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Rap

Testa Distratta | Deludo



Nuovo album di Testa Distratta.

Il 13 dicembre 2021 ha visto la luce “Deludo” il nuovo progetto di Testa Distratta, conosciuto anche con lo pseudonimo di Sputo, rapper della capitale attivo dal 2012. Già con l’album precedente “Psicologia d’Hashish”, del 2020, aveva dato prova di una ricercatezza a tutti i livelli, dal tappeto sonoro alla poetica, senza mollare mai la presa sui contenuti.

A questo nuovo giro Testa Distratta direziona il suo lato sperimentale verso linee sempre più marcate, tanto da rendere l’album interessante per la carica innovativa, qualcosa che si contraddistingue indubbiamente per qualità e originalità.

“St’ altalena salta, mi balla scalza dentro ogni pozzanghera, la dignità fa balzi in petto, chi si sdegna abbrevia il resto e mastica. Sempre pensato di avere una mente elastica, ma la tensione è tanta che spezza la quotidianità. “

Brano “Convivo” – “Album Deludo”
Testa DistrattaDeludo (Album Cover)

Intro al viaggio.

La ricchezza di dettagli diventa in questo caso complessità che gioca in un onda di andata e ritorno tra la quiete del nulla e il caos del tutto. È complessa la poetica che si articola in incastri da giocoleria acrobatica. È incredibile l’utilizzo di un tappeto sonoro che segue di pari passo ogni pensiero espresso, creando giochi che scardinano il flusso, lo frantumano e poi lo elevano con una nuova spinta. Quest’album è a mio parere una tappa di fondamentale importanza nel viaggio di Testa Distratta, poiché inscena la resa dei conti, il bilancio alla fine di un ciclo, davanti al giudice più spietato in assoluto: la Vita.

“C’è una linea immaginaria finissima, se la oltrepasso poi sarà la fine, come al solito mi dai una spinta quando mi vedi indeciso e questa volta supero il confine, mi vedi impazzire mi vedi impazzire mi vedi impazzire…”

Brano “Impazzire” – Album “Deludo”

Testa Distratta ci porta in viaggio attraverso la narrazione di un nastro che si riavvolge e analizza il prima e il dopo. Michele lascia che i pensieri e le parole vadano alla deriva seguendo l’onda anomala che lo ha travolto. Come un vero e proprio cantastorie si mette davanti allo specchio e affronta i riflessi che lo hanno accecato e gli spettri che gli hanno dato la caccia fino a metterlo nell’angolo, senza vie di fuga.

Testa Distratta“Atmosfera” (prod. Super Soul scratch Pep.One) (2° estratto di “Deludo”)

Deludo

Dal latino si può comprendere meglio l’etimologia del verbo deludere, che va a braccetto con illudere e appartengono entrambe allo scenario del gioco Ludus (burla, scherzo, inganno).

Mentre nell’illusione abbiamo a che fare con un gioco che ci “appare” reale, concreto e duraturo, nella delusione entriamo nello scenario dell’uscita dal gioco. La delusione arriva nel momento in cui credevamo in qualcosa di vitale che ad un certo punto svanisce e si dissolve ponendoci davanti all’amara scoperta dell’illusione che ci eravamo creati.

Testa Distratta ci arriva con un cuore leggero, un cuore che ha voluto bene e che pensava ingenuamente di meritarsi un po’ di pace. È l’animo giovane e umanista che crede nelle possibilità risolutive della vita e nella linea regolare e uniforme di quello che può apparire un pianerottolo lungo una scala di alti e bassi.

Il cuore, la perdita.

Ma al posto del pianerottolo Testa Distratta si trova senza un pavimento sotto i piedi e un tetto sopra la testa. Il senso di perdita di qualcosa di necessario, al punto da sembrare scontato, lo manda in corto circuito (qui il tappeto sonoro porta nello scenario con un’abilità veramente speciale).
La perdita di equilibrio racconta di un funambolo che ce l’ha messa tutta fino a trattenere il respiro per cercare di non cadere, ma poi arriva inesorabile lo schiaffo in faccia di una vita che non fa sconti e non strizza l’occhio a nessuno. Testa Distratta viene inghiottito da un vortice di immagini fatte di ricordi, dejavù, aspettative e sensazioni intime delicatissime.

“Mi avvio che è tardi, coloro entro i bordi fior di ricordi ad appassir gli sfondi e non mi rispondi, scordi tutto e c’erano altri accordi. Malinconico che ora c’ho un manicomio nello stomaco ti accorgi?”

Brano “Atmosfera” – Album “Deludo”

La giostra.

La voce degli altri si sovrappone alla sua e il racconto è un susseguirsi di contaminazioni a più visioni fino a perdere il contorno di un sé che per ritrovarsi può solo perdere completamente i suoi connotati. Ed è proprio quando le parole esalano lo stato d’abbandono alla forza bruta della vita stessa che la giostra ricomincia a girare.

Testa Distratta a metà del viaggio trova una nuova forza per andare avanti, non più uno scopo o un senso, ma un qualcosa di più affine all’eternità e per certi versi all’immortalità. Testa Distratta entra nel cuore del vortice e stringe un patto con la Vita, quella che dà e toglie senza un motivo, quella che crea e distrugge senza preavviso.

“Vita enigmatica femmina che non capisco, sei madre che tutto insegna deludendo il figlio. Fallimenti i connotati per cui mi assomigli ed io ti rassomiglio. Puro affetto materno, canti dolci ninne nanne rese menefreghismo prima di morire per tornare in grembo.”

Brano “Triste” – Album “Deludo”
Michele Arena Aka Testa Distratta

Ludos

Il gioco Ludos ricomincia, ora però non è più la vita a burlarsi di Michele illudendolo e deludendolo, ma è Michele stesso che entra nel meccanismo Vitae e gioca con l’impermanenza e la vacuità tanto affascinanti quanto devastanti.

L’arte del gioco è basata su una metodica incessante sia nel suono che nella parola. Con lo spirito libero e sperimentatore Testa Distratta trova il filo che lo guida fuori dalla nebbia e dalla delusione. Il suono più di tutto lo fa riemergere con una luce nuova negli occhi, piccola come una scintilla ma libera dalle illusioni che diventano condanne.

E partendo dall’estendere le possibilità di intrusione e sovrapposizione dei suoni Testa Distratta ci propone una giro di giostra che unisce l’atmosfera armonica di un carrillon al suono basso e ipnotico di una base che ha punte di ricerca dell’equilibrio nella disarmonia.

Il tappeto sonoro ci riporta alle sperimentazioni del Progressive anni ’70 e del Free Jazz con una ricchezza di sonorità e una varietà di strumenti utilizzati, fuori dal comune.

Vi lascio il brano che a mio parere fornisce un ottimo assaggio sia del concept che del tappeto sonoro.


Le tracce “Bu” “Atmosfera” sono presenti in Keep Playin’, la Rap Radio Playlist di Goldworld!
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