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Drammachine II, l’intervista



“Drammachine II” è fuori già da un po’, ma fra cazzi e mazzi, pandemie e congiunzioni astrali arrivo a parlarne solo adesso! Ce lo presentano i tre passeggeri della macchina infernale: Apoc, Mastino e Blo/B!

Di nuovo insieme dopo 5 anni, cos’è successo nel frattempo e cosa vi ha portato di nuovo insieme in studio?

Blo/B: Diciamo che la voglia di riunirci ci era venuta subito dopo, però tra la nascita di mia figlia, crisi mistiche di passione verso la musica e altre strade intraprese (con MRGA ad esempio) sono passati cinque anni in un attimo. Almeno per me.

Mastino: Io ho scritto un botto, ma senza quagliare progetti nuovi. Credo usciranno tutti assieme, ora che ho più tempo per badare al lavoro post scrittura. Ed ho fatto una valanga di attività con Street Arts Academy.

Apoc: Io ho continuato a produrre, quando avevo un ora libera facevo due o tre beat alla volta e li depositavo direttamente nella cartella “Drammachine 2”; poi ad una certa abbiamo deciso di beccarci a Milano, dove abbiamo sentito tutti i beat, mangiato due fette di pizza e steso già tutto il progetto.

“Drammachine II” – Album Cover

Il disco si apre diretto, senza il classico intro da disco rap, arriva subito una manata in faccia con “Christine”, giusto per far capire il clima che ci aspetta nel disco. Dove volete portarci con la vostra macchina infernale?

Mastino: Questo è un viaggio anche per noi. Di quelli dove non hai una meta vera e propria. Ti godi il viaggio e quando senti che è il momento di fare una tappa, scendi e vivi quella storia; poi riparti in cerca di altre sensazioni, altri fotogrammi. Anche rimanere senza benzina potrebbe rivelarsi un’avventura che vale la pena di essere vissuta. A sto giro però avevamo nel bagagliaio una tanica dedicata al dare fuoco a tutto. Tanto per chiarire il punto.

Blo/B: Con la nostra Macchina del Dramma vogliamo portare l’ascoltatore a sentire Rap allo stato puro, senza troppi fronzoli ecc… Sia chiaro non alle origini, al passato, quelle cazzate li. All’essenza: beat e rime. Anzi, un fottuto inferno di Beat e Rime.

Apoc: Essendo l’autista (come nel video) come ogni autista, più guida più fa esperienza con i passeggeri e con i vari tragitti; posso dire che stavolta ”abbiamo visto davvero i mostri” a livello produttivo, il secondo capitolo è più crudo del primo e c’è un Ira smisurata dentro, quello che volevamo.

Fogna di Calcutta”, l’aria si riempie di odori speziati tipo mercatino indiano. Ovunque si guarda c’è indifferenza e omertà nonostante siamo immersi nel chiasso… è questo il posto dove viviamo?

Blo/B: Un po’ banale dirlo, ma si. Tra la tecnologia e il Covid la deriva che stanno prendendo le nostre città è di un agglomerato di singoli che interagiscono tramite social. Non più comunità. Ma penso che il sangue, l’umanità e l’intelligenza alla fine saranno più forti. SPERO.

Mastino: Per certi aspetti, diciamo che era la visuale che avevamo dal finestrino in quel momento.

Apoc: L’immagine che avevo davanti quando diedi vita a quel beat fu proprio la realtà di oggi; anzi forse una mezza visione di quello che poteva essere il periodo pandemico e anche quello dopo. C’è del gran chiasso là fuori, tanto individualismo e tanta confusione, ecco la “fogna di calcutta”.

Blo/B

La base è ipnotica nonostante il ritmo serrato, e rende appieno l’atmosfera creata dalle rime. Nei vostri brani nasce prima il testo o la musica?

Blo/B: Prima la musica. Non riesco a scrivere mezza barra senza un beat che me la tira fuori.

Mastino: Anche per il secondo capitolo abbiamo condensato molto il lavoro di composizione. Per me non c’è una prassi. Ci rinchiudiamo in studio per qualche giorno e quel che esce è solo quello che mette d’accordo tutti, indipendentemente da come è nato.

