Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
SAFA L'AFALFAFABEFETOFO FAFARFAFALLIFINOFO
MUSIC

Ultimo Anno di Luce: Bbo e MadRock



Fuori il disco dell’estate 2015, Ultimo anno di Luce di MC Bbo e Mad Rock.

Partiamo dall’inizio: quando, come e dove avete cominciato?

Bbo – Ho iniziato nel ‘97 come ballerino di breakdance, ho ballato per una decina di anni, in una piccola città di provincia come Grosseto, dove le alternative erano veramente poche: o ti facevi le pere o iniziavi un percorso artistico portando avanti una passione. Per quanto mi riguarda, io rimasi completamente affascinato dalla breakdance, guardavo i più grandi ballare e ne sono rimasto fulminato, volevo imparare quelle mosse ad ogni costo, e piano piano ho intrapreso la strada con l’aiuto di due giganti che portano ancora avanti quest’arte. Uno è B-boy Kora e l’altro è B-Boy Fox One, li cito perché sono persone che hanno contribuito alla mia formazione sia nell’ambito hip-hop sia come persona, mi hanno insegnato i valori che stanno dietro a questa cultura e il linguaggio universale che dovrebbe trasmettere. Con il tempo le nostre strade si sono divise perché io ho iniziato a fare rap e loro hanno continuato a volare sulle mani, ma sono certo che senza i loro insegnamenti io non sarei qui a parlare di rap e di hip-hop.

Mad Rock – Ho cominciato nel 2003 sotto alla Standa. Con Bbo che provava ad insegnarmi il top rock e i footworks della breakdance… Vidi che non era il mio.

Entrambi avete uno stile molto riconoscibile, da una parte con un flow ben scandito e dall’altra con suoni ricercati. Che cosa vi ha formato come artisti? Quali sono le vostre fonti di ispirazione?

Bbo – Sono sempre stato affascinato da un genere di rap fuori dagli schemi, ho ascoltato i Company Flow fino alla nausea, Aesop Rock, Cannibal Ox, ma anche i classici come i Gangstarr, Mobb Deep, Wu Tang, De La Soul, però il mio preferito rimane MF Doom; per quanto riguarda il panorama italiano i più grandi rapper di tutti i tempi per me rimangono Lucio Battisti, Rino Gaetano e Fabrizio De Andrè .

Mad Rock – Il mio è stato un percorso molto travagliato, la mia follia e i miei 11 anni di cure psichiatriche e molti anni di insonnia hanno influito molto sul mio modo di vedere e comporre la musica, portandomi a divenire un visionario… Ho dapprima iniziato a produrre beats classici ma, in poco tempo, diventando più complicato io ho di conseguenza reso più complessa anche la mia musica. Apprezzavo molto i break e i sample noir e cupi usati nel trip hop da Portishead e Massive Attack perché mi riflettevano, allo stesso tempo adoravo le colonne sonore da cui campionavo. Quindi mi sono messo a produrre sia colonne sonore (che compongo tutt’ora in studio coi miei musicisti) che trip hop e beats rap. Infine sono arrivate le composizioni coi campioni presi da vinile, arrivando presto ad usarne anche 8, 9 a beat.

Quanto conta l’hip-hop nella vostra vita, sia a livello artistico che personale?

Bbo – Non saprei, ho un approccio diverso rispetto a quello che vedo in giro ultimamente, io ho sempre vissuto questa cultura come un doppia pelle, non come un vestito da indossare per una stagione e poi rinchiudere nell’armadio ad ammuffire. Non mi sono mai preoccupato di certe cose, ai miei tempi si portava rispetto ai più grandi e si cercava di imparare da loro, oggi vedo che questa cosa viene a mancare soprattutto in un ambito come quello dell’hip-hop, dove l’umiltà e il bisogno di aggregazione dovrebbero stare alla base di tutto, ma è anche vero che forse io sono la persona sbagliata per esprimere certi concetti dato che di solito non mi aggrego con nessuno e sono un antisociale per eccellenza. E non sono il tipo che dà lezioni di vita a nessuno, anzi il contrario, per cui se certe dinamiche sono come sono un motivo ci deve essere.

