Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
L'ODIO CHIAMA ODIO
Writing

Ride the Beast torna in formato cartaceo



Ride the Beast è il nome di un magazine riguardante il Graffiti Writing nato, in formato virtuale, nel 2005; ora, a dieci anni dalla sua ultima pubblicazione, il mag è tornato con il quinto volume in formato cartaceo.

RTB si è sempre occupato principalmente di Writing, con una particolare attenzione nei confronti delle Hall of Fame, ma mantenendo il focus anche sulla Street e sui Pannelli.

Le prime cinque edizioni della rivista, contando anche il Volume 0, sono tutt’ora scaricabili gratuitamente dal sito; e contengono uno spaccato che ci offre una buona visione di opere che vanno dal 2006 al 2011 circa.

Il volume 5, uscito qualche giorno fa, invece è il primo ad essere stato stampato in forma cartacea. Al suo interno questa volta troveremo una selezione di Hall of Fame e murate in posti abbandonati; oltre che ai focus sugli artisti: Luca Font, Nico 189, Spice, SoCool420, Faker, Fosk, Ghen, Reser, Siero, Antre e No Color Sketch.

Ride the Beast - Volume 5

In occasione dell’uscita del quinto volume del magazine, io e Salvo abbiamo voluto fare qualche domanda a Maurizio What di Ride The Beast riguardo la nuova uscita.
Check it!

Ciao Maurizio, raccontaci, come e quando è nato Ride The Beast?

Ride the Beast nasce nel 2005 da un’idea di Imen e un suo caro amico videomaker: produssero una VHS che raccoglieva foto, un po’ di action e un’intervista a Pol della Sabo. Io iniziavo a fare le prime cose come graphic designer e mi occupai solo dell’aspetto grafico, logo e copertina. La produzione e la raccolta del materiale erano parecchio complicate, quindi il progetto sembrò finire con quell’episodio, ma nel 2006 ha cambiato pelle e divenne una webzine.

In quegli anni il Writing iniziava ad avere sempre più “luoghi” in rete, forum, siti dedicati, io lavoravo come web designer insieme a Mozi, e ci venne quasi naturale provare a farne una versione esclusivamente digitale. Credo fosse l’unica, e sebbene alcuni non approvassero un prodotto del genere, a ogni uscita i download aumentavano, quindi siamo andati avanti per un po’.
Per i nostalgici, le ho ricaricate qui.

I primi quattro numeri del magazine ci hanno raccontato il periodo che va dal 2005 al 2011, anni che sicuramente hanno segnato il writing italiano.
Ora, quasi 10 anni dopo, uscirà il 5° volume del mag, cosa ti ha fatto tornare sulla scena?

I lockdown, tutto merito loro. *sorride*
Negli ultimi anni avevo messo in pausa il Writing, mi ero messo a tatuare e tutto il mio tempo era dedicato a quello. Durante uno degli ultimi lockdown appunto, Vickie mi ha tirato in mezzo per andare a dipingere e da li è ripartito tutto, il giorno dopo ho contattato i vecchi soci della crew per iniziare a raccogliere le foto e pensare agli speciali.

Ma se nel 2006 una fanzine digitale mi sembrava al passo coi tempi, nel 2021 mi sono reso conto che era necessario portarla nel mondo reale. La rete è più effimera del Writing stesso: spariti i siti e i forum che custodivano quegli anni, sparite le foto.

Cosa è cambiato nell’ambiente secondo te in questi anni?

Il Writing lo scopri da ragazzino, quindi dovremmo parlare di come sono cambiati i ragazzi di oggi. Ai tempi cercavi di differenziarti, oggi l’esatto opposto. I social media non aiutano, prima ci si inventava i nomi, ora si cerca l’hashtag giusto da mettere sotto una foto.
La ricerca senza l’aiuto di internet era molto più intestina, imparavi le fanze a memoria, conoscevi loop e incastri di writer che probabilmente non avresti mai conosciuto, ma da cui stavi imparando qualcosa. Se hai tutto a disposizione inevitabilmente ti impigrisci.

Ma alla fine, le generazioni più vecchie han sempre fatto fatica a capire le successive: adesso è il loro momento e tra qualche anno ci diranno come è andata effettivamente.

Pensi che le diverse pagine di Spotting su Instagram abbiano cambiato il modo di vedere le fanzine?

Hanno tolto l’emozione di vedere un pezzo inedito, su Instagram c’è più o meno tutto. Per ora.
L’idea di farla cartacea nasce proprio da questo problema, se le pagine di Spotting chiudessero o lo facesse lo stesso IG, tutto perso. Di nuovo.

Ride the Beast - Volume 5

Hai riscontrato difficoltà della realizzazione di questo nuovo numero?

In questo senso i social sono stati preziosi, contatti velocemente chiunque e riesci a raccogliere parecchio materiale in tempi ridicoli.

La vera difficoltà è stata diventare il one man band della faccenda: seguire la pagina IG, contattare la gente e fare la grafica del nuovo numero. Ma alla fine il covid ci ha abituato a star da soli, quindi ero allenato.

Ride the Beast - Volume 5

Cosa possiamo aspettarci da questa nuova uscita?

Su questo numero la raccolta si è concentrata solo sui muri, con una sezione bella corposa di fabbriche abbandonate.

Ho cercato di fare una fanzine che non sembrasse un album di figurine, con pagine bombardate di pezzi, ma di darle un taglio più pulito, foto grandi e dove i pezzi avessero aria all’interno della foto stessa.
Ci sono molti speciali, 11 in totale e diversissimi tra loro, secondo me raccontano bene il momento che il Writing sta vivendo.

In copertina ho voluto inserire un handwriting di Heat (presente con uno speciale sul numero 3 di RTB), bello violento, perché ok che ci sono 200 pagine di muri, ma il Writing parte da lì.

Questo volume è uscito in edizione limitata di 100 copie, dove possiamo trovarlo?

Per il momento attraverso la pagina Instagram!


Link Utili

Sito Web (Link)
Pagina Instagram (Link)