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Rap

On Fleek Selecta: Suono sporco



Eccoci tornati con un nuovo episodio di On Fleek Selecta, la rubrica curata da On Fleek e Gold, nella quale parliamo di dischi che non trovano spazio all’interno di On Fleek – The Rap Talk Show.

Oggi parliamo dell’ultima fatica di un pilastro del rap old school italiano, un grande DJ, producer, collezionista di dischi funk, soul e jazz; passione che poi riversa a piene mani nella sua musica e nei suoi djset. Parliamo di DJ Fede, che è recentemente tornato sulla scena con il suo album “Suono sporco”.

Finalmente un sound tradizionale che non fa scattare l’operazione nostalgia o ancor peggio il cringe, tipo fare un pezzo dance che sembra una canzone di Vasco del ’99.
Tra le prime cose che fece DJ Fede, ci fu quella di curare “50 Mcees Vol.2”, di cui probabilmente molti si ricorderanno. DJ Fede è un DJ storico della scena italiana, ha collaborato con una miriade di artisti Hip Hop negli ultimi trent’anni. Il suo ultimo lavoro, “Suono sporco”, suona sporco, suona PHAT, come si diceva ai tempi: Zampa diceva “un beat grasso”. Chissà se nel 2022 si può ancora usare questo termine senza suonare grass*fobici.

L’album inizia con qualcosa che fa subito tornare in mente “Cubetti Tricolore”, storico intro di “Morte dei Miracoli” di Frankie. Sin da subito si capisce che il “genere” di musica che si sta per ascoltare è totalmente diverso da praticamente tutto il panorama italiano (e forse anche internazionale?) mainstream; totalmente diverso anche dalle recentissime wave in cui sembra che tutti vogliano tornare a rappare, quando in realtà si mischiano i piani del rappare e dell’essere conscious.

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DJ Fede – “Suono sporco”

  1. “Istruzioni per l’uso (intro)” – ( feat. DJ Pandaj )
  2. “Suono sporco” – ( feat. Il Turco, Dj Tsura )
  3. “Bordo lago” – ( feat. Dj Tsura, RollzRois )
  4. “Trentadue” – ( feat. Nerone, Dj Tsura )
  5. “World Is Yours” – ( feat. The Musalini, Dj Tsura )
  6. “Metaforico malinconico” – ( feat. Claver Gold, Dj Tsura )
  7. “Milan Horror Night” – ( feat. Montenero, DJ Lil Cut )
  8. “Tuttora non smetto” – ( feat. Dafa )
  9. “Chi c’è?” – ( feat. Gionni Grano, Dj Double S )
  10. “God is the Geatest” – ( feat. Clas K., Less Torrance )
  11. “Morire a Tokyo vestito di blu” – ( feat. Lanz Khan )
  12. “One Man Band” – ( feat. Poppa Gee )
  13. “Purple pioggia” – ( feat. Davide Bates, Clas K. )
  14. “Street Poetry” – ( feat. The Musalini, Dj Tsura )
  15. “The Chronicles (Outro)” – ( feat. Dj Bront )

Questo disco non è conscious, è Hip Hop in quel modo in cui si faceva negli anni ’90, con il beat con dei sample funk, con lo scratch e con dei rapper che rappano e non vanno fuori tempo. Abbastanza semplice, ma allo stato attuale, anche abbastanza complicato da mettere in pratica. Dalla traccia due in poi si alternano quindi numerosi MCs su beat e scratch di DJ Fede e ospiti.

Da ascoltare? Si, se sei nato prima del 1990 ti ricorderà una serie di mood e di ambientazioni che ormai reputavi perse per sempre; si, se sei nato dopo il 2000, perché se hai culo ti potrebbe capitare di prendere spunti per approfondire ciò che l’Hip Hop è stato per una certa generazione in un certo periodo storico in Italia.

On Fleek Selecta: Suono sporco

Ad esempio: praticamente tutti i pezzi hanno degli scratch di pezzi vecchi di rapper italiani noti, e alcuni tutt’ora alla ribalta (i Club Dogo, Tormento, Bassi nella bellissima outro).
Ricordo come un tratto distintivo degli album collettivi fatti dai DJ, il fatto di scratchare le voci di brani passati, magari degli stessi rapper ospiti nel brano in questione. Era autoreferenziale e per questo molto bello; del resto l’Hip Hop italiano aveva proprio la caratteristica onanista di parlare sempre di se stesso.

DJ Fede“Suono sporco” su Spotify

Fino a qui le note positive (?).
Le note negative: almeno la metà dei rapper va perfettamente a tempo, ma suona un po’ forzato nel fare pezzi old school; se gli argomenti di cui riescono a parlare, poi, sono quelli più comuni attualmente (tipo quanta bamba stendi o quanti grammi hai nel naso…).

La nota negativa sopra tutte le altre: davvero l’unico rapper di New York che fosse disponibile e avesse uno stile anni ’90, è uno che si chiama Mussolini? A parte che tutti sanno che il Mussolini piu’ famoso è Big Syke degli Outlawz, ma poi questo The Musalini suona come Jadakiss quando non aveva ancora firmato coi Ruff Ryders. (attenzione: potrebbe sembrare un complimento, ma non lo è.) I due beat dedicati a lui però sono calzatissimi, DJ Fede azzecca il suono newyorkese.

Sparo Manero (Il Turco) e Dafa coi loro pezzi riportano l’ascoltatore a “quei tempi”, anche in questo caso nel bene e nel male. Ad esempio: da quanto tempo non ascoltavate la parola DOPPIA ACCA non ironicamente? Dafa più forte di Sparo, come del resto era anche illo tempore.
Nerone è quello che chiude le rime in maniera più moderna nell’intero disco, è probabilmente il più forte del disco. Peccato per i riferimenti alla bamba.

“Metaforico” e “Milan Horror Night” sono da ascoltare più volte. Direi che sono le mie due preferite, perché Montenero mi è sempre piaciuto e perché Claver Gold non lo conoscevo, ma è molto preciso e circoscritto nell’ambientare il suo pezzo. Tra i nuovi, quello da segnalare certamente è RollzRois (che ricorda un po’ Ensi, e questa volta è un complimento).


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