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#YES | La scena rap e trap italiana nelle foto di Luca Giorietto



Una macchinetta fotografica, un flash e una manciata di minuti a disposizione, è così che Luca Giorietto, backstage dopo backstage, ha realizzato più di 30 ritratti fotografici ai rapper e trapper italiani. 

Scatti talmente belli ed unici che gli stessi artisti li hanno richiesti per postarli sui propri social. Il progetto prende il nome di #YES, YOUR EGO SUCKS e questa è l’intervista al suo ideatore, Luca Giorietto (Link al suo sito)

Parlami del tuo progetto fotografico #YES 

Il progetto nasce dalla voglia di esplorare nuovi territori (musicali e non) attraverso la fotografia. Il mio background è fatto di un mix di musica alternative, post-punk, noise, rock, lo-fi, electro e molto altro, ma ho anche ascoltato artisti come i Beastie Boys, uno dei gruppi fondamentali nella storia del rap. 

Per quanto riguarda la musica italiana, mi sono innamorato di artisti come Gemitaiz e Salmo e, per esempio, delle produzioni di Night Skinny, Tha Supreme e Charlie Charles. 

Da lì è iniziato tutto. Ho voluto sfidare me stesso in un mondo che mi apparteneva di meno e che fin da subito mi ha regalato energie e stimoli nuovi. È una bellissima sensazione entrare, attraverso la fotografia, in altri contesti senza mai snaturare le mie origini ma anzi, portando avanti la mia visione della scena.

Axos
Axos – Luca Giorietto

Il nome che gli hai dato è molto provocatorio: Your Ego Sucks, che tradotto significa “Il tuo ego fa schifo”. Trattandosi principalmente di celebrità musicali (che come tutti gli artisti) hanno spesso un ego eccessivo, viene da pensare a diversi significati. A chi è rivolto quel “Your Ego Sucks”?

#YES – Your Ego Sucks non vuole essere un titolo provocatorio. È ironico perché gioca sullo stereotipo dello swag, spesso associato al mondo del rap. Mi piace giocare con quel tipo di mood senza voler puntare il dito su nessuno. Mi diverte l’idea di celebrare il mondo del rap e nello stesso tempo di “smontare” un certo stereotipo che non si addice a tutti. Ho sempre avuto a che fare con artisti molto disponibili e interessati al progetto. 

Gemitaiz - Luca Giorietto
Gemitaiz – Luca Giorietto

È interessante il fatto che non sono gli artisti a venire nel tuo studio, ma sei tu ad andare nei loro backstage. Come ti relazioni con uno spazio sconosciuto e con il poco tempo che hai a disposizione per lo scatto?

Nonostante non conosca la situazione ed il tempo a disposizione sia poco, cerco sempre di sfruttare la circostanza al meglio. Osservo attentamente lo spazio ed individuo l’angolo migliore per il ritratto, non scatto mai a caso. È una bella palestra, mi spinge a creare il meglio possibile con quello che ho a disposizione. Quell’adrenalina non ha prezzo.

Ghemon
Ghemon – Luca Giorietto

Riesci sempre a giocare abilmente con luci ed ombre e trovi il modo di raffigurare l’artista davanti ad un fondale colorato. Quanto è post-produzione e quanto è fortuna ed occhio? 

Riesco a comporre una situazione sia perché, come detto precedentemente, faccio allenamento (tra cui scouting) sul posto, collaudando il mio modo di guardare, e sia perché spesso ho già un’idea formata. La fortuna entra in gioco se trovo una location interessante senza dover cercare troppo a lungo uno sfondo ottimale. Per quanto riguarda la post-produzione credo che sia una fase naturale del processo creativo. C’era con la fotografia analogica e c’è oggi col digitale tramite gli appositi programmi.

Gué Pequeno - Luca Giorietto
Gué Pequeno – Luca Giorietto

Con la post-produzione ogni fotografo può definire ulteriormente il suo stile, non significa migliorare o peggiorare una foto ma semplicemente dare la propria impronta. Per me la personalità dell’autore si esprime già nello scatto, la post-produzione definisce il resto. Ognuno ha il suo stile e le sue preferenze, c’è chi post produce poco, chi tanto, chi per nulla. Si arriva ad un risultato finale con il processo creativo che più ti rappresenta, ed è bello così.

Izi
Izi – Luca Giorietto

Dai ritratti emerge spesso un segno di inquietudine, come se tirassi fuori la parte più oscura dell’artista. Cosa ha portato a questa scelta? 

In realtà, da autore, non ci ho mai fatto caso. Mi è sempre venuto naturale, in questo contesto, rappresentare così gli artisti. Più di una persona mi ha fatto notare la caratteristica “dark “dei ritratti, probabilmente ho questo stato d’animo interiorizzato. 

Di certo il mio gusto personale non mi ha mai portato a ricercare lo scatto “cheesy”, in cui l’artista mi sorride spensierato. 

Madame
Madame – Luca Giorietto

L’espressione in un ritratto fotografico può comunicare molte cose, sei tu a suggerire la posa che deve assumere chi hai davanti? 

L’espressione è importantissima, sia quando è costruita sia quando si cattura un momento spontaneo e meno ricercato. Tutto è molto soggettivo ma in genere ho un’idea di base, il resto è dettato dal flow del momento e dal rapporto che si crea tra fotografo e artista.

Salmo - Luca Giorietto
Salmo – Luca Giorietto

Parlami del tuo percorso fotografico.

Il mio percorso fotografico nasce dieci anni fa in un periodo in cui mi dedicavo a realizzare poster ed altri lavori grafici per alternative-bands attive in Italia ed in Belgio. 

Costruivo mondi visivi attraverso l’uso del collage classico che poi scannerizzavo fino ad orientarmi man mano verso programmi di fotoritocco. Assemblavo soggetti umani ed oggetti in una visione un po’ alla Lewis Carroll. Da lì, mentre studiavo presso l’Accademia di Belle Arti, ho seguito un corso di fotografia e ho cominciato a scattare alcuni ritratti a band di amici. Tutto il resto è venuto un po’ alla volta. Di certo le mie influenze provengono da tanti settori. Posso sicuramente citare il pittore Edward Hopper ma anche gli espressionisti, il graphic designer Vaughan Oliver (che ho avuto l’onore di ritrarre qualche anno fa prima della sua recente scomparsa), i registi cinematografici William Castle, Terry Gilliam, Peter Greenaway e Gus Van Sant, i fumettisti Guido Scala e Sergio Asteriti. Se dovessi citare le mie influenze fotografiche la lista sarebbe infinita.

Tutto il resto è venuto un po’ alla volta. Per quanto riguarda il futuro continuo per la mia strada e poi chissà.

Sercho
Sercho – Luca Giorietto

Raccontami un episodio degno di nota avvenuto durante uno dei tuoi scatti.

Al momento non riesco a parlare di un solo episodio, sono tutti incontri indimenticabili che mi hanno permesso di conoscere persone e contesti davvero interessanti, come la realtà di RapAdvisor. Mi piace ricordare quando ho incontrato a Milano, nel backstage del “Propaganda Festival”, Daria Bignardi. La ammiro da sempre e vederla in quel contesto non ha fatto altro che confermare la mia stima per lei, giornalista con la voglia di esplorare la cultura senza alcun confine.  

Speranza - Luca Giorietto
Speranza – Luca Giorietto

Intervista di Livia Fabiani