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EIEMGEI, primo rapper italiano Mad Decent “approved”



Eiemgei

Thomas Wesley Pentz (Diplo) è uno dei producer su cui si scommette di più negli ultimi tempi. Ma la scommessa più grande è arrivata grazie all’etichetta che ha fondato nel 2005 e per la quale parecchi artisti sbavano: Mad Decent. Già, anche per i musicisti italiani entrare a far parte del roster di Diplo non è una chimera. Prima è toccato a Aquadrop, producer milanese già alla Doner Music di Big Fish, poi ecco il rapper EIEMGEI. Il debutto nell’etichetta avviene con il brano On Fire, freestyle su beat di Aquadrop, in free download su Soundcloud (QUI)

Eiemgei Freestyle

 

EIEMGEI si presenta così: “Il mio nome è Giorgio. Da piccolo decisi che il mio pseudonimo musicale doveva essere A-MJ, per motivi che non sto a spiegare; l’hanno sbagliato talmente tante volte che l’ho cambiato in un italianizzato in stile anni ’30 EIEMGEI”. E prosegue. “La prendo larga: a 12 anni circa ho rubato la tastiera Casio a mia sorella, con l’intenzione di diventare più bravo di lei. E’ stata l’unica cosa in cui sono diventato più bravo di lei.
Ho cominciato risuonando le colonne sonore dei miei videogiochi preferiti, su tutte Zelda, ma non avevo pregiudizi: se una musica mi piaceva, imparavo a suonarla. Passavo le mie giornate così (quando non giocavo ai suddetti videogiochi). Siccome dalla 2° superiore ho rischiato ogni volta seriamente di essere rimandato, in quanto non ho praticamente mai studiato nulla fino agli anni della laurea (ma questa è un’altra storia), mia madre ha cominciato a odiarmi. Ovviamente il motivo non era solo quello, ma sopratutto perché più aumentava il numero di peli sul mio torace e più assumevo le sembianze di mio padre, cosa per lei inaccettabile, ma purtroppo inevitabile. I miei sono separati da quando avevo 8 anni”.

Scelta all’età di 14 anni la strada del rap, ecco il primo pezzo, scritto per una ragazza che lo ha tradito. “Anche l’ultimo, e anche il prossimo”.
“In quegli anni – spiega – Eminem aveva appena fatto il botto, quindi il mio sound ai tempi ricordava molto il suo, e ancora adesso resto legato spesso a quegli schemi di arrangiamento. Mi auto-producevo le basi con una nuova tastiera-arranger, Yamaha stavolta. Su queste scrivevo dei testi osceni, con metriche oscene e argomenti osceni. Oggi ci sono 16enni fortissimi, e io ogni volta che ripenso a com’ero alla loro età a rappare, vorrei lanciarmi dal balcone”.

Da questa riflessione l’artista si allaccia a una prima fase importante nella mia musica: “Un giorno, a scuola, facendo ascoltare i miei primi “pezzi” a compagni di scuola random, mi capitò di parlare con un allora giovane (ma già vecchio) PRINS. Egli, probabilmente in botta, vide in me del talento e decise di portarmi con lui nella Saletta dove venivano incisi i primi brani della già esistente BIG FAMILY. Tempo qualche mese e diventai un membro stabile del gruppo. La cosa più strana è che non mi avevano raccattato per pietà, ma perchè a volte riuscivo a rendermi utile, con qualche semplice consiglio sugli arrangiamenti o qualche stesura di melodie, per i pezzi che producevano loro. Periodo stupendo. Ogni sabato mi fiondavo lì a suonare, scrivere, altre cose da non riportare qui”.

A proposito di BIG FAMILY, “a Novara cominciava a girare il nome, e i punkabbestia volevano ucciderci, perché noi non dipingevamo e non ci vestivamo larghi (il mio periodo di larghezza durò giusto il tempo per farmi notare da una che poi mi sono portato appresso per anni, ma anche questa è un’altra storia). Facevamo i primi live e ci provavamo con le coriste che invitavamo per fare dei ritornelli gay alla Gemelli Diversi, che ancora oggi costituiscono per molti fan il fiore all’occhiello del gruppo”.

“Nel 2009 pubblichiamo un EP con la BIG FAMILY, andato abbastanza bene nell’underground (salvo qualche schiaffo durante un live con un punkabbestia a caso). Nel 2011 esce il primo album ufficiale, subito dopo essere rimasti in 2 (in quanto ero riuscito a farmi odiare sia dalla corista fissa che avevamo sia dall’altro componente del gruppo di cui non ho detto nulla fin’ora perchè sono uno stronzo: mi ha insegnato lui a rappare). Nel 2012 incominciamo a frequentare altri artisti della zona di Novara, e si creano le basi per la BEDBOOM, con un mixtape e troppe collaborazioni. Il tutto voluto quasi con ossessione da me, sebbene poi in seguito mi sarei parecchio pentito di molti rapporti allacciati”.

Arriviamo nel 2013. “La poca voglia di vivere e la musica a quanto pare si nutrono l’uno dell’altra, infatti in pochi mesi ho tirato su il materiale per riempire un primo mixtape, che ho intitolato ‘Non scaricare questo mixtape’, pieno di buone aspettative. Riesco, in tutto questo, a laurearmi bene e a trovare lavoro, non si sa come. In contemporanea con l’uscita del primo tape comincio a vedermi con una di quelle tipe di cui il primo giorno sei innamorato, ma dal secondo giorno speri che esploda al solo contatto con il tuo organo genitale preferito, cosa che purtroppo, nonostante i numerosi episodi di contatto, non avviene. Ci sto per mesi, giusto il tempo per farmi venire un esaurimento nervoso e, di conseguenza, avere del materiale a quintali con cui realizzare quello che sarebbe diventato il mio secondo mixtape, ‘TRAPianti & Risate’. Inizio, con questo secondo lavoro, a pubblicare i primi video, che nel giro di pochi mesi fanno crescere la mia fan page ma non la mia autostima. Arriviamo a oggi, riesco ad approdare perfino oltreoceano, con un semplice freestyle scritto su una strumentale di Aquadrop, genio italiano più noto all’estero che qui. Ho 1000 progetti, pochissima voglia di realizzarli, ma ancora meno voglia di non farlo. Vediamo”.