Non (H)Odio”, non abbiamo più idoli da pregare. Dobbiamo contare solo su noi stessi e sulle cose concrete per sopravvivere?

Blo/B: Su noi stessi, sui nostri valori e ideali personali. Ci sono poche passioni e ideali in giro, questo è il guaio.

Mastino: Per me la realtà viene sempre prima della trascendenza. Per quanto possa essere uno abbastanza spirituale, credo che una luce debba illuminare il buio piuttosto che accecare chi la guarda.

Apoc: Questo beat fu creato subito dopo “Fogne di Calcutta”, difatti son quasi gemelli. L’atmosfera è sempre quella di Fogne e io la vedo come un PT.2, se dovessimo fare un video di certo proporrei di fare 2 pezzi nello stesso video, tipo un cortometraggio.

Mastino

Chi sono i “Corvi” che banchettano a questo funerale?

Mastino: Me li immagino come qualcosa di molto simile a qualche spiritello cattivo. Abbiamo scritto un pezzo dove mandavamo in vacca tutte le nostre pare quotidiane, facendole appunto “divorare” dai corvi. Una specie di rito pagano per esorcizzare le rotture di coglioni. Esoterismi variegati, immagini sacre e profane condite con un pizzico di voodoo.

John Wayne Gacy”, confesso che me lo sono cercato su Wikipedia! Come nasce questo pezzo?

Blo/B: Era un periodo che mi ero appassionato ai documentari sui Serial Killer, in concomitanza (guarda caso) con uno dei periodi più brutti della mia vita. In cui avevo tagliato i ponti per varie ragione con persone a cui voglio (o volevo) bene e mi sentivo male, solo, in colpa. JWG è il serial killer che ispirò IT, arrivò a seppellire 33 cristiani sotto il pavimento di casa sua porca puttana. Mi piaceva molto la similitudine tra lui che seppelliva i corpi e me che che tentavo di soffocare i miei sensi di colpa. ALLEGRIA! *ride*

Su “Mille Poesie” c’è poco da dire, è il manifesto dell’intero album, è l’estratto perfetto ed il video lo valorizza appieno. Che spettacolo di automobile avete tirato fuori?!?

Mastino: In principio fu un’immagine (il manifesto del film Christine la macchina infernale) che ci ha ispirato la cover, ma ancora non avevamo incontrato quell’Amore di ferro. Poi un giorno mia moglie mi dice che ha un’amica il cui compagno possiede qualche mezzo “particolare”. Per curiosità mi faccio mandare le foto ed è subito #DRAMMACHINEII. La foto della Lincoln che mi mandò un paio di anni fa è stata la foto del gruppo WhatsApp che aprimmo per il primo disco fino alle riprese e alle foto di Fabio Zito. Ubi maior…

Apoc: Dopo quella Lincoln Mark III (detta anche Tumorellah) che consumava un bel po’ di carburante e inquinava a nastro le nostre narici, posso dire tranquillamente che è venuto esattamente come lo avevamo in mente; il beat è stato davvero molto semplice farlo, in 20 minuti lo avevo già steso.

Vertigo”, starvi dietro è quasi impossibile, io che soffro di vertigini e adoro Hitchcock mi trovo su quel cavolo di campanile con tutto che gira… Com’è stato scrivere un pezzo del genere a 10 mani?

Mastino: Volevamo freschezza, genio e follia. Sapevamo di trovare tutto questo chiedendo a Mattak e Roy. Con la stessa scioltezza del nostro messaggio di richiesta, le strofe sono arrivate in tempi ridottissimi.

Blo/B: Quello è nato da una session in studio da Tommy tutti assieme (noi tre), l’abbiamo scritto in un’ora scarsa se non erro. E l’apporto di mostri come Mattak e Johnny l’hanno reso ancora più potente.

Apoc

Si torna in Oriente con “Koun Senbei”, ritmo più blando e Musteeno che urla. Mi rendo conto di non avere idea di cosa significhi il titolo, fino a quando in chiusura scopro che si tratta dei biscotti della fortuna. In questo pezzo cosa simboleggiano?

