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Rugged Man, l’intervista!



Più che di un’intervista, questa volta, si tratta di una vera e propria chiacchierata che ci siamo fatti con R.A. The Rugged Man, uno dei rapper più potenti del gioco, prossimo ospite della serata milanese The Show Must Go Hip Hop di questo venerdì 16 maggio.

Rugged, una sorta di ragazzo prodigio del rap, si avvicina al microfono da giovane e fin da subito dimostra skills elevatissime. Se ne accorgono anche le major, che lo mettono sotto contratto all’età di 18 anni. I primi rapporti col mondo dell’industria discografica, però, non sono idilliaci e neanche fortunati: i primi due dischi del rapper, nonostante fossero stati registrati, non vedranno mai la luce. La guerra è un argomento che spesso torna nelle liriche del rapper: suo padre è un reduce del Vietnam e tutta la sua famiglia è stata, purtroppo, fortemente influenzata dall’agente arancio, con ripercussioni tali da portare alla morte sia il fratello che la sorella del rapper.

Il suo utlimo disco, davvero ottimo, è uscito lo scorso anno e si intitola “Legends never die”: in un momento storico in cui è davvero facile salire alla ribalta mondiale, pur non avendo le skills, abbiamo voluto discutere con Rugged Man del concetto di leggenda, e di come questo sia stato alterato da internet e dall’industria. Assieme a me, l’amico Yared, promotore della serata del 16 assieme al gruppo Italia Hip Hop Foundation.

Di lui Notorius Big una volta disse: “credevo di essere io il più illest di tutti”.

Buona lettura.

Deiv Ciao Rugged, come stai, che combini?

Sono a Berlino, la mia ragazza vive qui, lei è un insegnante. Sai, mia madre è nata in Germania, me ne sto qui un po’, e poi nei week end me ne volo a giro per qualche show. Ultimamente sono stato in Svizzera, questa settimana verrò in Italia da voi.

Yared Parli anche tedesco?

Si, ma non più bene come una volta. Ho anche una canzone in tedesco in uscita a breve.

Deiv Chiaramente non ti ricorderai di me, ma ci siamo già incontrati 3 anni fa all’Hip Hop Kemp, per cui, per cominciare, vorrei chiederti come sta Stevie, The Rugged Kid, che in quello show salì sul palco con te.

E’ un bravo ragazzo, non lo vedo da un po’ ma quando andrò in Canada immagino che sua madre lo porterà al mio concerto.

Deiv Tornerai al Kemp quest’estate?

Sono stato l’anno scorso.

Deiv Oh, me lo ricordo bene. Eri sul palco con Gavlyn e Yarah Bravo ed eri in sedia a rotelle. Hai fatto uno show incredibile.

Mi ero rotto due cazzo di ossa nel piede poco prima del concerto.

Deiv Devo dire che è stato uno dei concerti più grandiosi che abbia mai visto in vita mia.

E’ stato un concerto speciale. Quando me ne sono andato dal palco, o meglio, quando sono strisciato via dal palco, ho capito subito di aver fatto un concerto speciale. Sapevo di aver fatto meglio di chiunque quel giorno, per cui fu una bella sensazione.

Deiv Tornando al nostro incontro al Kemp, quel giorno ti chiesi se ti sentivi sottovalutato come rapper. Mi hai detto che, inizialmente, la cosa ti dava fastidio, ma poi hai cominciato a fregartene, perchè molti dei tuoi rapper preferiti sono considerati sottovalutati. Giusto?

Sì, molti tra i grandissimi sono sottovalutati. Di solito i rapper più forti non sono i più celebrati. A volte, sì , capita che le cose coincidano ma solitamente i talenti più cristallini non sono poi così celebrati.

Yared Come Kool G Rap o Lord Finesse, che non sono conosciuti come 50 Cent.

Beh sì, anche senza arrivare a questo livello. Immagino che il 90% dei fan di Lil Wayne non sappia chi è KRS One. Sono praticamente certo che il 90% dei fan di Kanye West non sappia chi è Big Daddy Kane. Per cui, se devo piangere perchè sono sottovalutato, beh, che piangano anche gli altri.

Yared Credo che col tuo ultimo disco, in molti si siano accorti di te.