Mad Rock – Ciò che ho appreso dall hip-hop come cultura mi accompagnerà fino alla tomba. Lo traduco per chi mi ascolta, in musica. Ha cambiato il mio modo di percepire il tutto, ha contribuito alla mia evoluzione, di pari passo alla mia crescita.

Ultimo anno di luce

OK, ora diamo in vacca, che troppo tempo serio non riesco a starci. Ho sentito Ultimo Anno di Luce, il vostro album che uscirà per Detox Recordz il 15 giugno. Perché volete rovinare l’estate al vostro pubblico?

Bbo – Ahhahahahha. È vero, cazzo. Il nostro disco è l’antiestate, e non è di certo una roba che ti puoi ascoltare sotto l’ombrellone davanti ad un bel mare cristallino, anzi è il tipico disco che ti ascolti in camera da solo magari con le tende abbassate e la stanza avvolta da un fumo denso e pesante. E’ il classico disco che ti fa fare i conti con te stesso e con le tue incertezze, sconsiglio vivamente di ascoltarlo in piscina o di farlo sentire alla vostra fidanzatina.

Mad Rock – Eheheh! Questo e’ un segreto che sarà svelato nel disco!

Il progetto è carico di immagini forti e atmosfere cupe. Siete voi i cattivi o è il mondo che è “sbagliato”?

Bbo – Penso che il parlare di cose brutte non faccia di te una persona brutta, anzi al contrario, molto spesso è proprio una questione di sensibilità: io mi ritengo una persona molto sensibile ed è per questo che certe cose le vivo molto male e di conseguenza le trasferisco nella scrittura che diventa il mezzo con cui butto fuori tutta la merda che assorbo. Se non avessi il rap e le rime con cui sfogarmi penso che a quest’ora sarei in terapia.

Mad Rock – Penso che si debba essere uomini per vivere in un mondo di lupi…

Dai, raccontatemi l’ultima vostra buona azione.

Bbo – Sono riuscito a svegliarmi questa mattina.

Mad Rock – Non ricordo….

I giovani d’oggi si avvicinano al rap grazie a fenomeni mediatici, in pochi puntano all’underground, tantomeno all’hardcore. A che pubblico è rivolto un album come il vostro?

Bbo – Penso che Ultimo Anno di Luce più che un disco sia una specie di viaggio mentale, per quanto sia strano come atmosfere e come sonorità non è un genere di disco rivolto ad un pubblico di nicchia. Anzi penso che abbia una chiave di lettura piuttosto semplice, sono le immagini che proietta le realtà che descrive e gli stati d’animo che suscita a mettere l’ascoltatore su un altro piano rispetto ad un disco hip-hop convenzionale. E’ come quando siamo in procinto di leggere un libro, dipende dallo stato d’animo che abbiamo in quel momento, se apro un libro di Kafka so già che mi traghetterà verso un tipo di lettura criptica ma che riserva una potenza letteraria enorme, se però apro un libro di Kafka pensando che sia leggero come un libro di Moccia allora ho proprio sbagliato approccio. Con questo non voglio dire che il disco  sia paragonabile ad un libro di Kafka. Se cerchi delle risposte questo non è il genere di disco che fa per te, anzi è proprio il genere di disco che suscita domande, pone dei dubbi, ed è proprio su questi dubbi che ruota tutta l’atmosfera e il significato del disco.

Mad Rock – Vorrei che il disco potesse essere rivolto a scrittori e persone colte. O per lo meno che chi lo ascolta riesca a capire il messaggio e apprezzarne l’artisticismo.

Nell’album non ci sono ammiccamenti a cliché del rap italiano e internazionale, neppure uno yo! O un bella zí! Volete rimediare?

Bbo – No, io personalmente odio questo genere di cose…. Se ci penso mi viene il vomito.

Mad Rock – Col cazzo zzzio!!!

La tracklist è molto interessante, già i titoli fanno capire che ci sarà poco da ridere. Vi va di parlarci di qualche brano?