Mastino: Potrei dirtela citandoti Forrest Gump: “la vita è uguale ad una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”. Puoi solo essere sicuro del cambiamento: la salma del vecchio te stesso, la tua versione meno consapevole, il cadavere del “nemico” che vedi passare stando seduto sulla riva del fiume.

Il beat mi ha suggerito un’atmosfera orientaleggiante con quella intro larghissima e marziale, ed il resto è venuto da sé, nel giro di una ventina di minuti. Un pezzo fatto di immagini molto contrastanti e ambivalenti, il cuore piccolo e gli occhi grandi, cioè un cuore di pietra e gli occhi pieni di desideri; oppure il cuore di un bambino e gli occhi di un adulto, come un tao. Cose che stridono, che sono agli opposti, pur stando in armonia tra di loro. Come nella vita.

Disordine Da Stress”, un po’ la condizione delle nostre vite nel periodo del lockdown, anche se è chiaro che il vostro è un disordine dove vi muovete bene. Quanta noia c’è nelle altre case sempre in ordine?

Blo/B: Infatti in casa mia c’è sempre casino! *ride*. Io non sono mai stato ordinato in vita mia e sto iniziando a esserlo un minimo adesso alla soglia dei 40 anni. Per me il disordine, quando non è degrado, è pura arte. Rappresenta la voglia di fare, di avere progetti, di essere in moto. In movimento, con quel fuoco che serve per portare le cose avanti nella maniera migliore.

Mastino: Io sono uno che ha bisogno dei sui riti: lenzuola rimboccate, magliette piegate nei cassetti, beats e liriche ordinate nelle cartelle con i bpm segnati. Però, casa mia, i miei spazi di lavoro, così come la mia musica, visti da fuori sono un cazzo di cantiere in continuo divenire, peggio della Salerno-Reggio Calabria. Però è li che trovo la mia dimensione, la mia ricchezza. “Il caos genera vita”. Lì si trovano le soluzioni ai problemi. Novanta su cento se guardi sotto al tappeto della casa sempre in ordine ci trovi i cadaveri. Generalmente preferisco sia tutto a carte scoperte, nel bene e nel male.

La chiusura dell’album è come la fine di un videogioco con l’incontro col “Mostro Finale”. Chi ci troviamo davanti?

Blo/B: La voglia di dare la Fatality definitiva con il peso delle nostre barre.

Mastino: La strada che c’è ancora da percorrere. Io dico che il viaggio è ancora lungo.

Apoc: Non vorrei essere maleducato rispondendo con una domanda ad un altra domanda, come la vedete la prossima sosta della Macchina Infernale? Vi lascio il tempo per pensare.

Il disco è uscito dopo un periodo di estrema emergenza, dal quale non siamo ancora usciti in pieno. Seguendovi sui social era chiaro che stavate lavorando al disco già da tempo, la chiusura da coronavirus ha influito sulla sua lavorazione?

Blo/B: No, era già chiuso da prima dell’emergenza.

Mastino: Non molto, avevamo già in tasca tutto il materiale necessario alla post. Qualche incertezza sull’ “andiamo o aspettiamo” dato che l’urgenza di vita era più grande di qualunque necessità di uscita. Ma poi abbiamo pensato che forse era un buon momento per provare a modo nostro a dare un supporto di qualche tipo, attraverso la musica, alle persone che ci seguono e devo dire che è stata una scelta molto felice. Amore ricambiato al 1000%.

Musteeno, Blo/B e Apoc, insieme Drammachine… ma chi sono oggi Andrea, Luca ed Alex?

Mastino: Un vecchio di merda a cui piace far cose da pischelli assieme ai monellacci. E pensa che mi pagano per farlo. E pure bene!

Blo/B: Sono un padre di una bambina piena di voglia di scoprire, compagno di una santa e bellissima donna, un ottimo Graphic Designer.

Apoc: Sono il titolare di una società di Consulenza a Verona, padre di famiglia anch’io con davvero pochissimo tempo per la musica.

A quando Drammachine III?

Mastino: Appena vomitiamo tutti i nostri progetti solisti o in forma di combo varie. Benza ce n’è a volontà.

Blo/B: Questo per la pandemia, il prossimo ci riuniamo a scriverlo tre mesi prima dell’Apocalisse Zombie.

Apoc: ……….Loading.