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Tom Waits in ricordo di Hal Willner



Il 15 Aprile scorso, sulla sua pagina Facebook, Tom Waits, insieme alla moglie Kathleen Brennan, ha ricordato la figura del geniale Hal Willner. Il produttore americano, visionario alchimista di suoni, negli ultimi quarant’anni ha dato vita ad una quantità di progetti che sulla carta avrebbero potuto apparire improbabili, ma che sotto la sua guida e supervisione si concretizzavano in dischi, concerti, show televisivi, ecc. Willner è purtroppo mancato il 7 Aprile, il giorno dopo il suo sessantaquattresimo compleanno, per complicazioni sopraggiunte a causa del coronavirus. Waits e la moglie Kathleen ne tracciano questo ritratto, con uno stile letterario, come si addice a chi per decenni ha fatto dell’arte il proprio mestiere.

Tom Waits
Tom Waits

Tom e Kathleen ricordano Hal Willner.

Hal. Caro Hal. Fratello. Zio. Padre. Figlio. Marito. Padrino. Amico. Saggio e spericolato. Agnello e pecora nera. Amante degli afflitti e dei beati. Più che parente e più che buono e gentile, più che amico e più che diabolico nella sua scoraggiante e devota ricerca dei perduti e dei sepolti, possa il suo trovare successo nel successo degli altri continuare a lungo, oggi per noi e poi per quelli che ci seguiranno.

Hal era la memoria obliqua e sentimentale, il ricordo misterioso e storico. In campo musicale, si era specializzato nel mettere in scena strani accoppiamenti, come Betty Carter con The Replacements Conway Twitty accompagnata da The Residents. Oh, i semi selvaggi dell’Impresario Hal. Era attratto in egual misura dal pericolo di un fiasco e dal potere magico dell’illuminazione che le sue produzioni leggendarie avevano. Molti anni fa acquistò il piano di Jimmy Durante insieme all’orologio da polso di Bela Lugosi e al velo indossato da Karen Carpenter. Alcuni sostengono che possedesse anche la gamba di legno di Sarah Bernhardt. Aveva una varietà di burattini e marionette, manichini, busti di Laurel Hardy, richiami per anatra, spaventosi pupazzi di Jerry Mahoney e una collezione di vinili e libri rari. Questi erano i suoi talismani e paramenti perché il suo cuore era un reliquiario.

Hal parlava regolarmente da solo, certamente borbottando note a piè di pagina di pesanti tomi che nessuno aveva letto e di cui nessuno aveva sentito parlare. Ogni storia che raccontava era seguita da diverse osservazioni impercettibili, impossibili da decifrare (come se interrompesse il suo stesso ragionamento), che erano destinate solo a lui. Spesso si lagnava. Poteva evocare il passato come una sfera di cristallo o una tavola Ouija. Ci faceva pensare a un calabrone che striscia fuori da una calla… Era un furtivo, clandestino e astuto cercatore di tesori e archeologo di isole dimenticate dalla cultura popolare.

La sua risata. Beh, era una tasca interna e una meravigliosa danza di risate di un malizioso tremotino che offriva rifugio a coloro che soffrivano i lacci e le frecce di una sorte oltraggiosa o gli sgarbi della penna di un critico. Incoraggiava il caos e la follia e celebrava tutte le cose genuinamente strane e inquietanti, da Soupy Sales Ella Fitzgerald che canta “Sunshine of Your Love“. Lo incontrai dopo uno dei miei spettacoli nel 1974. Avevo (Tom) 24 anni, Hal 18 e sembrava già un pensionato. Voleva mostrarmi in giro per la città e portarmi in alcuni club.

Hal ha applaudito i contrasti e le anomalie del comportamento musicale, letterario e umano. E, naturalmente, amava le eccezioni a ogni regola. Amava aprire il sipario dell’artificio e dire… ta-dah… guarda questo spettacolo di bellezza fatiscente e di disastro umano… questo è il cuore che batte davvero… Per Hal, il vaudeville era il Valhalla… e la sua conoscenza senza fondo era come un grande albero che si sta espandendo. Come è stato possibile che Hal abbia avuto intorno a sé poeti, attori, musicisti, performers, registi, maghi, burattinai, pazzi, politici, opinionisti, tv, radio e studi cinematografici di ogni epoca e angolo del mondo? Non siamo in grado di dirlo.

Hal non era quello che avresti definito un abile persuasore o un furbo intrallazzatore, ma una notte alle 3:00 lo seguimmo ad un angolo di strada a Chinatown, dove fummo testimoni di un homeless che cantava un’aria appassionata di una sola parola dedicata a Bacteria. “BAC-Ter-I-A… Bac Ter-I- A” con una struggente voce tenorile che eguagliava chiunque avessimo ascoltato al Met. Indimenticabile.

Se praticassimo una sezione trasversale del cuore di Hal… si vedrebbero gli anelli di un vecchio e saggio albero. Soprattutto, è da ricordare quanto Hal amasse la musica… e tutto lascia assolutamente pensare che lei contraccambiasse da lungo tempo. Condividiamo il nostro amore e la nostra vicinanza, così come stanno facendo i nostri figli, con sua moglie Sheila e suo figlio Arlo, con la famiglia estesa di Hal e con tutti i molti amici e compagni che lo adoravano.

HAL WILLNER E TOM WAITS, GLI INCONTRI DISCOGRAFICI

La collaborazione tra Tom Waits e Hal Willner ha lasciato tracce discografiche in due album a tema che riunivano, come era uso in molte produzioni di Willner, musicisti delle più diverse estrazioni e orientamenti musicali. Il primo incontro avviene nel 1985, nell’album “Lost in the Stars – The Music of Kurt Weill” che vede la partecipazione tra gli altri di StingMarianne FaithfullVan Dyke ParksJohn ZornLou ReedCarla BleyPhil WoodsDagmar KrauseTodd RundgrenCharlie Haden, ecc. Qui il cantautore americano interpreta il branoWhat Keeps the Mankind Alive?” tratto da“‘L’Opera da Tre Soldi” con musica di Kurt Weill e parole di Bertold Brecht.

'Lost in the Stars – The Music of Kurt Weill'
‘Lost in the Stars – The Music of Kurt Weill’ (A&M, 1985) prima edizione in vinile

Waits collabora per la seconda volta con Willner nel 1988, in occasione dell’album “Stay Awake – Various Interpretations of Music from Vintage Disney Films“. Ancora una volta il produttore riunisce un’eterogenea folla di artisti tra i quali Bill FrisellMichael StipeLos LobosBonnie RaittSuzanne VegaAaron NevilleNRBQBetty CarterSinead O’ConnorSun RaHarry NilssonJames TaylorRingo Starr, ecc. In questo caso, la canzone interpretata da Waits appartiene a uno dei classici dell’animazione disneyana: “Biancaneve” del 1937. Si tratta di “Heigh- Ho (the Dwarfs Marching Song)“, la marcetta cantata dai Sette Nani mentre si recano sul posto di lavoro in miniera. Waits ne dà un’interpretazione tenebrosa, che sembra quasi evocare profondità infernali.

‘Stay Awake – Various Interpretations of Music from Vintage Disney Films’ (A&M, 1988) prima edizione in CD