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GIÀ TRATTORIA DA PIETRO
MUSIC

I Fuera ci raccontano The Black Racism



I FUERA sono di Nola ma in costante movimento in tutta la penisola. Sono giovani emergenti: il producer Jxmmyvis e i rapper Same e Diak hanno solo vent’anni e dopo alcune esperienze musicali hanno pubblicato l’album The Black Racism. Le sonorità spaziano dal rap al trip hop, dalla techno fino all’elettronica psichedelica.

Per GOLD si sono raccontati.

Ciao ragazzi, la prima cosa che salta all’orecchio è che pur essendo di Nola non c’è praticamente traccia di una certa “tradizione partenopea” nella vostra musica, a parte forse i 99 Posse. Come mai?

Ciao, intanto grazie mille per lo spazio! Non c’è un motivo preciso, nulla di ciò che facciamo è coscientemente deciso fino in fondo e, anche se in effetti nella nostra musica sono totalmente assenti dialetto, riferimenti diretti alla zona in cui siamo cresciuti e melodie tradizionali, non ci sentiamo di dire che la scuola partenopea non ci abbia influenzati: siamo prodotti della nostra terra e comunque con noi portiamo i suoni e la magia dei nostri luoghi. Di sicuro però non ci siamo mai riconosciuti nella “scena rap campana” e magari è per questo che fin dai nostri primi tentativi musicali abbiamo sentito il naturale bisogno di distaccarci da certi canoni.

Le influenze del vostro nuovo disco “The Black Racism” sono molteplici, quali sono i vostri ascolti?

Per ogni brano del disco, più che da un genere o da un artista di riferimento, siamo partiti da stati d’animo e atmosfere che ci stimolassero a fondo. Pensiamo che i nostri ascolti abbiano influenzato il nostro modo di fare e vivere la musica, piuttosto che direttamente il suono che alla fine del lavoro è venuto fuori: rapper d’avanguardia come Kanye West e Travis Scott, piuttosto che mostri sacri dell’elettronica come i Depeche Mode, i Massive Attack o i Moderat ci hanno ispirato a 360°. Abbiamo capito che per esprimersi al meglio bisogna liberarsi da qualsiasi tipo di schema, senza avere paura di osare.
Inoltre gli artisti e amici con cui abbiamo collaborato (Frenetik&Orang3 e Jeff Owen, agli arrangiamenti e alla coproduzione di alcuni brani), hanno lasciato qua e là la loro impronta, ci siamo confrontati e spinti ad andare verso determinate direzioni. Il risultato è questo mix di influenze che ci facevate notare.

Definite le vostre sonorità e il vostro progetto “Nuovo Vintage”, ci spiegate cosa intendete dire con questo termine?

“Nuovo Vintage” è ciò che proviamo a essere. La nostra generazione si è trovata catapultata in un mondo velocissimo, freddo e individualista e sembra ci sia sempre meno tempo e meno voglia di approfondire, di guardare oltre l’enorme ammasso di plastica e finzione che ci viene piazzato davanti agli occhi a seconda della moda del momento. Anche il business musicale è stato stravolto e la vita di un album, come tutti sappiamo, ormai finisce a pochi mesi dalla sua uscita per i ritmi frenetici con cui le persone sono spinte e abituate a consumare. Noi siamo nuovi, giovani e figli di questo tempo ma il nostro modo di fare e intendere la musica è assolutamente vintage.

Il filo conduttore dell’album è il “razzismo intellettuale”, ce lo spiegate?

Discriminare chi ha idee diverse dalle proprie è una pratica comune a molte persone, sia che parliamo di moralità, religione, politica o arte. A volte i pregiudizi della gente ci si radicano talmente nel profondo che facciamo fatica ad accettarci per quello che siamo e che davvero ci piace, si finisce per sentirsi in dovere di nascondersi, di abbassare la voce per paura. Produrre questo album è stato per noi una liberazione da tutto questo e, nel suo piccolo, The Black Racism è l’affermazione della parte delle nostre personalità finora sconosciuta, magari anche a noi stessi.

Il primo singolo “Tossico d’arte” ha un’atmosfera molto rave che si mischia con il rap. Non pensate che sia difficile in Italia suonare un genere così contaminato ed arrivare al grande pubblico?

Se con “grande pubblico” si intente il vasto numero di persone che hanno conosciuto il rap italiano nella sua versione più semplice e impacchettata per i mass media magari sì, sembra davvero difficile in quanto è questo l’immaginario cui la gente è abituata. Non sarà di certo un singolo a sradicare certe convinzioni, ma per noi è molto più importante arrivare ad un pubblico, grande o piccolo che sia, che vede diversità e contaminazioni come valori aggiunti e non come ostacoli.

– Nel disco ci sono tantissime citazioni che rimandano all’arte e al cinema. Quali sono i vostri riferimenti?

Semplicemente i nostri riferimenti toccano qualcosa in cui ci rivediamo almeno in parte, artisti che rispecchiano i nostri ideali e la nostra quotidianità, vite difficili e paranoiche che ci hanno sempre affascinato per l’accostarsi del genio creativo alla follia.

– Cosa ci dite della nuova famiglia Asian Fake?

Di Asian Fake, oltre che è l’etichetta che ci supporta e più di tutti crede in noi, possiamo dire di aver vissuto molto da vicino persino nascita e formazione del roster. Nel giro di qualche mese ha attratto a sé artisti nuovi e molto interessanti come i Coma_Cose, Torso, Ketama126, Pretty Solero e Karkadan: siamo tutti molto diversi per certi aspetti, ma la voglia di sperimentare ci accomuna fortemente e questo per noi tre è davvero stimolante, ci fa sentire al posto giusto. Per il momento è ancora poco ciò che avete ascoltato.

– Ascoltando il disco ho avuto come l’impressione che la vostra dimensione ideale sia quella live, siete d’accordo?

Il live che proporremo per questo album sarà sicuramente diverso dalle nostre passate esperienze. Passo dopo passo, lavoriamo per cercare di aggiungere elementi che rendano l’esibizione il più possibile evocativa, fluida e personale. Per il momento ci sentiamo di dire che la nostra dimensione ideale è ancora il piccolo studio in camera di Jxmmy, dove in sessioni infinite abbiamo pensato, provato e infine realizzato i demo che sono poi diventati The Black Racism.

– Ora che è appena uscito il disco sarete in giro questa estate? Prossime date?

Per ora la prossima data confermata è quella del 21 Luglio al Woodoo Fest a Cassano Magnano (VA), insieme a quasi tutta la famiglia Asian Fake. Restate connessi sulla nostra pagina per aggiornamenti. Grazie mille!

Artista: Fuera
Album: The Black Racism
Release Date: 19/05/2017
Etichetta: Asian Fake
Distribuzione: Believe
Management: mgmt@asianfake.com
Booking: booking@asianfake.com
Promozione: Smc Italia
Web: Facebook.