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Evolversi, che follia: Bestie contro Robots



Dunque, parlavamo di persone che hanno difficoltà a imporre la propria volontà sugli altri.
La questione non è semplice e di certo non può essere liquidata come “problema di autostima”.

VIVERE IN UN MONDO DI NUMERI BINARI

La predilezione per le statistiche è ormai mainstream e ci sta influenzando profondamente.
Interpretare in modo sconsiderato i dati quantitativi per ricavarne dati qualitativi sta dando luogo a logiche terribili:
Un milione di like vuol dire bello.
Mille calorie vogliono dire una cena esagerata.
Guadagnare X al mese vuol dire avere successo.

Quindi tendiamo a convertire la quantità in qualità in modo direttamente proporzionale.

Un altro impiccio è che questo genere di logica tende a rendere il pensiero binario (o digitale), nel senso che ci incoraggia a incasellare questioni anche complesse scegliendo una tra due opzioni.
Una cosa sarà quindi buona o cattiva (una scelta esclude l’altra), vera o falsa, bella o brutta.

A cosa mi serve dunque uno sforzo intellettivo tale da farmi comprendere, per venirne poi travolto, la complessità del Mondo? Non è forse meglio prendere una posizione che mi tolga ogni dubbio?
E’ allettante, lo ammetto, ma pericoloso.

BESTIE CONTRO ROBOTS

Cosa significa vivere come un essere umano?
Nel film “Lucy” la protagonista riflette sul fatto che evolvendosi, tutti i tratti che la rendevano umana scompaiono.
Ogni balzo in avanti nell’evoluzione, Lucy diventa sempre più simile a un computer: è fredda e calcolatrice.
Anche molte multinazionali sono fredde e calcolatrici: percorrono la strada del profitto, e usano la legge contro le persone che questa dovrebbe tutelare.
Ma non si può certo dire che non siano efficienti.
D’altro canto, se l’efficienza fosse l’unico parametro avremmo dovuto tifare per Ultron nel film degli Avengers.

E’ interessante come l’estrema espressione del nostro intelletto ci riporti al punto di partenza: quando, appena scesi dal banano, prendevamo i più deboli al legnate sulla testa per fregargli il cibo.
Ma che sia uno studio legale o uno scimpanzè, la forza esercitata su un avversario inerme è sempre violenza.

CONCLUDENDO:

Quello che fa la differenza da questa prospettiva, a mio personalissimo parere, non sono nè l’efficacia nè l’efficienza di un comportamento, nè tantomeno la legittimità.
Anche nell’esercitare un diritto, la grazia, e la compassione (come la intendeva Kundera: co-sentimento) sono ciò che ci distinguono dalle bestie, e dai robot.

Senz’altro si allunga il percorso, le cose diventano più complesse.
Ma è un problema che vale la pena di porsi per quanto dispendioso sia.
Anche se non deve diventare un alibi, l’incapacità di prevalere non è dovuta necessariamente a una debolezza.
A volte è sinonimo di una forza che a fatica trova posto in questo contesto storico, una forza che non porta vantaggi pratici (anzi), ma che è necessaria.
La forza di provare a rimanere umani, lungo il percorso che è iniziato uscendo dalla caverna e mirando a raggiungere le stelle.

A martedì prossimo (forse)