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Dolcissimamente macabro: Il kawaii noir di Junko Mizuno



Sull’onda del fenomeno kawaii, la mangaka giapponese Junko Mizuno, è esplosa nel panorama artistico internazionale grazie ad uno stile irripetibile e di indiscusso impatto visivo. Protagonista dell’ultima cover del magazine Hi-Fructose, Mizuno si era fatta conoscere al grande pubblico con le graphic novel “Cinderalla” (che segna il suo esordio nel 1995), “Princess Mermaid” e “Hansel & Gretel”, rivisitando in chiave surreale favole tradizionali di cui praticamente tutti conosciamo la trama fin da bambini. Il merito di Mizuno è stato quello di declinare gli intrecci di tali fiabe in una versione splatter/horror, coniugata con un approccio visivo appunto kawaii, dove le forme sono morbide e curvilinee, mentre i colori — che siano pastello o fluorescenti — virano sempre su tinte piacevoli e iridescenti.

Dopo aver conquistato il suo pubblico con questo mix tipico di tanta parte della produzione creativa giapponese contemporanea — dove lavorare sul contrasto viene considerato un must dal punto di vista tematico, sopratutto quando riesce a far convivere assieme armonia e follia — Mizuno si è poi sbizzarrita con la creazione di toy, un media oggi estremamente in voga, a conferma dell’attuale tendenza dell’arte di declinarsi in ogni possibile format commercializzabile.

In particolare, con il marchio specializzato Kidrobot, ha realizzato una serie di personaggi ispirati a un suo fumetto del 1998 intitolato “Pure Trance”. Quel manga shojo (ossia romanzo per ragazze) era apparso all’epoca della pubblicazione originale tanto ardito da violare tutte le convenzioni di quel genere editoriale. Oggi i suoi personaggi, passati dal disegno in 2D sulla carta alla tridimensionalità dell’oggetto in vinile, sono venduti in scatoline paragonabili ai celebri ovetti Kinder, stuzzicando il consumatore a “pescare” a caso un Keiko, Kaori, Aiko o qualche altro protagonista della storia.

Più di recente Mizuno ha realizzato, in collaborazione con Hasbro, una serie personalizzata e limitata di My Little Pony da collezione, portando così a compimento un progetto personale che l’aveva spinta a disegnare 25 varianti in 25 anni di quel giocattolino, di cui è stata una collezionista ossessiva fin dalla più tenera età. Fra le altre tipologie di oggetti che ha “decorato”, con quell’humour nero e grottesco che distingue la sua intera produzione creativa, ci sono peluches, calendari, t-shirt, e persino preservativi.

Per quanto riguarda i suoi lavori di carattere più strettamente artistico, Mizuno ha esposto in Italia presso la Galleria Mondo Bizzarro di Roma (nel 2008) e alla Triennale di Milano (nel 2006), presentando opere che spesso attingono come riferimenti iconografici dal lavoro di altri grandi maestri della letteratura manga tradizionale, come Osamu Tezuka, Reiji Matsumoto e Hideshi Hino. Junko risiede ormai da tempo a San Francisco e collabora con le più affermate gallerie di tutto il mondo. Nonostante la sua sensibilità resti profondamente ancorata alla tradizione pop giapponese, molti critici l’hanno paragonata ad altri grandi nomi del neo surrealismo occidentale, quali Mark Ryden o Miss Van, per la raffinatezza espressiva del suo linguaggio visivo.

Per saperne di piu’…
Il sito ufficiale di Junko Mizuno: http://www.mizuno-junko.com