Bbo – Tante canzoni di questo disco me le porto nel cuore, perché rappresentano tutto il dolore e le brutte storie che mi sono capitate negli ultimi due anni. Ascoltare i testi di queste canzoni in un certo senso mi fa rivivere quei brutti momenti, ma allo stesso tempo mi fa capire che la vita può tirarti brutti scherzi, che tutto può cambiare in un momento.
Il brano che mi rappresenta di più è Come dipingere una tela a cui partecipa anche Mad Rock come MC. E’ stato molto bello scrivere quel testo, è nato da un’idea di Mad Rock in cui mi proponeva di fare una canzone proprio come se fossimo davanti ad una tela bianca, e le rime e i concetti fossero i colori e i pennelli. E’ stato un esperimento affascinante sia a livello poetico che musicale, perché la base è un capolavoro e scrivere questo testo è appunto stato come dipingere una tela.

Mad Rock – Parlo per il beat e per lo scritto. La traccia Come dipingere una tela rappresenta la mia visione del mondo. Sia per ciò che ha scritto Bibo sia per ciò che ho scritto io, idem per i 7 campioni che ho scelto.

Dopo aver ascoltato l’album rimane nella testa quel piacevole disagio che ti lascia un bel film horror. Volevate spaventarci o volevate esorcizzare le vostre paure?

Bbo – Penso che con questo disco ho esorcizzato le mie paure più profonde, quelle che ho vissuto sulla mia pelle, soprattutto la paura della solitudine.

Mad Rock – Mah… Dal mio punto di vista vorrei inequivocabilmente aprire gli occhi delle persone.
Non ho voluto spaventare gli altri, sarebbe improprio. Ho voluto far sì che le persone vedessero ciò che ho visto e provato io e di conseguenza vorrei che scegliessero se essere il sole al tramonto che cola come sangue nel mare o il mare che ospita tutto quel sangue che andrà a rinascere il giorno dopo come sole.

Così a bruciapelo: fatevi un selfie!

Bbo – Non sono tipo da selfie, li odio con tutto me stesso, mi fanno merda schifo.

Mad Rock –

IMG_20150411_223630

Musicalmente parlando, che ci aspetta dopo Ultimo Anno di Luce?

Bbo – Non mi aspetto niente, ringrazio Mad Rock perché con lui ho fatto un percorso in cui sono cresciuto sia come uomo che come scrittore, e se devo essere sincero è grazie a lui se oggi sono fuori dalla merda.

Mad Rock – Niente spoiler.

E invece, in Italia, cosa ci aspetta? C’è speranza?

Bbo – La speranza è una trappola.

Per Bbo: curiosità mia, ma la notte dormi? No perché con quel che scrivi mi preoccupo…

Bbo – Dormo molto poco, due o tre ore a notte, quando sono fortunato.

Per Mad Rock: Bbo ha un certo seguito, quindi con lui siamo a posto. Che si fa, ti mando l’Iban in privato?

Mad Rock – Guarda, il mio pubblico, e giustamente tu non puoi saperlo, è l’ ISIS al completo. Manda il tuo Iban ai membri dell’ISIS. Vedrai che a modo loro ti rispondono.

Le vostre abilità musicali, secondo me, possono portarvi lontano. Già vi vedo aprire i concerti di Jovanotti e giocare nella Nazionale Cantanti. Preferireste dar fuoco all’impianto di Mr. Cherubini o fare un fallo da rosso su Moreno (che fra l’altro sarebbe in squadra con voi)?

Bbo Non mi ci vedo nella nazionale cantanti, mi vedo più nella nazionale del Sert.

Mad Rock – Ahah!

Chiudiamo con i saluti. Mandate pure a quel paese chi volete…

Bbo – Saluto Skanda e i Vomitorz con cui stiamo lavorando al terzo disco che a fine estate uscirà, la Detox e super Peppe, e poi saluto Batman e Robin, Amanda e sopratutto l’uomo nero che vive dentro il mo armadio.

Mad Rock – Ma va a dare via o chiuuuul!