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GOLDSERIES: Le Serie di Ghiaccio



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Nel primo trimestre 2015 abbiamo assistito al trend tutto seriale dei paesaggi glaciali, dove la contaminazione dell’uomo è leggera se non quasi assente, luoghi dalla tranquillità disarmante, ma che, nel nostro caso, possono nascondere intrighi, delitti efferati e situazioni socialmente inedite.

3 Serie Tv che casualmente prendono il nome dei posti che li ospitano; tre storie profondamente differenti, unite semplicemente dallo stravolgimento della serenità che prima del loro avvento, caratterizzava l’ambiente circostante.

Fargo è una cittadina del Minnesota, che nel 2006 ha assistito a una serie di violenti omicidi. Ad essere trascinato dalle drammatiche e a volte comiche situazioni, sarà un assicuratore dal carattere debole, dipinto come un uomo fallito, continuamente deriso e umiliato. La vita di quest’uomo però è destinata a cambiare radicalmente dopo una conversazione avvenuta per caso in un’ospedale con un uomo che promette di risolvere i suoi problemi. L’esito di quel dialogo darà inizio alla collaborazione dei due, che dopo qualche tempo diverrà forzata, coinvolgendo le sorti di molte altre figure, precipitate nel vortice di sangue casuale che nel corso della storia non può che accrescere.

Fortitude è la città più a nord del mondo, un’isola che non raggiunge i 1000 abitanti circondata dal ghiaccio. Dei bellissimi e maestosi orsi polari, popolano la zona invasa dall’uomo, e gli abitanti, per difendersi, devono avere per legge un fucile da caccia quando si allontanano dal centro abitato. La polizia è composta da 4 elementi: lo sceriffo, il vice sceriffo e due agenti semplici (donne), che sembra abbiano scelto questo lavoro per caso; dopotutto Fortitude, nel corso sua breve vita, non ha praticamente mai assistito a episodi di criminalità. I suoi abitanti sono perlopiù minatori e ricercatori arrivati sull’isola con le famiglie, e vivono una vita dedita al lavoro e agli affetti, ma il loro micromondo verrà presto stravolto, coinvolgendo ogni anima presente sul quel lembo di ghiaccio.

Lillehammer è una cittadina della Norvegia, conosciuta quasi esclusivamente per aver ospitato le olimpiadi invernali del 1994. La serie Tv, che in realtà si chiama Lilyhammer, parla della storia di Frank Tagliano, un mafioso di New York costretto a lasciare la metropoli della East Coast per salvarsi la pelle. Dopo aver tradito la sua “famiglia” di riferimento lascia gli States per raggiungere la città norvegese con un nuovo nome e con l’intenzione di costruirsi un nuovo avvenire. Ma per Giovanni Henriksen, il nome assegnatogli dall’FBI, le vecchie abitudini sono difficili da scacciare, ed è così che Lillehammer si trasforma nella nuova Brooklyn, con tanto di Night Club all’americana, contrabbando di alcol e scambio di favori “obbligatori”.

Le tre serie sono profondamente differenti, sia da un punto di vista di genere che di qualità strutturali. Fargo e Fortitude sono dei thriller, dove il mistero fa da protagonista, mentre Lilyhammer e una comedy-drama dalla costruzione semplice e piuttosto lineare.

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Fargo è una serie prodotta dai fratelli Coen, ideatori dell’omonimo film del 1996 vincitore di due premi Oscar; ha come protagonisti assoluti i caratteri dei personaggi, in cui si nota nettamente la firma dei Coen. Billy Bob Thornton, che interpreta Lorne Malvo, il cinico assassino principale della storia, oltre a manifestare un’apaticità incredibilmente tagliente, si presenta come un sicario efficace, dai modi gentili, competente e senza scrupoli. La sua interpretazione gli ha permesso di vincere il Golden Globe 2015 come migliore attore di una miniserie, e bisogna dire che se lo merita tutto. Anche Martin Freeman si è difeso a dovere nell’interpretare Lester Nygaard, l’assicuratore sfigato che si trasforma in un’astuto manipolatore; anche lui senza scrupoli, ma più per salvarsi la pelle che per devozione assoluta all’omicidio, riesce a cavarsela nonostante chiunque l’avrebbe dato per spacciato dal primo minuto, lasciando però una striscia di sangue decisamente lunga e fuori dal suo controllo. Nonostante la situazione gli sfugga spesso di mano, riesce comunque sempre a riaggrapparla anche se scendendo a compromessi inimmaginabili anche da lui stesso, un uomo che fino all’incontro con Malvo, trascorreva una vita tranquilla, noiosa e profondamente infelice.

