Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
NON PUÒ PIOVERE PER SEMPRE
GOLD

Gold Story IV: Il viaggio di un adesivo



Dieci anni fa dei piccoli oggetti di vari colori, forme e dimensioni comparirono, tutto ad un tratto, in giro per tutta Firenze. Tempo una notte o due, non più, hanno ricoperto autobus e segnali stradali, macchine e vetrine, zaini e parabrezza.  Un qualcosa che in tante città, sopratutto in Italia, non si era mai visto prima. Cosa sono? La gente si chiedeva. Cosa significa ‘Gold‘? e sopratutto, cosa significa quella scritta sotto, ‘Your Street Dealer’? Che diavolo significava, che cosa diavolo proponeva? La gente si poneva questa domanda, grattando via dalle vetrine quel marchio.

Dieci anni fa i tempi erano diversi; non c’era Facebook, non c’era YouTube o google translate. Le notizie giravano a passaparola, e ciò che non aveva risposta, rimaneva piuttosto nel dubbio, o meglio ancora, nel mistero. Una scritta in inglese dall’ambiguo significato finiva per essere minaccioso ed estraneo. Una minaccia nemica.

Molti penseranno che dieci anni fa Firenze suonasse come un paesino medievale, ma questo è medievale come concetto in se: bisogna vedere come sono andate le cose, e le cose sono andate così: tutto ad un tratto la città fu invasa da degli sticker (anche sticker è una parola nuova). Fu invasa e i fiorentini impazzirono. Impazzirono per una serie di motivi, dopotutto quello che stava succedendo era il cosiddetto ‘Guerrilla Marketing’, e la gente si spaventava associando tali parole ad una specie gruppo di estremisti ‘guerriglieri’ che imbrattavano cappuccio in testa le strade di notte, svanendo alla  luce.

Medievale come concetto uno potrebbe dire, ma purtroppo le cose stavano proprio così (ora, perché proprio a Firenze tra tutte le città è stata scelta vi chiederete, ma questa è un’altra storia). Se una parte dei cittadini infatti guardavano questi curiosi ‘sticker’ che li circondavano con scetticismo, un’altra,  perlopiù composta da giovani, impazzì. Impazzì si, come accadde ai tempi di Savonarola, senza lanterne stavolta ma con i cappucci alzati. Si lanciarono per strada e si sparsero nell’ombra: volevano partecipare a campagna degli adesivi Gold.

Dopo dieci anni è ora di confessare pubblicamente i miei crimini, poiché dopotutto avevo tredici anni, e chi mi conosce da allora sa che il mio soprannome era ‘Goldino’: Gold per me, i miei amici, i miei coetanei, era un progetto ‘Mayhem’. Gold era un Fight Club del quale nessuno faceva domande, ma faceva invece misteriosa scorta di adesivi, e andava in cerca di un venti centimetri quadri di spazio (ancora) libero dove sigillare il proprio marchio.

Il liceo che frequentavo fece girare una circolare in tutte le classi garantendo la sospensione immediata a chiunque fosse sorpreso ad attaccare un adesivo ‘Gold’ per la scuola, ma fu vista nient’altro che una forma di sfida, ed il progetto Mayhem-Gold divenne più aggressivo che mai.

La notizia di un design o colore nuovo faceva il giro dei corridori: erano le nostre carte Pokemon 2.0, scambiate e bramate senza sosta, solo che una fonte, un professore Oak esisteva davvero: si trovava in Via Verdi.

Ma arriviamo al dunque. Se chiedi a qualsiasi fiorentino tra i 20-40 anni anni se abbia  mai attaccato un adesivo Gold la risposta è si. Questo non è per vantarsi, non è un questione di successo, ne di tendenza: è una questione di Firenze.

Se cammini in centro intravedi il Duomo, è così da cinquecento anni e più.

Se cammini in centro intravedi un adesivo Gold, è così da dieci anni e più.

L’adesivo è divenuto parte dell’urbanistica della città, è diventata parte di essa, ammaccato, sbiadito, rovinato, ma presente. La quotidianità si è fusa nel messaggio.

gold-old

Altre città, in giro per tutto il mondo, sono seguite a macchia d’olio: New York, Tokyo, Londra, Milano, Berlino, una corsa per tutti i continenti, per tutti i mezzi. Ogni tanto ritroviamo foto di adesivi dai posti più remoti e nelle condizioni più estreme. Ci si domanda come sia arrivato lì, chi l’abbia portato. Questo è il viaggio di un adesivo: dove prima non c’era nulla, c’era solo un freddo, grigio cartello, ora vi è un colore, un messaggio, un logo. Il viaggio dell’adesivo tuttavia continua oltre, oltre questo articolo, continua per strade, sui treni, sulle navi, sugli aerei, sulle bici, sugli skate, sulle bombolette, sui computer. Possiamo solo scegliere un posto preferito, un piccolo spazio che è nostro, che ci appartiene, che sentiamo unico, e incollarci quel piccolo scorcio di Gold, e sperare che rimanga li per dieci anni e più.

Visita tutte le collezioni di Gold su: www.goldstreetwear.com