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Cinema

Febbre da remake horror



Ridipinto di rosso, il volto angelico di Carrie White è soltanto il primo di una lunga lista di omaggi al cinema horror anni Settanta/Ottanta. Febbre da remake, la chiamano. E di “favole nere” da replicare e aggiornare, Hollywood è imbottita. Negli ultimi mesi, il calendario dei film del terrore (in sala nel 2013) ha oscillato costantemente tra strizzatine d’occhio a De Palma e puro piacere adolescenziale. L’idea degli Studios è lasciar fuori qualsiasi “candidato a sorpresa”, proponendo solo progetti dall’incasso certo. “Carrie” ne è un folgorate esempio.

Da un romanzo di Stephen King, l’adattamento del ’76 con Sissy Spacek e Piper Laurie è ad oggi uno dei film più potenti e disturbanti di Brian De Palma. Una pietra miliare del genere horror. Le generazioni che si annidano dietro Facebook e Twitter conosceranno “quel nome” a partire dalla prossima primavera. Carrie: il nome della ragazza dotata di poteri paranormali, pronta a sferrarli pur di riscattarsi dai soprusi subiti. Nonostante l’incedere degli anni, il personaggio ideato da King nel ’74 resta l’emblema della diversità, di una gioventù cannibale affamata d’amore e giustizia.

Nella nuova versione, Carrie e sua madre, Margaret White, saranno interpretate rispettivamente da Chloë Grace Moretz e Julianne Moore, per la regia di Kimberly Peirce (“Boys Don’t Cry”) che di teenager difficili se ne intende. Julianne Moore ha annunciato di portare sullo schermo un personaggio borderline, “diverso da quello tratteggiato da De Palma, più fedele al racconto di King”; ad ogni modo, avremo a che fare con “una fondamentalista, una donna che ha creato un recinto attorno al proprio Credo, una sua idea di Chiesa” e che, inevitabilmente, trasformerà fede e devozione in malattia mentale. Fino a travolgere la figlia, per cui invece la vita si presenta magica e innocente.

Il primo trailer del film ci mostra la ragazzina – viso da bambola di porcellana – emergere da quella che potrebbe essere la Città del Diavolo, disegnata nei fumetti di James O’Barr. Fiamme, devastazione, detriti metropolitani che lasciano presagire il peggio.

Così come poco rassicurante si mostra uno dei demoni del remake “La Casa”. Sotto la fatidica botola di uno chalet si nasconde infatti il Libro dei Morti, rilegato in pelle umana e scritto col sangue. Il libro serve ad evocare gli spiriti. Era già finito in mani sbagliate nel 1981, sotto la direzione dell’allora semi-sconosciuto Sam Raimi (“Spider-Man”). Ora, il sonno dei morti è al punto di partenza, e a profanarlo sarà il regista uruguayano Fede Alvarez (classe 1978). Produce lo stesso Raimi. “La Casa” (in originale, “Evil Dead”) ha già il suo sito web ufficiale, mentre la prima immagine rilasciata ricorda un po’ il make-up della serie di culto “Walking Dead”. Al Comic-Con di New York, i primi fotogrammi dello “slasher movie” – a cui la commissione censura ha già affibbiato un divieto ai minori di 18 – sembrano aver convinto fan e appassionati. Ma il responso finale è rimandato ad aprile 2013, quando il film sarà distribuito.

Vecchio stile, inoltre, per il sempiterno Leatherface (Faccia di cuoio) di “Non aprite quella porta”: impiastricciato di carni e vermi da Tobe Hooper nel ’74, in “Texas Chainsaw Massacre 3D” il killer lancerà la profetica motosega contro una platea di ragazzini che, a distanza di quasi quarant’anni dall’originale, e relativi sequel e remake, continuano ad amare il cattivone, tra un mattatoio insanguinato e una casa degli orrori degna di Rob Zombie. A proposito di Zombie, è in uscita (nell’aprile 2013) l’atteso “Lords of Salem” che non ricalca pellicole del passato ma, a detta del regista/musicista, richiama un po’ “Morte a 33 giri”, mescolando “The Wickerman” e “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

L’Italia non sta certo a guardare. Il “Dracula 3D” di Dario Argento, presentato in anteprima al festival di Cannes, è uscito nei cinema a novembre ed è atteso il blu ray per marzo. Il regista ha svelato a Ciak che, dopo quarant’anni di carriera, gli piacerebbe rifare “L’uccello dalle piume di cristallo”. Il maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti, si dice invece tentato da un remake/spin-off del cult “Dèmoni” di Lamberto Bava. Adattarlo ai tempi di oggi non è una sfida impossibile: basta aggiungerci qualche zombi. E una vittima sacrificale al centro.