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Assalti Frontali



DEIV:Com’è andata ieri a Pisa (ieri = 7 giugno 2008)?

ASSALTI FRONTALI:Molto bene, c’era un sacco di gente e non ci sono stati problemi.

DEIV: In questi giorni sta per uscire il vostro nuovo disco, potete parlarcene un po’? Per la distribuzione vi affiderete ancora una volta al Manifesto?

ASSALTI FRONTALI: Il disco uscirà questa settimana e si chiamerà “Intesa perfetta”. Il titolo è venuto fuori quando stavamo ultimando il disco precedente.
È un tributo ai momenti di incontro con i tuoi simili, in un mondo come quello di oggi che invece tende a dividere ed isolare le persone.
Per la distribuzione ci affideremo ancora al Manifesto col quale ci siamo sempre trovati bene.

DEIV:Voi siete un gruppo che ha sempre avuto un atteggiamento militante e che no ha mai nascosto le sue idee. Qual’è la vostra opinione sull’attuale situazione socio-politica italiana?

ASSALTI FRONTALI:Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti che vanno metabolizzati.
La sinistra è finita fuori dal governo mentre la destra, al momento, “sembra” avere le risposte che la gente vuol sentire. Abbiamo un sistema economico che produce insicurezza nella gente e questo è un problema.

DEIV: Qual’è la vostra idea sullo stato dell’ hip hop italiano grazie alla sua ritrovata esposizione sui grandi mass media?
Credo che stiamo attraversando una situazione simile a quella delle metà degli anni ’90 anche se poi sappiamo bene com’è andata a finire.

ASSALTI FRONTALI:Credo che il successo faccia bene, dopotutto il rap è comunicazione: è un momento positivo ci sono più chance a livello comunicativo. L’importante è avere una solidità di fondo, noi ci viaggiamo attraverso (al rap) da anni: inizialmente c’è stata un po’ di competizione ma adesso Assalti Frontali, il progetto, è fratello con tutti.
Poi sai c’è internet che ha ammazzato l’industria discografica.
Però è anche vero che i canali di distribuzione della musica si sono moltiplicati e diversificati.
Dominano comunque le major.
Nel mercato però, va bene esserci: l’importante non è se ci stai ma come ci stai.

DEIV:Due parole sull’esperienza dello scorso anno di “Pass the mic”, che ha visto coinvolti anche Colle der Fomento, Inoki ed Esa.

ASSALTI FRONTALI:Bella ma è durata troppo poco! A Firenze (in occasione del defunto Italia Wave) purtroppo non è venuto granchè.
A Brescia ad esempio c’erano 5mila persone e fu bellissimo.
Al di là dei numeri comunque è stato bello lavorare con altre persone, una vera “intesa perfetta”

DEIV:Sono passati quasi vent’anni dal progetto Onda Rossa Posse.
Come vi siete avvicinati all’hip hop?
Quale’è stato il vostro prima contatto con questa cultura?
Sai, quando ero pischello mi sentivo i tuoi dischi per cui mi domandavo cosa ascoltavi quando eri pischello, e voi?

ASSALTI FRONTALI:Beh tutto nasce intorno a Radio Onda Rossa ovviamente.
Poi cominciarono ad arrivare quelle compilation electro dove c’era Africa Bambaataa e quello era qualcosa di nuovo. Non c’era nessuno che “reppava” per cui al microfono mi ci misi io (Militant A). Iniziammo a fare jam e ad invitare gli artisti d’oltreoceano come Run Dmc e Public Enemy. Il resto è venuto da sé.

Il “resto” come lo chiama Militant A sono quasi vent’anni di storia musicale e di attivismo politico: Assalti Frontali, quando ancora si chiamavano Onda Rossa Posse (del cui progetto facevano parte anche Brutopop e Castro X) vengono considerati da molti i pionieri dell’hip hop in Italia assieme al progetto bolognese dell’Isola.

Se cercate il rap da classifica, non cercatelo qui.
Se cercate rime facili e banali, non cercatele qui.

Grazie a Militant A, Glasnost, Pol G e Bonnot ovvero gli Assalti Frontali.
Respect.


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