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Humans Of Gold #6: Il cammino di Massimo e Theo



Il più classico dei pellegrinaggi: il cammino di Santiago. Questa è la storia dell’episodio numero 6 del progetto di storytelling fotografico.

Massimo (66) e Theo (41) sono padre e figlio e si stanno preparando per la loro grande avventura.

La parola ai nostri due eroi.

Il cammino lo faccio con me, o meglio con la parte migliore di me, il mio mentore, mio padre.

Circa un anno fa a mio padre venne diagnosticato il diabete e un po’ per paura e un po’ per necessità iniziò a camminare tutti i giorni un’ora sulla ciclabile. Io dal canto mio ormai sono 5 anni che ho iniziato a camminare o correre (piano). Alla veneranda età di 38 anni ho trovato l’unica cosa che mi rilassa, un antidepressivo naturale e soprattutto l’unica cosa che sono riuscito a portare avanti e nella quale progredisco: la mia dimensione.

Io (Theo) sono una persona molto scostante, facilmente mi innamoro con entusiasmo delle cose e facilmente mi vengono a noia, solo camminare/correre sia solo che in compagnia non mi passa.

Il 31 Luglio dello scorso anno (Massimo) ho visto il film The Way e chiamai mio figlio con un’idea, e la scintilla è saltata sulla legna che accese il fuoco.

Io (Theo) gli dissi che un’ora al giorno di cammino non bastava, che 900 km sono tanti e che pensasse bene a cosa voleva fare e gli dissi che io pure ci avrei pensato. Riattaccai, accesi il pc e feci due biglietti solo andata per Saint Jean Pied de Port, poi richiamai il babbo e gli dissi: “allacciati gli scarponi e inizia a camminare, il 1 Agosto 2017 si parte!

Il cammino si fa per tanti motivi, non solo religiosi, infatti c’è chi sostiene che quella strada fosse battuta molto prima dai Celti e che i cristiani siano venuti in un secondo momento. Comunque lo si può fare per motivi religiosi, per motivi spirituali, per mettersi alla prova fisicamente, c’è chi lo fa per fare una vacanza lowcost, chi per conoscere gente, i motivi sono i più disparati.

Io (Theo) sono credente, non assiduo praticante, ma neanche solo Natale e Pasqua. In media stat virtus… o come si scrive. Quindi prevalentemente per me il cammino è un pellegrinaggio verso San Giacomo, il cammino come espiazione dei peccati come ringraziamento per la vita fino ad oggi. Come preghiera per vegliare sui miei cari ancora presenti e non, e come un’esperienza padre/figlio da portare con me per il resto della vita.

Le nostre paure? La paura di Massimo è di non arrivare. La paura della moglie di Theo è che possa non tornare e rimanere a fare “l’ospitaleros” in qualche albergues! Theo non ha paura: “sono con il mio supereroe e quando sono con lui non c’è niente che io tema, in fondo non ho neanche la paura di non arrivare, perchè comunque l’essenza del cammino è nel viaggio e non nella meta! San Giacomo deciderà se dovremo completarlo o meno… ai posteri l’ardua sentenza. ULTREIA E SUSEIA PEREGRINI”

(Guarda l’episodio precedente di #HOG qui.)