Beh le mie vendite son sempre da schifo. Che c’entra, per l’underground sono grandiose, ma, voglio dire, i 20 rapper più scrausi della radio stravendono in confronto a me. Quindi magari appaio di più sulle riviste, ma resto comunque underground rispetto ai più scarsi del pianeta (wackest rappers on the planet), loro vendono 25 volte quello che vendo io. Non ricevo comunque tutta questa grande attenzione: non mi becco manco le recensioni su riviste major come XXL magazine o The Source o The Vibe. Non mi hanno manco dedicato un articolo, dico un cazzo di articolo, su qualche rivista importante. Manco sulle versioni online delle riviste. Non ho neanche un ufficio stampa, perchè non ho soldi per promuovermi. L’unico tipo di attenzione mediatica che ricevo è organico: finisco sui siti, sui blog, sul web. Web, web, web. Ma zero robe stampate, non ho abbastanza potere a mio supporto.

Vibe Magazine? Non hanno mai scritto di me.

The Source? Non hanno mai scritto di me.

XXL Magazine? Non hanno mai scritto di me.

Complex? Non hanno mai scritto di me.

Magari hanno fatto 5 articoli su Iggy Azalea, poi fanno 5 articoli su Danny Brown, hanno fatto 3 articoli su Action Bronson e 3 su Joey Badass, ma io non becco questo tipo di attenzioni. Non faccio parte del “club dei ragazzi popolari”. Non sono io. Tutto l’amore che ricevo arriva dai fan e dal buzz di internet che riesco a generare. Perchè quelli dei blog pensano: oh, mettiamolo sul web, così la sua comunità di fan clicckerà sul nostro sito. E’ questo quello che fanno. Ma le riviste major, quelle manco si occupano di hip hop. Voglio dire, Rakim ha fatto un lavoro dedicato a Nelson Mandela, proprio quando Mandela era appena scomparso: grandissimi beat, grandi liriche, tematiche di livello mondiale. Non ha ricevuto alcun tipo di attenzione.

Nè sulle riviste, né alla radio.

Non se l’è inculato nessuno, tranne i suoi fan.

E stiamo parlando di uno dei più grossi rapper che siano mai esistiti, di una delle figure più iconiche del 21esimo secolo e QUELLO non ha ricevuto attenzione.

Beh, io certo non mi posso lamentare.

Deiv Ho cominciato questo discorso, sull’essere sottovalutati perchè volevo arrivare al titolo del tuo ultimo disco, “Legends never die” (le leggende non muoiono mai). Vorrei sapere da te chi sono le leggende oggi.

Devi costruirti un seguito, un eredità. Per cui ce ne sono un paio che potrebbero diventare leggende, ma è difficile dirlo adesso. Sono leggende potenziali. Ci sono anche quelli che potresti scambiare per sacchi di merda ed invece sono destinati ad essere leggenda. Passiamo alla boxe, parliamo di Bernard Hopkins: ha perso i suoi primi incontri, poi è finito in galera, nessuno pensava che sarebbe diventato l’iconica leggenda che è adesso. Non diventi leggenda perchè si parla di te per un anno, ci vuole tempo.

Deiv Credi che internet abbia cambiato il modo in cui si diventa leggenda?

Mmm…forse. Ricordi Chocolate rain? Il tizio nero nerd? Per qualcuno lui è una leggenda di Youtube! (ride) Per cui, chi lo sa. E’ uno spazio in cui scoprire cose, per cui immagino che sì, ci possano nascere anche le leggende.

Yared: Il titolo arriva da quella rima di Sadat X?

No, è che c’è una canzone dedicata a mio padre (reduce del Vietnam) e poi perchè volevo fare un po’ il cazzone. Sono una leggenda, io non muoio stronzo, hai capito?

Yared Come l’han presa i militari il fatto che tu indossi spesso le uniformi?

Qualcuno si è incazzato, perchè avevo addosso le 5 stelle da generale, ma non me ne frega un cazzo. Mio padre ne sarebbe orgoglioso, io sono orgoglioso del mio disco, per cui questi stronzi militari insicuri possono cambiare canale.

Deiv A proposito, prima citavi Joey Badass: ho letto in giro che farete un EP insieme, confermi?

No. Io sto facendo un mio EP, e lui potrebbe finire su un pezzo. Non un intero EP insieme.

Deiv So che ad inizio carriera hai registrato due album, che però non sono mai stati pubblicati. Hai ancora quei master e, nel caso, sei o saresti interessato a ripubblicarli ora? Abbiamo modo di poterli sentire?

No, non li possiedo. E’ il passato, un brutto periodo della mia vita. Sono dischi che suonano di merda, da qualche parte dovrei avere qualcosa ancora ma, veramente, suonano da schifo. Se tiro fuori della musica, non voglio che sembri che sia stata registrata dentro ad un cuscino.

