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Firenze 2.0: Simone Massoni



In questi tempi si da sempre più importanza all’estetica.

Simone Massoni, giovane illustratore fiorentino e fondatore di SketchThisOut (brand che nasce nel 2005 e rappresenta idealmente una fucina creativa) si è posto come missione quella di promuovere tutto ciò che è legato al mondo del visual.

Nonostante lo spazio dedicato all’illustrazione sia sempre predominante, ogni suo lavoro nasce dalla volontà di amalgamare linguaggi diversi come grafica, motion video, foto e musica.

Come è nato il progetto?

Il progetto, se così si può chiamare, è nato in forma spontanea addirittura prima del 2005. Per anni S.T.O. è stato un acronimo che accompagnava i lavori fatti a scopo auto promozionale.

Una tag che allo stesso tempo era una dichiarazione d’intenti.

SketchThisOut è infatti un gioco di parole che prende spunto da un famoso motto degli anni ‘60, Check This Out, usato e forse addirittura abusato nei ‘90 soprattutto nel circuito Hip Hop.

In una frase serve in pratica ad attirare l’attenzione, e porla su qualcosa che davvero la merita.

Quanto Firenze aiuta la scena artistica secondo te? 

Non troppo, o meglio non troppo la scena artistica contemporanea. 

Ci sono iniziative che aiutano ma non incentivano. Firenze storicamente e culturalmente è legata all’arte rinascimentale che attira, ma forse sarebbe più giusto dire fagocita, gran parte delle risorse destinate a questo scopo.  

Cosa manca secondo te?

Manca un progetto.

Un piano che educhi a capire che la storia dell’arte non si è fermata con la fine del Rinascimento, 5 secoli fa.

Le iniziative dedicate all’organizzazione e, cosa non da poco, alla promozione di eventi, mostre, live performance, sono ancora troppo legate a una sfera DIY (Do It Yourself). 

So che ti sono successe cose interessanti ultimamente.

Maggio effettivamente è stato un mese abbastanza importante.

La mia ultima fatica illustrativa Chicks’n’Wheels (l’equivalente di Donne e Motori -ndr), forse proprio grazie a questo titolo anticonvezionale e soprattutto dichiaratamente fuori da ogni stereotipo, ha guadagnato la pubblicazione sull’Illustration Annual Communication Arts, una delle riviste più autorevoli americane in fatto di comunicazione visiva. Sono tornato da pochi giorni da Helsinki, chiamato in qualità di illustratore da Nokia per lavorare a un progetto di cui… non posso dire niente purtroppo, troppo presto.

Da una settimana si è conclusa la mostra di The Ant Theater, collettivo artistico di cui faccio parte e con cui da un anno portiamo avanti un progetto basato sul disegno in situazioni non convenzionali.

Infine da poche settimane si trovano nei negozi alcune grafiche realizzate per due brand come Carhartt e Sundek.

Progetti in cantiere?

Una mostra di quadri alla vecchia maniera, con tela olio e trementina, a settembre sicuramente. La location è ancora da definire in quanto ci stiamo accordando proprio in questi giorni con una galleria del centro. Non riesco a pensare ad altro per ora.

Per vedere qualcosa di interessante nell’ambito del visual in questi giorni a Fabbrica Europa (Stazione Leopolda) c’è And All the Questionmarks Started to Sing, progetto norvegese che fonde installazioni, performance e concerti. Tra le altre cose da segnalare in settimana, sempre a Fabbrica Europa, venerdì 27 c’è Play Black – i colori della musica nera.

Pubblicato su La Nazione del 22 Maggio 2011