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L’ignorante 1.1 Mi son fregato da solo



Boh, cosa mi è preso non lo so.

Dalla musica alla politica? No…  non ce la posso fare.

Io che divento uno di loro? No…non è possibile.

Quindi? Quindi boh.

La settimana scorsa un amico che lavora nel comune di Firenze ormai da diversi anni, nato nella mia stessa via e con cui ho condiviso diverse (dis)avventure da quartiere negli anni dell’adolescenza, mi fa una telefonata, cosa che ogni tanto accade.

-Pronto!? Allora!?-

-Allora senti, intanto come stai.-

-Boh, Diciamo bene, te?-

-Tutto ok, ascolta andiamo subito al sodo, hai visto ci sono le elezioni amministrative a maggio?-

-Certo.. ci fanno due coglioni di già!?-

-Ecco appunto, pensavo, qui in comune parlano che ci sarebbe la possibilità di mettere in una lista un candidato per il quartiere 1, visto che rompi sempre le palle e mi chiami di continuo per i problemi del quartiere, che ne dici se ti candidi te??-

Il silenzio dall’altra parte potrebbe essere durato circa tre giorni. Non ricordo.

-mmmmhhh, eeeehhhmmmmm,…. bohh…..-

-Beh ,potrebbe essere l’occasione per fare invece di dire, comunque pensaci un attimo, ed entro domani fammi sapere…-

-Domani??-

-Sì, devono chiudere le liste.-

-Ok, ci penso un attimo.-

-Sì, proprio un attimo ecco..-

Click.

La paranoia, da quel momento, è stata tipo quella di come quando da ragazzino facevi quel pezzo di strada che ti divideva da casa sapendo che quando saresti arrivato tua madre aveva già saputo della marachella che avevi combinato e quindi non sapevi cosa ti seresti dovuto aspettare, lo “scapaccione” appena varcata la soglia di casa…?  Il vecchio cazziatone che sarebbe durato circa tra i 26 e i 32 minuti? Di peggio? Un altro grande.. Booohhh.

Quindi prima di accettare ne ho parlato con il mondo, ho fatto un giro di telefonate e What’s app (ormai fa figo) per tastare il terreno.. per avere qualche impressione a caldo.. e poi, in una di queste chiamate c’è stata la svolta…la frase giusta, le parole psicologicamentefilosofiche del momento giusto, al posto giusto, dalla persona giusta:

-Guarda Mirco, questa sopratutto, è una scelta tra l’appartenere e il rimanere ancora legati ad una sorta di branco oppure finalmente manifestare l’individuo che sei.-

O vai, sistemato. La paranoia è aumentata con l’aggiunta della domanda più filosofica invece che ci sia: -Quindi!?-

Poi con il passare dei minuti..Il cervello ha iniziato a scricchiolare, forse mi è partito anche qualche tic strano non lo so, ma può essere.. e ho iniziato a ragionare… forse anche in maniera contorta non lo so… ma qualcosa si è chiarito dentro.

“Questa non è una scelta politica… e la paranoia nasce solo dalla paura di assumermi una responsabilità seria una buona volta su problemi importanti di fronte ad una sacco di persone…”

Ohhh eccolo li, quindi era solo paura. Ma Paura. (con la P maiuscola)

Sicuramente è più facile restare fuori ad urlare, che cercare un dialogo serio e adulto con chi (se dovessi addirittura passare) non la pensa come me.. è più facile rimanere nel branco (dove tutti la pensano uguale) che uscire e buttarsi in un mondo totalmente diverso in cui devi manifestarti come un individuo e avere un identità propria.

Un amico citando un film mi ha detto:

“La vera autenticità non sta nell’essere come si è, ma nel riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi.”

Ecco, questa è la vera natura di questa proposta e di questa paranoia.

Aver paura di assomigliare al sogno di se stessi.

Diventare e manifestare a pieno di fronte agli altri la domanda della vita: chi sono io? Dimostralo.

Decidi da che parte stare, se con il branco o con la tua individualità.

Ecco l’ansia, ecco la sfida. Ed io l’ho accettata.

Per coraggio? Per incoscienza? Per more? Questo è troppo… non lo so.

Però sono sicuro che la mia non è una scelta politica, ma di cuore, non è una scelta per ricoprire un ruolo importante ma una scelta di appartenenza e riconoscenza verso un quartiere e una città che mi ha dato tanto e che mi ha dato la possibilità di vantarmi nel mondo di questa appartenenza.

Ne vado orgoglioso e questa è la mia riconoscenza, che è, e doveva maturare e manifestarsi in qualcosa di concreto prima o poi.

Questa volta è questo, altre volte è stato organizzare eventi, oppure urlare e manifestare, o tifare per i miei colori in Piazza Santa Croce sul sabbione…. ce ne sono state a decine di occasioni  per mettersi in prima linea per le cose che non mi piacevano.. la differenza l’ha sempre fatta però una cosa, il branco, il rimanere protetto e barricato dietro un modo di pensare, di essere con in tasca la scusa  “io sono fatto così”.

Questa volta no, questa volta ci metto la faccia, ci metto tutto me stesso da solo, senza riserve e senza paracadute, se cado, cado io, da solo e nessuno potrà pararmi “le chiappe”.

E non potrò scaricare nessuna colpa o far parlare qualcun’altra al posto mio se sbaglierò o se non farò, a questo giro non ci sono scusanti.

E’ difficile? Sì, sicuramente.

Troppo? Sì, forse.

Ma se facessi anche solo un pezzettino piccolo piccolo di strada per migliorare la vivibilità del mio quartiere sarei già felice, riuscissi a veder realizzati dei piccoli desideri del cuore pulsante di questa città, sarei già contento. E avrei ricambiato un po’ il debito di gratitudine nei confronti della mia città e del mio quartiere.

Non c’è cosa più nobile che offrire il proprio tempo, visto che non ne abbiamo quasi più.

Io voglio donare un po’ del mio al mio centro storico.

Io sono Fiorentino e mai come questa volta me ne vanto e ne vado fiero.

Chi mi conosce sa il mio amore viscerale per questa città, per le nostre tradizioni.

Sarebbe un onore per me poter diventare un tramite tra il mio popolo e quelle istituzioni che a volte sono o sembrano troppo lontane dalle persone.

Io ci provo, chi vuole può aiutarmi, seguendomi.

Naturalmente ho messo in conto un bel numero di vaia.

Augh, buona fortuna a tutti e..

Scrivi Dinamo sulla scheda per il quartiere 1.  Non è uno scherzo.

#votadinamo #amministrative #firenze #mircodinamo