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Ieri mattina mi imbatto in una delle tante photo-gallery che riportano le immagini del discusso servizio fotografico di Norbert Baksa intitolato “Der Migrant”, in tedesco “Il Migrante”.

Gli scatti incriminati ritraggono delle modelle che si spacciano come profughe davanti a delle barriere di filo spinato (alcune di queste le trovate anche QUI).

Appena pubblicate su Facebook le immagini scatenano gli utenti che fin da subito prendono di mira Baksa accusandolo di strumentalizzare la sofferenza dei popoli in fuga dalle guerre. Il fotografo prova a difendersi affermando che l’intento era solo offrire un punto di vista diverso da quello che offrono i media e che il suo obiettivo era quello di richiamare l’attenzione sulla complessità del problema e di evidenziarne le contraddizioni.

Poche dopo, mentre scrivo sull’articolo, torno sulla pagina del fotografo e faccio una clamorosa scoperta: l’immagine principale del servizio, che fino a qualche ora prima appariva in evidenza come foto di copertina, è stata rimossa. In realtà tutte le immagini del servizio sono state rimosse.

In una dichiarazione sul magazine Vita il fotografo amette: “Mi aspettavo reazioni estreme ma la serie di foto è destinata appunto a far sì che le persone che hanno opinioni estreme si fermino per un minuto ad esaminare la questione da un altro punto di vista. Eravamo certi che qualcuno potesse considerare il materiale come una provocazione”.

La domanda a questo punto sorge spontanea: perchè provocare se poi non si ha il coraggio di far fronte alle critiche?

Non è che ci troviamo di fronte ad una trovata pubblicitaria gestita in maniera un po’ goffa?

Il dubbio mi assale.

Buon ascolto, buon weekend

Copyright foto in preview: Facebook@Norbert Baksa

Photo Baksa Norbert, Model Monika Jablonczky/@VIsage, Styling @Mark Kiss, Mua Eszter Balla/The vision makeup school, Studio G3 STUDIO, Typo 3Z studio