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Jamiro Brain racconta il suo rapporto con la vita… e la vendetta

Jamiro Brain solo con una penna e una foto

Scritto il 1/07/15 da Redazione

Vorrei partire dalla magnifica Piove ma c’è il sole, un potente manifesto sul concetto di realtà e di come la si vede e la si disintegra. Che opinione hai tu della realtà culturale italiana?

Questa canzone l’ho scritta quando ho iniziato a spiegare i colori a mia figlia, di qui ho deciso di farle vari esempi su come un colore possa essere bello o brutto in base a chi lo “veste”. Da qui ho creato quelle contrapposizioni che si leggono durante il brano, ad esempio il blu degli occhi di una ragazza di cui ti innamori, e i lampeggianti della polizia che non portano mai belle notizie. La realtà culturale italiana è quella di chi ha in mano un potere enorme, in termini di cultura pregressa e attuale, ma non è in grado di gestirlo.

Definiresti i tuoi testi politici?

No, assolutamente, sono fuori da tutto quello che è politica. Mi piace raccontare le cose per come le vedo, nessun schieramento, credo che gli schieramenti e l’idea racchiusa dentro a un’ideologia sia come ingabbiare l’aria. Non è possibile.

Jamiro Brain

Dove ricerchi i beat?

Sono ormai piu di 10 anni che faccio musica e ho conosciuto tantissimi beatmaker, li chiedo prevalentemente a gente che conosco di persona o con cui collaboro da anni, a volte capita di andare anche a ricercare gente che mi ha particolarmente sorpreso nei dischi altrui, ma questo succede di rado. Ultimamente lavoro con quelli che reputo i migliori nell’immediato: Yazee, Anagogia, Tacash, La Tysha, Giò Lama, Godblesscomputers

Da dove provieni e in che modo la città in cui sei cresciuto ha influenzato la tua sensibilità musicale?

Questa musica deve molto a Bologna, le prime crew e i primi mc a rappare in italiano sono di queste parti, a questa città devo tanto perchè ho imparato sia su disco che per strada che la cosa fondamentale è essere originali, distinguersi. Questo da un lato nel panorama attuale dove è tutto un’omologazione di ciò che è già sentito e risentito, può essere un difetto, dall’altro sei sicuro che chi ti ascolta ti ascolterà a lungo, perchè gli sei entrato dentro con qualcosa che non troverà fuori.

Rap e hip-hop: verso dove credi si stia evolvendo questo genere?

La musica a mio modo di vedere non ha direzione, è nelle mani di chi la fa, la mia di musica si sta evolvendo verso lo scrivere per il gusto di scrivere.

Chi ti ha più ispirato? Chi sono le tue icone?

Nel rap tutta la scena bolognese: Camelz, Neffa & Deda, PMC. Per quanto riguarda la musica in generale: Fabrizio De Andrè.

Che rapporto hai con i social?

Un rapporto d’amore e odio: io vorrei usarli con leggerezza, scrivere quel che mi pare, pubblicare quel che mi pare ma mi rendo conto che non è possibile, di questo un pò ne soffro, come odio quando non vien colta l’ironia nei miei post o nei miei commenti, dall’altra parte sono un mezzo fantastico per la promozione della propria musica.

Hai condiviso la foto di Marriage Equality. Che opinione ti sei fatto della sentenza della Corte Suprema e quale impatto credi che abbia sugli italiani?

Gli italiani crederanno che gli americani sono stati bravi e giusti, ma l’omosessualità è ben lontana dall’essere accettata, insomma proprio come vogliono gli americani.

Lanciando Pace nella confusione dichiari che la gente dimentica in fretta di tutto. Tu che rapporto hai con la memoria? Che cosa non dimentichi? Da che cosa non ti lasci confondere?

Ho avuto un anno in cui m’hanno voltato le spalle tutti. Amici, amiche degli amici, parte della famiglia… TUTTI. Mi sono ritrovato da solo con una penna e una foto di mia figlia e ho scritto quella canzone. Non dimenticherò mai cosa vuol dire essere padre, nel bene ma sopratutto nel male. Non mi farò mai più confondere dalla gente in generale, bisogna costruirsi un buon individualismo ed essere pronti ad affrontare la vita da soli. Questo significa diventare uomo. Poi ovviamente c’è anche chi dice “sbagliare è umano, perdonare è divino”, ma io sono più per la vendetta che alleggerisce lo spirito.

Dai tuoi testi emerge uno spirito di generosità quasi cristiano: che rapporti hai con la religione? E con la generosità in sé?

Non ho un buon rapporto con le religioni quando portano al fanatismo, adoro le religioni quando migliorano o aiutano le persone, ma si ritorna un pò al discorso sopra, non mi piace l’idea di rinchiudere un flusso come la vita, l’amore, la misericordia, in un libro o in un prete che ti racconta cosa devi fare per andare in paradiso. Io credo di essere una persona generosa anche nella vita, per il mio stare bene contano poche cose e una di quelle è far star bene gli altri, sembra una frase detta un pò cosi ma potete tranquillamente chiedere a chi mi sta attorno.

Ti consideri un cantastorie?

A volte, racconto soprattutto della mia vita, mi piace pensare che qualcuno ci si riveda. Mi sento meno solo.

Verso dove stai andando? Cosa dobbiamo aspettarci da te?

Sto facendo un nuovo disco con l’etichetta Gloryhole Records; gli altri dischi che ho fatto avevano un’impronta molto pulita e precisa, questo disco sarà scritto più di getto, curando bene ogni parte. Racconterà piu delle mie sensazioni e del mio vissuto. Sarà un’estensione dell’ep Pace nella Confusione.

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