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STORIES

L’ignorante3.6 – Magherini, un padre deve sapere



“Non si arriverà mai ad una vittoria”.

La storia la sanno in tanti ma non tutti, e anche se vorrei approfondire il come, il perché, provare a fare ipotesi sui fatti e su cosa successe quella notte davvero, non sta a me farlo, non solo perché sono molti i fatti.. ma perché ci sarà un processo che proverà a far luce su cosa veramente successe quella notte.

Certo, forse non sarà un caso eclatante come quello di Cucchi, o quello di Uva o di Aldrovandi, come certe voci fuori dai cori dicono, ma anche se non fosse un caso eclatante… possiamo morire per un arresto? Credo proprio di no.

Quindi, al di là del fatto che sia eclatante o meno, la verità deve uscire, per poi fare giustizia.

Sono sicuro che verità e giustizia siano messe in fila così, una dietro l’altra, non a caso ma proprio perché senza la prima non può esserci la seconda.

Di cose sbagliate su questa storia se ne dicono molte, la prima è dedicata a chi scrive articoli…si dice IN San Frediano e non A San Frediano. 

Questo così, perché mi dava noia.

L’altro è la leggerezza con cui, nelle chiacchiere da bar, si cerca di sollevare dalle proprie responsabilità le persone coinvolte.

Non ho deciso di fare il Carabiniere, come non ho deciso di fare il Militare, come non ho deciso di fare il medico, perché fare questi tipi di lavoro è una scelta e la scelta porta a delle responsabilità serie nei confronti delle persone con cui devi interagire.

Le situazioni con cui devono confrontarsi determinati lavori, sono più complicate di altre e nessuno lo mette in dubbio, anzi, ma proprio per questa difficoltà i margini di errori devono essere ridotti al minimo.

Estremizzando: un pompiere sbaglia, butta benzina invece di acqua e uccide un uomo in un appartamento a fuoco, non è da processare?

Non l’ha fatto apposta, non voleva, è stato un errore, ok…

Me se sbaglia un fioraio non succede niente, se sbaglia un chirurgo la gente muore. Ed è qui, che entra in scena la responsabilità soggettiva. 

Nessuno vuole condannare tutti i carabinieri o tutti i volontari del 118, anzi, ma se nel compiere il proprio dovere viene commesso un errore, è giusto pagare.

Come si gode degli onori dobbiamo assumerci anche gli oneri.

Ho affrontato spesso questo argomento, perché non ci sono scuse e non ci devono essere scuse: Verità e giustizia.

(https://goldworld.it/34359/news/lignorante1-2-lomicidio-della-giustizia/)

“Non si arriverà mai ad una vittoria”.

Il padre, con le lacrime che scendono a rigargli il viso, esce dall’aula del tribunale visibilmente provato dai tanti mesi di battaglia.

La prima battaglia la condusse quella notte di marzo dello scorso anno, quando Riccardo suo figlio, morì.

Poi la battaglia per far uscire la notizia, la battaglia per una degna sepoltura, la battaglia per arrivare ad un processo.

Poi le battaglie più dure, quelle da combattere  da solo, quelle che nessuno conosce, che nessuno sente, quelle intime, personali.

Quelle della sera nel tuo letto, lì da solo, a non riuscire a pensare ad altro, a non riuscire a trovare un posto dove rinchiudere tutto quel dolore che sta uscendo da un buco che hai dentro, e che non sapevi neanche di avere.

Molte battaglie, per ora poche vittorie, ma.. “ non si arriverà mai ad una vittoria” è la verità, perché Riccardo è morto, e la giustizia non farà dimenticare a suo padre i suoi primi passi, le sue prime parole, la foto sulla spiaggia, il sorriso del primo giorno di scuola, le soddisfazioni di promettente calciatore. La giustizia non riuscirà a spazzare via tutto questo, forse per fortuna, ma che dolore.

La giustizia non concederà neanche un ultimo abbraccio, paterno, non regalerà un ultimo passaggio di amore che un padre vorrebbe dare al figlio.

Tutto questo la giustizia non riuscirà a farlo, ma la verità forse si, perché la verità può riuscire, almeno in parte, a mettere un po’ di pace in quel cuore in guerra tra il credere di aver conosciuto un figlio e quello che invece gli viene raccontato o descritto da chi neanche sapeva chi fosse.

La verità darà quell’ultimo, intimo abbraccio tra padre e figlio.

Perché un padre deve sapere, un padre deve sapere.

Augh e buona fortuna.