e danno ancora più sapore al viaggio sia all’inizio che alla fine dell’album con la collaborazione di Filippo alle tastiere e Fabrizio Sciacca al giro di basso scritto da Greta.

Nei featuring si alternano Peppe Serpe aka JDS, Er Drago e Balza che devastano il beat di “Mi sono rotto il cazzo”; e Simona To che mette le ali al ritornello di “Foglio Bianco”. Che dire, il primo album ufficiale di Greta Greza è un lavoro profondamente maturo; un azzardo che scuote dal torpore e ci proietta in un Rap che ha intenzione di “andare oltre” rimanendo fedele all’essenza.


Le tracce “True Story” e “Take Away” sono presenti in Keep Playin’, la Rap Radio Playlist di Goldworld.