Margherita Landi

Sincronicità: gli sviluppi da Ginevra

Ho passato uno splendido week end a Ginevra. Ho avuto modo di conoscere Giuliana Galli-Carminati, Federico Carminati e Froncois Martin: il team che sta studiando la sincronicità sul fronte psicoanalitico e fisico.

Hanno condotto esperimenti sulla sincronicità che dimostrano come, nella dinamica di gruppo, sia osservabile un orientamento comune. La loro domanda adesso è quindi se tale orientamento sia precedente o meno alla formazione del gruppo.

A Ginevra organizzano una formazione, aperta a tutti e gratuita, sulla sensibilizzazione alla gestione delle dinamiche di gruppo, molto incentrato sul principio della sincronicità e su come ascoltare e assecondare il potenziale di questo orientamento sincronico gruppale.

In questo viaggio ho soprattutto scoperto delle persone, grazie alle quali ho capito qualcosa in più sulla vita, sull’arte, sulla sincronicità.

Giuliana è una donna dai molteplici aspetti, forte e decisa, dall’intelligenza lucida e dallo sguardo fermo, che incute anche un po’ di soggezione. Una donna che oltre al dottorato in psichiatria si è anche laureata in fisica. Al tempo stesso ha lo sguardo brillante di una bimba quando mi racconta che ha da poco iniziato a studiare pianoforte perché come dice lei “non è mai troppo tardi per imparare”. Nel leggere le sue poesie, perchè Giuliana è anche poetessa dalle molteplici pubblicazioni, vedo proprio questi due aspetti: la forza e la scintilla.

Vi citerò dei versi estratti da una sua poesia:

“…Se le stelle
mi fossero meno nemiche
e la fisica
un pò più dolce
sarei probabilmente
altrove
o più semplicemente
non sarei io”

Federico è un turbine di stimoli, ha quel tipo di carisma travolgente che fa sentire tutti a proprio agio, racconta dei suoi sette cani e di fisica, neuroni specchio, e poesia trovando sempre una prospettiva nuova di farti vedere le cose. E’ un fisico del CERN che sta finendo i suoi studi per diventare psichiatra e psicanalista. Anche di Federico sto leggendo poesie, che per me raccolgono tutta la sua vitalità, sensibilità e amore per la scoperta.

Anche di lui citerò qualche verso:

Einstein

Questa difficile trascendenza
che mi sta di fronte,
come a tutti
suppongo,
ha il dono benedetto
dell’ineffabilità

La mancanza di conoscenza
è,semplicemente,
un dolore a cui ci si abitua.
Prima o poi.

Finiamo con Francois, un uomo tutto da scoprire. Ha una presenza da attore comico, che mette simpatia solo a guardarlo. Anche lui fisico, anche lui una sorpresa. Mi racconta di aver sempre amato la musica, suonava un tempo. Ha studiato teatro e mi ha dato una sua sceneggiatura teatrale nella quale parla della materia oscura, che dal poco che sto capendo leggendola in francese è davvero geniale, è intitolata “L’astrominotauro”.

Ho tradotto un pezzo dell’introduzione:

“In questo pezzo, la teoria del Big Bang è stato elevato al livello del mito. Qui, l’arte e la scienza si verificano contemporaneamente: la scienza in arte e l’arte nella scienza. Per me, il termine “incautamente” significa che il nucleo di tutta la sofferenza è la perdita, e che tutto il lavoro dell’uomo è di accettare questa perdita. La ricerca del corpo perduto da un astrofisico è una battaglia senza speranza, disperato come il suo desiderio di capire tutto intellettualmente e controllare ogni cosa nell’Universo.
L’accettazione della perdita è alla base della creazione, di tutta la creazione e in particolare la teoria del Big Bang che può essere parte dell’inconscio umano come una nuova teoria della creazione. Essendo un Universo in espansione perde qualcosa: perde la sua originale semplicità; ma guadagna la complessità, la coscienza umana è la manifestazione più eclatante. Al centro di questo pezzo: comunicazione, soprattutto con i bambini. La presenza del bambino è in grado di elevare la teoria del Big Bang a racconto.”

Credo che la libertà e la dedizione con cui queste tre personalità si muovono in modo eclettico tra i loro interessi sia il succo dell’esperienza che ho vissuto a Ginevra. Al punto da chiedermi se ci sia una relazione tra “creatività” ed eventi sincronici, come dice Francois la creazione è perdita e io penso che la sincronicità in ultima analisi voglia dire perdersi, abbandonarsi, lasciarsi portare.

Ho risposto a questa esperienza con un video, uno dei miei Dance for Smartphone che pubblicherò nel prossimo post.

to be continued…

Thought credit: Margherita Landi

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