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Multiverso il coworking 2.0



Cerchiamo di rispondere a queste due domande.
Cominciamo dalla seconda.

Multiverso è il primo coworking di seconda generazione, un open space di 600 mq circa dove potranno trovare asilo una quarantina di professionisti. Avendo terminato il vocabolario anglosassone cercherò di spiegarlo in termini meno alieni.

Si tratta di uno spazio condiviso, dove 40 professionisti provenienti da diverse realtà e da diversi percorsi personali potranno lavorare insieme, confrontandosi e crescendo di conseguenza. Ma in questo caso si parla di una crescita vera, economica, che permetta di pagare le già citate professionalità aderenti al progetto. (oltre all’affitto!)

I soci fondatori del progetto sono Antonio Ardiccioni e Silvia Baracani (Switch), Niccolò Pecorini (Zone Future) e Omar Rashid (Gold).

Già una ventina i privati o i soggetti che hanno deciso di aderire a questo innovativo progetto. Tra questi troviamo Betakrea, Snaplive, Ambiente Audio, Apollution Studio, Workhard Philosophy, Zone Future, Switch, Disco_nnect!, Mirror Production, Bulb, Step Two, M-theory ed ovviamente il vostro logone giallo preferito, Gold.

All’interno di questo spazio grafici, giornalisti, uffici stampa, web designer, programmatori, architetti, event manager e promotori culturali potranno scambiarsi le idee per lavorare assieme, trovando, magari nella scrivania adiacente alla loro, quel videomaker che sempre serve al giornalista, o quel fotografo che manca al fashion designer.

Oltre alla 40 postazioni con connessione ad internet infatti, all’interno dello spazio sarà possibile trovare anche un front office, una sala riunioni, una caffetteria e una sala di post produzione audio/video.

All’interno di questo collettivo esteso nasce anche M-theory, un magazine volutamente eterogeneo che si farà portavoce delle varie teste presenti in Multiverso.

Insomma, l’unione fa la forza. E anche di più.

Questo ci (ri)porta alla prima domanda: siamo precari o imprenditori?
Siamo entrambi, siamo i 30-something che hanno deciso di spegnere il navigatore del precariato per gettarsi in territori inesplorati. Quelli dell’ intrapresa, della condivisione di idee, delle teste sempre accese.

Condiviamo la precarietà? Anche. Ma preferiamo dire che “condividiamo opportunità” e non per qualche nostalgica e naif memoria hippie, ma perchè realmente crediamo nelle potenzialità del progetto, del momento storico e, condecetecelo, anche un po’ in noi stessi.

Per chiunque volesse maggiori informazioni su Multiverso il sito di riferimento è www.multiverso.biz. Ma il mio consiglio personale è quello di andarci fisicamente, per vedere di persona la bellezza e le opportunità che questo spazio può dare.

E’ presto per dire se un altro mondo sia possibile. Ma un altro universo sicuramente sì. Noi ci siamo già dentro. E voi?