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Gianluca Garretto | Dall’altra parte della videocamera



Oggi qui su Goldworld parliamo con Gianluca Garretto, regista di Genova classe 2000, che da tre anni a questa parte sta facendo strada (e videoclip) nell’ambiente musicale.

Sì è avvicinato al mondo del montaggio da giovanissimo, editando clip di videogiochi. Poi ha messo mano ad una videocamera, a cui ha legato una formazione autonoma, studiando sul campo ed in proprio.

Ma ora parliamo con Gianluca che ci racconterà del suo percorso.

Ciao Gianluca! Raccontaci dove, come e quando hai imparato.

Ciao a tutti! Allora, guarda, io ho iniziato da autodidatta. Non ho fatto corsi o altro finora, anche se mi sto attivando per farne alcuni; certe cose è meglio averle nel curriculum che non averle.

Mi diletto nel fare ed editare video da quando avevo undici anni. All’inizio non sapevo davvero nulla. Sono partito con Photoshop, con la funzione timeline, – ride – poi ho scoperto Windows Movie Maker; e da lì in poi i programmi li ho provati più e meno tutti.

Ho cominciato con delle clip di Call of Duty, le scaricavo da Youtube e mi facevo i miei montaggi. Tre anni fa ho deciso di cominciare a farlo più seriamente e ho investito qualche soldo comprando la prima macchina fotografica. L’idea iniziale era di far fotografie poi, vedendo che era inclusa anche la funzione videocamera, ho detto: “Vabbè facciamo anche due riprese”. E piano piano da hobby l’ho trasformato in attività a tempo pieno.

Non ho una formazione canonica, ho fatto tutto da autodidatta guardando ogni tipo di tutorial o guida che mi capitasse. Ho letto libri sulla composizione e sulla fotografia, che poi sono le vere basi per i video – ah, props alla 18app.

Gli strumenti sono i soliti: edito con Premiére ed effetto con Aftereffects, Photoshop per le grafiche o le scritte. Comunque diciamo che tutto l’assetto Adobe lo sfrutto al 100%.

Gianluca Garretto
Gianluca Garretto

Come nasce una collaborazione per un video? Quali sono gli aspetti che curi particolarmente?

C’è collaborazione e collaborazione. Dal ragazzo con il pezzo pronto e con in mente la realizzazione di un video “super street”, che in un paio di giorni si chiude; al ragazzo che invece vuole salire di livello investendo di più nel suo progetto. Con una riunione ed una fase di brainstorming capiamo cosa possiamo fare e tiriamo su un progetto, anche di una, due settimane di tempo di realizzazione.

I costi ovviamente variano molto; per esempio dal video girato in piazza, a quello con dietro una grande produzione che deve occuparsi di delocalizzare gruppi di persone da città diverse, si fa in fretta a salire.

Il rapporto che hai con la persona con cui realizzi il progetto è importante. Un rapporto aperto e sincero porta a una esecuzione del lavoro migliore rispetto ad un rapporto freddo e compartimentato. Dopo la qualità generale, un’altra cosa di primissima importanza nella coordinazione di gruppi di persone è l’organizzazione dei tempi, altrimenti sono guai.

Scegli un tuo video e parla del processo che ha portato alla sua realizzazione

Guarda, un video che mi ha portato via un bel po’ di tempo è quello di “Mami”, che ho fatto per Dante. Sono stati quattro giorni di riprese a Roma, tra studio, locale e una terza location all’interno di un B&B. A livello di collaborazioni è stato uno dei progetti più importanti. C’erano un sacco di ballerini professionisti, allievi ed ex allievi di Amici ed anche uno dei più frenetici. Tutto era organizzato al minimo secondo, giusto il tempo di mettere le riprese sul computer ed ero in un taxi verso la location successiva; dove cominciavo ad editare il video per vedere la resa delle color correction per vedere quello che poteva uscire nel video.

Qual è la tua parte preferita del lavoro? E la parte più odiata?

La parte che preferisco è quella di scouting. Da quando ho cominciato a fare video, anche quando mi sposto da casa al supermercato, ho sempre l’occhio in cerca di nuovi spunti. Per quanto riguarda la parte che mi piace meno non saprei, quando trovi qualcosa che ti piace fare visceralmente diventa dura trovargli difetti. *ci pensa*
Forse spostarsi da luogo a luogo caricandosi tutta l’attrezzatura in spalla di volta in volta è l’unica cosa che mi può venire in mente.

Gianluca Garretto
Gianluca Garretto

Un videoclip che ti ha colpito particolarmente quale è stato? E perché?

Uno degli ultimi video che mi ha impressionato parecchio è stato quello di “This is America” di Childish Gambino. È un video realizzato in un’unica ripresa – piano sequenza – o sicuramente, se ci sono tagli, sono ben nascosti. E se non viene bene alla prima, è da rifare ogni cosa, con tutto quello che succede nel video. È un impegno completamente diverso da un video normale, dove tagli e monti.

C’è altro, che magari abbiamo tralasciato, che vorresti dire?

No, non mi pare. Un saluto a tutta la community di Gold!

Intervista di Alessandro Lucherini