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HUMAN: al Forte di Belvedere le sculture di Gormley



Isolamento, contemplazione, confusione, movimento, abbandono, crescita.

Sono tante le sensazione evocate dalle opere dello scultore inglese Antony Gormley, in mostra a Firenze, al Forte Belvedere dal 26 Aprile fino al 27 Settembre 2015.
La mostra, dal titolo Human, curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, segue i grandi successi delle esposizioni di Zhang Huan (2013) e Giuseppe Penone (2014), dopo la riapertura del Forte di Belvedere nel 2013. L’evento è promosso dal Comune di Firenze, organizzato dall’Associazione Mus.e, con il sostegno delle gallerie d’arte Galleria Continua e White Cube.

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Più di cento sculture raffiguranti figure umane collocate nelle sale interne della palazzina, sui bastioni, scalinate e terrazze, occupano ogni lato della fortezza cinquecentesca, dialogando con il panorama, indagando sull’idea di evoluzione umana.
Gli enigmatici uomini dello scultore britannico, realizzati tramite calchi del suo stesso corpo, sono scolpiti nel ferro, una materia che deteriorandosi nel corso del tempo e per effetto dei fattori atmosferici, fa da specchio anche all’ invecchiamento del corpo umano.

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Tra le opere in mostra l’importante installazione Critical Mass, un ammasso confuso di corpi  definito dall’artista stesso “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. Inizialmente ideata per un vecchio deposito di tram a Vienna, ci suggerisce un punto di riflessione su un momento estremamente buio nella storia dell’umanità dominato da guerra e distruzione. Visibile sulla terrazza inferiore del Forte, Critical Mass, acquisisce un forte significato mettendosi quasi in contrapposizione con la città rinascimentale, culla di quell’Umanesimo che vedeva la centralità dell’uomo come forza attiva, positiva e trasformatrice. Idee evidentemente calpestate nella scultura-simbolo di Gormley.

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In un gioco di contrapposizioni, dalla parte opposta della terrazza un’installazione dal significato complementare di crescita ed elevazione: 12 figure sono installate in senso lineare dalla posizione fetale a quella per osservare le stelle richiamando l’“ascesa dell’uomo” e quindi il suo personale percorso di miglioramento e conoscenza.

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Antony Gormley è uno dei più importanti scultori viventi, ma soprattutto è uno che sa stupire.
Nel 2005 la sua installazione Another Place alla Crosby Beach di Liverpool ha causato una rivolta di pescatori e surfisti e scatenato una vera e propria battaglia politica e culturale. L’artista aveva occupato per tre chilometri la riva della spiaggia con un centinaio di statue di ferro rivolte verso l’orizzonte. Alla fine la pubblicità e l’indotto generati dall’opera (milioni di sterline) convinsero tutti a renderla permanente.
Attraverso il suo linguaggio artistico “esplorativo”, Gormley indaga il rapporto tra il corpo umano e lo spazio. L’artista cerca continuamente di identificare lo spazio dell’arte come luogo del divenire in cui possono nascere nuovi comportamenti, pensieri e sentimenti.
Human, in linea con questa filosofia, rinnova e conferma la volontà della città a promuovere la cultura contemporanea, nella sua dura lotta a districarsi da un passato importante quanto ingombrante. Firenze non è solo Rinascimento e Souvenirs, ma una città in grado di aprirsi, non senza difficoltà, a nuove tematiche e nuovi stili, dove un luogo del passato si intreccia ad un linguaggio artistico contemporaneo.

Una boccata d’aria al Forte Belvedere.