Margherita Landi

LUCKY (2018)

Il progetto è una riflessione sull’intimità nell’ottica di sollevare domande sull’identità. Sono io a creare intimità? Sono io a violarla? O sono io ad essere violato?La soggettività dei sentimenti e la prossimità tra gli esseri umani sono quindi alcuni dei temi esplorati. La poesia di Wislawa Szymborska diventa il mantra del movimento in scena, proiettando un’idea di labirinto come metafora della prospettiva soggettiva dell’individuo. Il labirinto può dunque diventare il posto a cui sfuggire o il posto in cui entrare per trovare se stessi.

“Deve pur esserci un’ uscita,

è più che certo.

Ma tu non la cerchi,

è lei che ti cerca,

e lei fin dall’ inizio

che ti insegue

e il labirinto

altro non è

se non la tua, finché è possibile,

la tua, finché è tua

fuga, fuga –“

(estratto da “Labirinto” di Wislawa Zsymborska)

Musica: Piero Corso

Danza e voce: Margherita Landi

LUCKY (2018)

Il progetto è una riflessione sull’intimità nell’ottica di sollevare domande sull’identità. Sono io a creare intimità? Sono io a violarla? O sono io ad essere violato?La soggettività dei sentimenti e la prossimità tra gli esseri umani sono quindi alcuni dei temi esplorati. La poesia di Wislawa Szymborska diventa il mantra del movimento in scena, proiettando un’idea di labirinto come metafora della prospettiva soggettiva dell’individuo. Il labirinto può dunque diventare il posto a cui sfuggire o il posto in cui entrare per trovare se stessi.

“Deve pur esserci un’ uscita,

è più che certo.

Ma tu non la cerchi,

è lei che ti cerca,

e lei fin dall’ inizio

che ti insegue

e il labirinto

altro non è

se non la tua, finché è possibile,

la tua, finché è tua

fuga, fuga –“

(estratto da “Labirinto” di Wislawa Zsymborska)

Musica: Piero Corso

Danza e voce: Margherita Landi

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