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One Man Brand



Foto di Keeho Casati

Faccio un breve excursus sulla mia vita: nasco in Iraq nell’estate del ‘79, da padre iracheno e madre italiana e dopo pochi mesi di vita i miei tornano in pianta stabile a Firenze dove sono cresciuto e dove vivo tuttora. Quando finii gli studi (ho studiato design della moda presso il Polimoda) mi trasferii a New York dove per un anno ho lavorato presso l’azienda di abbigliamento street Zoo York. Era il 2002 e in quegli anni l’essere nato in un paese definito “a rischio” non mi ha permesso di restare a vivere nella Grande Mela.

Costretto quindi dalle circostanze a tornare in patria, ma determinato a continuare quello stile di vita che avevo assaporato lavorando per un brand tra i più famosi nel momento di fermento dello streetwear ho deciso che mi sarei creato io il mio spazio e la mia scena in Italia. Ovviamente esistevano già realtà street più o meno grosse in giro per la penisola, ma se proprio dovevo scegliere un alternativa a New York volevo che fosse Firenze.

Quello che feci fu semplicemente mixare e personalizzare ciò che avevo vissuto in un anno di America. Così aprii un negozio che si identificasse sia come brand, ma anche come select store per far capire dove volevo posizionare il brand (come avevo visto fare a Supreme, Alife e Union), iniziai a creare curiosità nella gente con gli stickers (come faceva Zoo York o qualsiasi altro brand newyorkese), organizzai feste legate al marchio (come era consuetudine per tutte le entità street style che avevo frequentato), cercai di creare l’hype rendendo irreperibili le maglie se non per le persone più “cool” che conoscevo come dj, writer, rapper, etc (idem come sopra), il tutto cercando di ricrearlo a modo mio.

Da questa base è nato in modo del tutto naturale un attitudine al lavoro del tutto atipica rispetto alla norma. Quello che mi ha contraddistinto in questi anni è sempre stata la voglia di buttarmi in nuove avventure e di creare un sacco di connessioni.

Per riassumere velocemente di ciò che è successo in questi intensissimi anni posso dire che il primo negozio inizialmente era un contenitore di idee con tanto di studio e più che altro strutturato come punto di ritrovo che nel corso degli anni si sono riconfigurati in modo separato, soprattutto grazie alla conoscenza di altre persone motivate ad inventarsi un lavoro, con l’apertura di altri tre spazi: oltre al negozio Gold che si è spostato definitivamente in via Gioberti, zona commerciale di Firenze, è nato il Logic (club privato dove si organizzano serate ed eventi di vario tipo) e Multiverso (co-working e base operativa di Gold).

Non ultimo, un altro dei mille progetti nati da questa predisposizione a buttarmi un po’ nel vuoto, è Goldworld.it. Questo progetto si è delineato nel tempo per essere ciò che mi piacerebbe trovare sul web, ovvero un web magazine generalista che tratti di vari temi con un linguaggio e dei contenuti più consoni alla mia generazione.

Ovviamente in questi anni non tutto è andato sempre come volevo o come credevo che fosse giusto, ma ad oggi, che le basi del brand (e quindi di conseguenza quelle della mia vita) si sono consolidate mi posso ritenere fortunato di avere un lavoro che non considero tale, ma che etichetto più che altro come uno stile di vita.

Ed è così che Omar Rashid si trasformò in Mr. Gold.