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Catapultandoci in un luogo apparentemente simile, ma molto più incontaminato, arriviamo a Fortitude, “il luogo più sicuro del mondo” dove non succede mai niente e dove regna la sublime serenità. Un giorno però questa tranquillità glaciale, viene disturbata da un fatto eccezionale per il luogo, un’omicidio a cui sono legati una serie di situazioni successive che da inquietanti nel corso della serie si trasformano in terrificanti. Difatti, contemporaneamente all’inedito fatto di sangue, due ragazzini trovano la carcassa di uno strano animale sbucato dal ghiacciaio che si scioglie sempre di più anno dopo anno, e da quel momento in poi nessuno si sentirà più al sicuro. Un astuto detective di Londra arriva nell’isola per indagare sul crimine, ma verrà travolto da una serie incontrollata di reazioni a catena che lo convinceranno a restare per cercare di portare a galla “le” verità. Fortitude è un intenso triller ambientato in un luogo quasi incontaminato, dove si può trovare la vera essenza di una natura possente, pressante e onnipresente, una bellezza che tuttavia deve fare i conti con uno stile di vita noioso e massacrante, dove la gente è esposta ad un freddo insopportabile e rigenerante allo stesso tempo. La storia è intrigante perché nega molto, rimane sempre avvolta da un alone di mistero che in tutto sommato si svela, ma mai completamente. A tratti, al susseguirsi delle immagini si inserisce in un’escalation di orrore sorprendente, che estremizza intensamente il thriller, lasciando a bocca a porta i più temerari e facendo chiudere gli occhi ai più sensibili. In questa puntuale serie tv britannica, si fa fatica a “tifare per qualcuno” o meglio, i personaggi principali riescono ad attingere quasi tutti ad una parte di crudeltà mischiata per bene ai buoni propositi, tanto da non lasciare al telespettatore il tempo di giudicare in modo assoluto le azioni e reazioni degli stessi. Credo che sia per questo motivo che Simon Donald, il creatore di Fortitude, che in un primo momento aveva optato per la creazione di un film, abbia deciso di suddividere la storia in 11 parti, così da permettere ai personaggi di raccontarsi pienamente, e in maniera diretta, oltre che ai telespettatori di vivere più intensamente le spettacolari riprese artiche.

LILYHAMMER

Lilyhammer è un racconto più chiaro, simpatico, nato da un’idea interessante e da un’analisi sociale poco trattata: lo stereotipo di un mafioso italo-americano (interpretato Steven Van Zandt, il chitarrista di Bruce Springsteen, chiamato tra l’altro dagli amici Miami Steve per il fatto di essere particolarmente sensibile al freddo) che esporta le il proprio modo di vivere in un luogo che conosce solo lontanamente la criminalità. Una serie di equivoci caratterizzerà l’intera storia (arrivata alla conferma di una terza stagione), così come l’esposizione di infiniti stereotipi, sia norvegesi che italo-americani (e dunque per forza di cose, siciliani). Giovanni, sempre pettinato, elegante, burbero e disposto a tutto arriva in Norvegia e incontra tante persone gentili, ingenue e precise. Gradualmente li convincerà che le soddisfazioni possono arrivare anche tramite vie differenti dalle regole che fino a quel momento scandivano le loro vite. In questo modo riesce a ricrearsi una “famiglia” con lui a capo, gestendo il night più in voga della regione, oltre a traffici di vario tipo. Van Zandt, conosciuto già per l’interpretazione del “consigliere” di Tony Soprano, dà un volto caratteristico (forse un po’ troppo) alla produzione norvegese/statunitense che dopotutto risulta guardabile e leggera, una storia di mafia con pochissimo sangue per tutta la famiglia.