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Brutto Ceffo (Parte 2) voci e scratch da dj



Leggi la prima parte dell’intervista QUI

Il progetto Welcome 2 The Jungle, ti ha influenzato in qualche modo per la realizzazione di questo questo mixtape?

«No, perché quando ho iniziato a fare Welcome 2 The Jungle il mixtape era già partito e le due cose sono andate quasi di pari passo. Welcome 2 The Jungle mi ha dato sicuramente la possibilità di trovare una cifra di strumentali nuove e di avvicinarmi a dei pezzi che non conoscevo. Tempo prima avevo fatto un mixtape con Beat, che si chiama “Tuff Music” contenente un sacco di strumentali che poi ho utilizzato nel tape: è stata un po’ un’anteprima.»

Parlami del tuo beat e le rime di Ice One.

«La mia insicurezza musicale (come ti dicevo prima) mi portava a produrre delle basi e poi abbandonarle. Le facevo sentire a Giacomo (Cannas ndr) al quale facevo qualche base, a Silvano (Coez ndr), Raffaele, ecc… Ma c’era sempre un naso mezzo; non erano proprio convinti. E un giorno viene Seby (Ice One ndr) da me per Welcome 2 The Jungle. Ho passato un pomeriggio con Seby spiegandogli che non riuscivo a fare determinate cose, che non suonavano come quello o come un altro; lui ha voluto sentire alcune basi mie e mi ha detto: “Cè, c’hanno un senso le cose tue. Alcune non mi piacciono, altre sono fighissime. Tu hai una tua identità. Te da che musica vieni? Quella. Si sente. C’è un sacco di rock e di chitarre. È un suono che si lega molto al gruppo tuo. Fai sentire qualcosa alla gente: qualcuno non apprezzerà, qualcuno sì”. E infatti così è andata. Seby è stato l’elemento che mi ha aiutato a superare questo blocco. Alla fine di quella giornata, Seby si è preso una base che gli piaceva e ci ha rappato sopra. Non faceva una strofa da un paio d’anni e ha rappato di nuovo sul disco mio: per me è un onore e mi ha dato un sacco di fiducia.»

Che cosa prevedi per Sace?

«Un sacco di gente sblastava Davide (Sace ndr) dicendo che era un ragazzino troppo incazzato con la vita. Io non l’ho mai giudicato. Mi piaceva il fatto che un ragazzino di 18 anni non copiasse nessuno e in più era giovane. Io l’ho notato sul pezzo di Mr. Phil “Uno Contro Uno”, in cui scandiva le parole in un modo che mi ricordava molto Nas, Rex o Evidence. Me lo sono riascoltato un sacco di volte e dopo aver saputo il suo nome, sono andato a cercare i suoi video in cui rappava. Nonostante fosse un bimbo riusciva a differenziarsi. Una volta ho incontrato Sace ad una serata di “Poteri Forti” e gli ho chiesto se mi lasciava qualcosa per il tape, perché mi piaceva la sua roba. Lui mi rispose: “Io mi impegno un sacco a scrivere. Non scrivo un testo in un’ora o in un giorno; magari ci metto un po’, quindi se non ti dispiace ti do un pezzo inedito dal mio secondo lavoro “Giovane e Forte – Vol.2”, tra l’altro volevo chiedere a qualcuno di farmi degli scratch quindi l’occasione è perfetta, perché lo chiedo a te”. Quello che prevedo per Davide è che otterrà un successo maggiore rispetto ad un’altra marea di gente che fa musica tanto per attitudine. Quello che prevedo per Davide è una crescita. La cosa più importante che gli ho sempre detto è: “rimani umile e non fare alzate di testa”. Per me spacca, quindi potrà solo che spaccare di più.»

E guardando Ceffo che mi regala quel tempo che avrebbe dedicato a mangiare insieme ai suoi fratelli Brokenspeakers, comincio a fare questo esperimento per testare di che entità sia il legame tra lui e coloro che ha chiamato sul suo disco. Il risultato è che ognuno di coloro che ha pronunciato una sillaba su un beat è un tassello della vita del dj: ogni voce, rumore, registrazione, citazione pone una piastrella per costruire quella strada su cui lui non si può fermare.

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