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I perks della solitudine



Volevo intitolare questo articolo “Wolverine lascia la tavoletta del WC alzata e la passa liscia”, ma sicuramente il Dottor Xavier gli fa una testa così.
Siamo attratti dai personaggi solitari dei film, quelli che non hanno bisogno di nessuno. Vagano nella notte in slow-motion, e la loro indipendenza è sinonimo di forza.
Perché al contrario di loro, a noialtri non piace sentirci soli (nota bene: ESSERE soli è diverso da STARE soli).
Anche se ammetterlo fa un pò impressione.

Pensate ai detenuti che vengono puniti con l’isolamento.
Stanno in una prigione insieme a criminali, stupratori e assassini, e la cosa peggiore che gli possono fare è lasciarli da soli… Eh? Cosa??

D’altro canto, stare con altre persone significa affrontare un confronto che genera sempre un attrito tra il dentro (io) e il fuori (gli altri).
Grazie ai social però, possiamo avere la compagnia degli altri senza incorrere in questo attrito.
Cerchiamo un gruppo di persone dalle quali ricevere consensi incondizionati, e squalifichiamo a priori chi non è d’accordo.
Che è esattamente come stare soli, ma insieme ad altri. La nuova frontiera della solitudine.
Queste “pseudo-relazioni on demand” mi fanno pensare a “l’amico porzione singola” che teorizzava il protagonista di Fight Club.

Nel mondo contemporaneo il livello di comfort che abbiamo raggiunto nella solitudine è elevatissimo.
La tecnologia ci intrattiene e ci gratifica, il mondo si adatta per venire incontro ai solitari.
In Giappone molte persone stanno rinunciando ad avere una relazione sentimentale.
E’ un paese evoluto e complesso, la società richiede standard elevatissimi e al tempo stesso rende facile gratificarsi. Un trend che ho visto anche vivendo a Londra, e che possiamo aspettarci in un futuro prossimo anche in Italia.
Ovvero: il “fuori” sempre più difficile, e il “dentro” sempre più confortevole.
Sembra di descrivere un bambino nel pancione, una noce, un orso in letargo d’inverno.
Madre Natura ci ha irretiti per millenni con le gioie del contatto fisico, ma sembra che dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per il mondo moderno.

Non solo la relazione sentimentale, ma l’intera vita sociale diventa sempre più complicata.
E la soluzione può essere rinunciare. Pensiamo ai Neet, al ritiro sociale, all’Ikikomori.
Tutte situazioni che si integrano con la società moderna.
Mio nonno non poteva neppure concepirlo, ma il mondo è un tantino diverso:
Adesso una persona sola può sfondarsi di videogiochi, cinema, serie tv, discoteche, incontri intimi occasionali, droghe e droghette, internet, reality shows (ottimi per appiattire l’encefalogramma), sport, hobbies e chi più ne ha più ne metta.
Mica male.

Mi ricorda l’adolescenza (Insomma quella fase dai 15 ai 30 anni).
Poi andai a convivere con la mia compagna.
Cenare a orari fissi con un menù che andasse bene a entrambi. Mmmmhm…
Per non parlare della raccolta differenziata, e la messa in discussione del mio concetto astratto di “casa ordinata”, che ancora oggi è motivo di dibattito.
E lo sarà sempre, finché saremo anziani, e potrò fare finta di dimenticarmi le cose.

Ringrazio la lettrice che mi ha dato l’idea per questo articolo,
e vi saluto.
E’ il mio turno di fare i piatti 🙁