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Brucia Troia!



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Grecia, terra di gente furba, di interminabili assedi risolti con astuzia, fortuna e certamente poca cavalleria.
Nel caso di Troia, la guerra si consumò a qualche chilometro dalla madre Turchia, e per quanto discutibile fu la sua fine, quei protagonisti rimasero impressi nella storia del mondo, come metafora della nuova generazione di guerrieri, araldi di sotterfugi poco cavallereschi per ottenere i risultati sperati.
Fu così che due anni fa rividi il tutto: la madre Turchia, i Troiani e gli Achei, l’assedio e la resistenza fino all’ultima goccia di sangue, ma allora la conclusione fu alquanto distorta, fu il debole a vincere e il furbo “cavaliere” ad uscire a testa bassa.
Nessun cavallo, nessuna astuzia, solo umana battaglia di nervi.

Questa volta lo scenario è stato un po’ diverso, i vecchi protagonisti sono tornati, con tratti chiaramente diversi, frutto del passaggio degli anni, ma con l’essenza similare a quegli astuti cervelli che entrarono a Troia con abili sotterfugi. Non avrebbero dovuto passare quel cancello e tantomeno portarsi a casa la vittoria, non avrebbero dovuto in una esistenza ideale, fatta di giustizia e di interesse alla pulizia etica, ma il mondo purtroppo non ha mai richiesto ai suoi ospiti di esser cavalieri (anche se il termine attualmente non è simbolo di rettitudine). Quindi il film si è sviluppato esattamente come la storia ci ha insegnato, così abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione che tra i valorosi e i furbi è consigliato scommettere sui secondi, perché rarità a parte, il piacere di passare alla storia spetta a coloro che, grazie a regali fatti o ricevuti, attengono ciò che si erano prefissati. Da parte nostra nessuna sentenza, ne abbiamo già piene le parti intime, per noi c’è solo l’attesa, sperando di poter essere protagonisti di qualche storica rarità.
Sempre forza viola.