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VORREBBE VIVERE NEL '42 PERCHÉ TANTO È UN SITO E NON FAREBBE IL MILITARE
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Un po’ di Spoiler sul primo episodio di Game of Thrones 6



Finalmente, uno degli eventi più attesi del 2016 – e sistematicamente dei cinque anni addietro – è sbarcato su tutti i pc e tv del mondo: la sesta stagione di “Game of Thrones”.

Jon Snow, almeno quello che conosciamo noi, è morto, non c’è niente da dire, nessun mistero o colpo di scena, d’altronde, è una fiction medieval dove la componente fantasy non è da sottovalutare, ma il nostro vecchio Lord Commander dei Guardiani della Notte, all’inizio della prima puntata della sesta stagione, resta ancora a terra con gli occhi sbarrati fra il ghiaccio, quindi, nessuna sindrome da Beautiful per Game of Thrones, almeno per ora, anche se, ancora, non è stato seppellito.

La situazione resta comunque difficoltosa in tutti gli angoli del regno: sul “Muro”, i “Night’s Watch” sono divisi fra chi appoggia l’omicidio di Snow e chi lo vorrebbe vendicare, anche se i secondi sembrano in netto svantaggio numerico.

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Sansa e Reek/Theon sono in fuga dallo psicopatico nuovo principe del Nord Ramsey; i due vengono catturati momentaneamente dai cani del principe, ma mentre già immaginavamo le sevizio che il principe avrebbe riservato ai due, ecco che Brienne e il suo scudiero arrivano per metterli in salvo. In tutta la puntata gli unici due personaggi “al sicuro” sembrano proprio Sansa e Theon, dopo stagioni intere di sofferenza eterna e di vario tipo.

La povera Aria, rimasta cieca e sola, si ritrova a chiedere l’elemosina fra i mendicanti, prima di rincontrare la bulletta bionda amica di “Nessuno” già di sua conoscenza, che la prende a bastonate in uno scontro evidentemente impari, promettendo di rivedersi il giorno dopo, probabilmente per un’altra valangata di legnate.

Kahleese, si ritrova nuovamente fra i Dotraki, il popolo che l’aveva adottata nella prima stagione dopo la disfatta quasi totale della sua famiglia, ma sta volta il suo ruolo è quello di ostaggio pronto per essere brandellato sessualmente dal capo di questi nomadi animaleschi; tuttavia, la sua fortuna, ormai una componente essenziale nella sua storia, la salva ancora una volta da un destino poco piacevole dopo aver confessato di esser stata la moglie del mitico Kahl Drogo. Ma ciò che gli resta, a quanto pare, è terminare la sua vita confinata fra le vedove dei Kahl, e probabilmente non avrà molta scelta, a meno che qualcuno – in particolare Jorah e Daario, già a conoscenza della sua posizione – non arrivi a salvarla.

Il folletto, abbandonato da Daenerys, rimane solo con Varys in una società in rivolta, divisa fra gli ex schiavi, liberati dalla regina, e gli ex ricchi che lottano per riaverli fra le loro catene, dopo che, nella scorsa stagione, avevano creato una mafia/setta rivoluzionaria contro gli schiavi e la loro salvatrice: una sorta di Magreb dopo la primavera araba, insomma.

il piccolo corpo di Myrcella, figlia incestuosa di Jamie e Cersei, uccisa dalle amazzoni mediterranee figlie di Oberyn Martell, ritorna ad Approdo del Re; la regina emerita, con la nuova acconciatura offerta dai fanatici religiosi a cui lei stessa aveva dato assoluto potere giuridico, sembra aver perso la speranza nel suo idilliaco e cinico futuro, credendo che la profezia fattale quando era giovane da una strega del bosco, che includeva la morte di tutti i suoi figli, si stia progressivamente avverando.

Infine, la puntata si conclude con un colpo di scena non da poco: la strega rossa del fuoco, denudatasi innumerevoli volte al freddo e al gelo davanti a presunti Re, bastardi, cavalieri e quant’altro, colei che ha partorito all’improvviso un misterioso e polveroso spirito nero, altro non è che una vecchietta decrepita che assume le perfette e di certo più gradevoli sembianze di giovane e allettante donna solo grazie ad una collana.   

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In sostanza, nel prologo della sesta stagione di Game of Thones, sembra veramente che l’inverno stia arrivando, e anche velocemente.

Tutti hanno a che fare con problemi che sembrano macigni, alcuni tirano semplicemente a campare, altri sono morti, mentre altri probabilmente morirono presto. Questa veloce carrellata di spoiler non può che prevedere un’escalation di sangue e violenza, di vendetta e difesa dell’onore, mettendo da parte gli equilibri di potere che si erano delineati più o meno chiaramente nelle stagioni precedenti.

In questo momento, nel Trono di Spade siede il piccolo Tommen, impotente davanti al giudizio religioso e incurante della sua evidente debolezza di potere. La lotta per il Trono sembra posticipata all’inverno, o addirittura, se le cose dovessero peggiorare, alla primavera successiva.