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Cinema

Mulholland Drive al cinema



Vi do un consiglio: se scoprite che al cinema rifanno un film vecchio, che avete già visto, ma che vi piace molto; andateci assolutamente, soprattutto se non l’avete mai visto al cinema. Io l’ho fatto con “Ritorno al futuro” e “Amore tossico“, sono persino tornata a vedermi “Titanic” dopo 20 anni; e ovviamente per “Mulholland Drive“, capolavorone di David Lynch, che hanno ributtato in sala per i suoi vent’anni, non ho fatto eccezione.

Inutile raccontarvi la trama o mettersi ad analizzarlo: “Mulholland Drive” è un film di Lynch, e quindi potremmo stare qui per ore e non concludere niente; sia mentre cerco di spiegarvi di cosa parla, sia mentre cerco di spiegarvi cosa significano le scene. (Ammesso e non concesso che poi uno si fidi dell’interpretazione).

Vorrei invece, con l’occasione, celebrare l’importanza di andarsi a vedere i film in sala, un’abitudine che piano piano si sta affievolendo; anche se non penso che la colpa sia del tutto degli spettatori, come molti asseriscono. Comunque so che non è un’esperienza che piace a tutti, quindi capisco bene se smetterete di leggere qui.

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“Mulholland Drive”

“Mulholland Drive” è uno di quei film che, visti al cinema, acquistano un valore aggiuntivo incredibile. Infatti, come spesso accade con molti prodotti di Lynch, audio e video sono fondamentali, e lo sono soprattutto in questo film; con i suoi momenti di nero, le musiche avvolgenti e i rumori. (Ricordiamoci che quasi niente nel cinema di Lynch è casuale, compresi, appunto, i rumori, spesso veri protagonisti delle scene). Volete mettere vederselo sullo schermo di un computer o su una tv? Tutta un’altra cosa.

Poi c’è la questione della scena del “Club Silencio”, che è meta-cinematografica alla potenza, e vista al cinema è ancora più straniante e coinvolgente. Ok, io piango pure per le pubblicità di Natale della Coca-Cola, ma vi giuro che non pensavo, eppure mi sono commossa, e ‘sto film l’avrò visto dieci volte.
Insomma, per un appassionato era davvero difficile trovare una scusa per non voler vedere questo film in sala. E lo ha dimostrato il fatto che il cinema che abbiamo scelto era pieno; e che questa proiezione per il ventennale ha avuto talmente tanto successo che invece di farla durare solo tre giorni i cinema italiani l’hanno estesa per permettere a chi non ci era riuscito di tornare a vederlo.

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Fra l’altro, aggiungo, mai visto un pubblico così disciplinato: non volava una mosca. Non voglio fare quella che dice che il cinema è un’esperienza mistica; però sono stata contenta di vedere una sala piena come un uovo senza rumori, gente che parla, luci dei cellulari. Anche perché per quell’esperienza c’è già casa tua, se il film me lo vado a vedere al cinema è anche per concentrarmi in maniera differente. (Esatto: io sono quella persona fastidiosa che fa “SHHH!!” appena uno cambia posizione).

Scherzi a parte: “Mulholland Drive” è un film che vuole la sala cinematografica; e come lui così tanti altri film che, vi assicuro, cambiano registro, se visti al buio e con un impianto audio che fa tremare i muri.

C’è da dire però che un film se lo deve anche meritare, di essere visto in sala; e questo credo che dipenda da tanti fattori, in particolare dalla distribuzione (e probabilmente, ormai, anche dal periodo storico). Chiaramente a nessuno va di ritrovarsi in una sala chiusa con un sacco di gente che tossisce. Non ci andava nel 2019 e di certo non ci va in un mondo in preda a una pandemia.
I prezzi, diranno alcuni, sono un altro problema: saliti in maniera oscena, in alcuni cinema, a volte ti fanno chiedere come mai; visto che mi è capitato di pagare undici euro di biglietto e di trovare audio e video incommentabili, e a questo punto tanto vale che rimanessi sul divano.

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Visto che è partita la polemichetta, concludo dicendo che forse l’insuccesso di “The Last Duel”, che tanto ha fatto rosicare Ridley Scott, nel mio caso non è dipeso dal fatto che sono una “millennial col cellulare sempre in mano”; (fra l’altro qualcuno gli spieghi che i millennial hanno 35 anni, e sono esattamente il suo target), ma forse è dipeso dal fatto che in sala l’hanno tenuto due giorni di numero. E parlamose chiaro Ridley, io ci volevo andare, ma pure te fatti sentire coi distributori, non è che uno se la può sempre prendere coi social network.

Una cosa importante: rimetteranno al cinema anche “Arancia Meccanica”.
Andateci, così poi mi potete dare ragione (o torto, ma so il fatto mio: i film è meglio vederseli al cinema, fateve servi’).


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