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Terremoto politico a Berlino: 15 pirati eletti al parlamento



Nessuno se lo aspettava, né forse tanto meno loro, ma a quanto pare l’impegno e la qualità a volte danno i loro frutti. Ed ora nel firmamento delle politica tedesca brilla una nuova stella. Si tratta del Piratenpartei, il Partito Pirata della Germania, che si è candidato alle elezioni per il parlamento della città stato di Berlino, tenutesi nella prima metà di settembre, e nelle quali, a dispetto dei sondaggi e delle aspettative, ha sfiorato quasi il 9% dei consensi (si è fermato per un soffio all’8,9%).


Manifestazione pirata a Berlino; foto di “haelge” (certi diritti riservati), via Piratenpartei Flickr stream.

Ora tra i pirati tedeschi si respira vento di Libeccio, un venticello caldo e leggero che si presuppone di buon auspicio per i parlamentari neo-eletti, che con i 15 seggi che hanno conquistato influenzeranno certamente le decisioni di governo berlinese, e forse anche la politica di tutta la Repubblica Federale Tedesca, visto che il soprendente successo del Piratenpartei ha spinto tutti i giornali e le televisioni a parlare del fenomeno.

Per chi vorrebbe respirare aria di libertà, ed è stufo dei soliti noti che animano la politica internazionale, questo è davvero un bel traguardo. La vittoria è ancora più schiacciante se si pensa che quasi la metà di coloro che hanno votato “pirata” ha meno di 25 anni, un dato sufficente a farci pensare che questo potrebbe essere il partito del futuro!


Per evitare equivoci con l’ultradestra il Piratenpartei tedesco ha scelto l’arancione come colore del partito. E anche una bandiera truculenta, come il famoso vessillo con il teschio e le tibie, diventa un pretesto per far festa. Foto di “haelge” (certi diritti riservati), via Piratenpartei Flickr stream.

Il segreto del successo del Piratenpartei a Berlino è stato un buon programma elettorale, che ha avvicinato questo movimento alla gente comune (inclusi moltissimi elettori che nel passato si erano astenuti) e gli ha permesso di uscire dal ghetto che lo confinava tra appassionati internettiani. Per molte idee e proposte la linea di pensiero del Partito Pirata tedesco è accomunabile alle formazioni della sinistra radicale, ma allo stesso tempo non ha niente a che vedere con loro modo di operare gerarchico e nostalgico.

I pirati indossano felpe coi cappucci, propongono trasporti pubblici gratuiti e una casa per tutti, ma credono anche che sia cruciale incentivare lo scambio delle idee e della cultura sul web, con una politica di revisione meno restrittiva dei brevetti e del diritto d’autore. Le loro parole d’ordine sono libertà, trasparenza e apertura. Questa filosofia, anche se ha la sua origine in campagne molto popolari fra i nerd, come la proposta di utilizzare software Open Source negli uffici e nelle pubbliche amministrazioni, o la preferenza per le licenze Creative Commons al fine di favorire l’accesso di tutti alla cultura, diventa in realta’ un modo per ripensare l’intero assetto politico, economico e governativo.

A SINISTRA – Spiazzare gli elettori con l’ironia: chi ha detto che i pirati sono brutti e cattivi? Foto di Benedikt Schmidt (certi diritti riservati), via Piratenpartei Flickr stream. A DESTRA – Un manifesto del Partito Pirata tedesco contro la sorveglianza di stato.

I pirati non sono parlamentari vecchi e barbosi, con una età media oltre gli ‘anta. Sono giovani come noi, come voi, ragazzi, gente con voglia di fare e di migliorare veramente. Non sto facendo propaganda. Sto solo dicendo che per festeggiare dopo le elezioni il Piratenpartei ha tenuto una festa in discoteca, mentre subito dopo la conferma dei risultati il leader del partito ha ringraziato pubblicamente tutti tramite il suo account su Twitter.

Si tratta insomma di gente che usa con naturalezza la tecnologia, e allo stesso tempo lotta per fare in modo che non se ne abusi. Gente che conosce bene i nuovi strumenti digitali di comunicazione, ma vuole usarli per garantire a tutti la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica del proprio paese senza la mediazione di intermediari. Una delle maggiori innovazioni pratiche introdotte dal Piratenpartei tedesco è stata proprio la creazione di una piattaforma, denominata LiquidFeedback, che consente agli iscritti di prendere parte alle discussioni, di proporre a loro volta mozioni, e di arrivare a decisioni comuni, secondo un processo di democrazia continua.


Democrazia diretta in stile pirata; foto di Cornelius Bartke (certi diritti riservati), via Piratenpartei Flickr stream.

Il fenomeno del Partito Pirata nasce in Svezia, cinque anni orsono, attorno alla battaglia contro gli eccessi del diritto d’autore. Da lì, piano piano, sta (per fortuna) diffondendo le proprie idee un pò ovunque in Europa e oltre oceano. Le sue tematiche principali sono la privacy e la libertà digitale, ovvero impedire ai governi e alle grandi aziende forme di controllo capillare sui singoli cittadini, una direzione che purtroppo la tecnologia digitale sembra attualmente favorire. Il Partito Pirata tedesco nasce nel 2006. Ad oggi vanta, oltre ai 15 seggi guadagnati in queste ultime elezioni berlinesi, circa 50 membri eletti in varie circoscrizioni locali della Germania.

Quello che distingue però i pirati tedeschi da quelli delle altre nazioni è l’impegno, la perseveranza e l’organizzazione, oltre ad una buona dose di pulizia e di chiarezza. Questa è la ragione che ha permesso loro di raggiungere risultati molto soddisfacenti, tanto a livello elettorale quanto di comunicazione (e le due cose si alimentano a vicenda: dopo la loro performance berlinese persino i Tg italiani, compreso quello di Sky, hanno parlato di loro).

Tutti e quindici i candidati presenti nella lista pirata a Berlino sono stati eletti, in realtà perche’ nemmeno loro si aspettavano questo successone, e non avevano inserito piu’ nomi. La sfida futura per far crescere il partito sara’ però coinvolgere piu’ donne, perche’ il militante pirata tipo di oggi e’ giovane, ma maschio, come un po’ tutti i nerd. Nel complesso questo è comunque un movimento che offre idee all’avanguardia, innovative e rivoluzionarie per l’assetto politico atttuale.

Sarebbe dunque da prendere come esempio… O sbaglio?

Guarda in faccia i 15 pirati eletti al parlamento statale di Berlino. Poi pensa ai politici giurassici e tutti incravattati che occupano gli scranni delle nostre amministrazioni. Reazione a pelle: da chi preferiresti essere governato?