Deiv Ma saresti interessato a ripubblicarli?

Come ti ho detto, se avessi modo di poterli fare suonare alla grande, allora probabilmente sì, ma stiamo parlando di un’ipotesi davvero remota.
Yared Anche la roba con Biggie?

Si, anche quella, fottutissima.

Yared Dimmi di lui, com’era andare in giro con un grandissimo?

Eravamo solo due mc agli inizi, non lo guardavo con gli occhi di chi sa di avere accanto una leggenda, nessuno poteva prevedere il futuro e quindi non avevo idea di trovarmi accanto ad uno che sarebbe stato poi considerato uno dei migliori di sempre. Parlavo a lui esattamente come sto parlando con te adesso. Ecco, è un po’ quello che stavamo dicendo prima, non puoi sapere chi sono, o saranno, le leggende. Se tu mi avessi chiesto “questo Biggie, diventerà uno delle figure rap maggiormente iconiche di sempre”? Beh, ti avrei risposto “ma va, questo è il mio socio, facciamo del rap.” E questo senza voler togliere nulla a Biggie, è solo che non puoi saperlo. Come i Mobb Deep o il Wu Tang quando erano agli inizi, erano solo ragazzi che rappavano.

Deiv Tu hai lavorato anche come commentatore sportivo, giusto?

Si, mi è capitato di scrivere o di commentare la boxe.

Deiv Spesso sono stati tracciati dei paralleli tra la boxe ed il rap. Credo che ci siano effettivamente delle similitudini tra queste due arti, o pensi che sia un po’ una forzatura?

Beh sì, ci sono sempre dei paralleli. Chi si sbatte di più, di solito, ottiene risultati maggiori. Parliamo di uno sport competitivo, e l’hip hop è una competizione. So che questi della new school hanno paura della competizione e quindi se ne vanno a giro a dire “no no, è solo una questione di vibrazione, chi se ne frega di chi è il migliore.”

NO.

Questo è hip hop, questa è una competizione, tu vuoi essere il migliore nella tua arte.

Ed in questo, sì, è come la boxe: se punti al titolo, ci sta che tu finisca ko.

Yared E’ una questione.. voglio dire.. di mancanza di skills no? Perchè oggi per essere qualcuno ti basta un buon beat o un buon ritornello e hai fatto. Ci sono mc, anzi rapper, strafamosi che non sanno neanche rimare.

Vero e sai perchè? E’ più facile per un’etichetta, o chi per loro, attrezzarsi nel settore marketing che non trovare un vero e proprio talento. Si fanno soldi dalla mediocrità, non si coltivano i talenti.

Deiv Ti abbiamo visto collaborare con Clementino, ci sono altre collabo future in vista con rapper italiani?

Rocco Hunt.

Deiv Mi piacerebbe avere più info sul film sulla tua famiglia che stai girando.

Sì, è più un documentario, ma è davvero difficile mettere in moto il tutto. Ho pochissimo tempo, avrei bisogno di chiudermi in uno studio per sei mesi per farlo davvero, ma sono troppo concentrato sulla musica. Se avessi un budget potrei farci lavorare qualcuno mentre sono in viaggio ma al momento è dura.

Deiv Hai qualche bel film horror da consigliare? So che sei un fan.

Oh questa è facile. Mi guardo i classici come Dracula con Peter Cushing e Cristopher Lee. Questo è l’ultimo che mi son visto. Curse of Frankenstein, con lo stesso cast, altro classico.

Yared E quelli in bianco e nero?

No preferisco quelli a colori, quando sono arrivati gli inglesi ed hanno cominciato a girare roba più spinta.

Deiv Niente roba nuova eh?

No. Ci provo ma.. l’ultimo che ho visto si intitolava Next, o You’re next o qualche cazzo del genere ma mi ha annoiato a morte. C’era gente con le balestre, tutti che gridano, tizi incappucciati..boh.

Yared C’è qualcosa che ti piace dell’arte italiana?

Fellini, lui è stato il più grande di tutti. E poi anche i vostri pugili, ce ne sono stati di grandiosi.

Yared Quando abbiamo fatto The Italian Job, conoscevi altro sul rap italiano?

No, onestamente non sono ferratissimo in materia, ma ho capito che voi siete delle specie di pionieri, giusto?

Yared Ahah, beh dai, diciamo così.

Deiv Ok, io non ho più domande, grazie.

Yared Grazie man, ottima intervista.

Grazie a voi, ci vediamo a Milano.