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Don Joe | Il Tocco di Mida



Oggi mi trovo fra le mani “Il Tocco Di Mida” e scopro che Don Joe ha scritto questo libro per me.

La copertina del libro

Mi spiego meglio, ma per farlo devo partire con una premessa: non sono mai stato un fan dei Club Dogo.
Non che io mi sia mai schierato con i loro haters, semplicemente ho sempre ascoltato altro, pur riconoscendo le capacità del gruppo e dando atto che il loro peso sulla scena è stato notevole. 

Ovviamente quando si parla di un gruppo musicale la figura di chi impugna il microfono si impone rispetto a chi suona, anche per il semplice fatto che chi rappa esprime concetti direttamente all’ascoltatore, mentre un producer, pur mettendo l’anima ed il cuore nel suo suono, può trasmettere emozioni ma difficilmente riesce a raccontarsi. Forse è per questo che fra i tre Dogo, Don Joe è sempre stato quello che più mi ha incuriosito.

Un primo contatto con Don Joevanni l’ho avuto con la compila di Dj Enzo Tutti x Uno, ma non seguendo i Dogo ho collegato solo successivamente che Don Joe era lo stesso che avevo sentito rappare anni prima con Irene Lamedica.

Nella mia collezione c’è Thori e Rocce, la sua compila con Dj Shablo, e una copia di una copia marcissima del mixtape con la PMC, mezza rovinata dal sole estivo che picchiava sul cruscotto della mia vecchia punto azzurro astrale.

Don Joe

Con questi pochi elementi, oltre a qualche featuring e alcune produzioni su lavori altrui, non posso dire di conoscere a pieno Don Joe, ma sono consapevole della riconoscibilità dei suoi lavori.
Quando parte una canzone prodotta da lui, che ti piaccia o meno, non si può fare a meno di riconoscerla.

Non è strano, quindi, che da qualche parte nel mio cervello si nascondesse un briciolo di curiosità nei suoi confronti, e che quando se ne è presentata la possibilità abbia colto la palla al balzo per realizzare questo articolo, che non ambisce ad essere una recensione, ma una semplice riflessione su quanto ho appena letto.

Don Joe questo libro l’ha scritto per me. O meglio, l’ha scritto per chi, come me, non è mai stato un suo fan. Don Joe ci racconta, attraverso la sua storia, l’evoluzione della scena Hip Hop milanese, contribuendo quindi alla crescita culturale di chi si affaccia per la prima volta su questa cultura.

Si mette a nudo, parlando delle difficoltà e dei problemi incontrati durante il suo percorso artistico, sul piano economico ma anche personale, pur mantenendo l’atteggiamento sicuro e un po’ sbruffone che ha sempre caratterizzato il suo Club.
Non si nasconde parlando dei suoi obiettivi: lui con questa cosa prima voleva viverci, poi guadagnarci, poi sempre di più, con lo sguardo fisso verso il prossimo step.

Il risultato è un libro che non vuole farsi amare per forza, ma che riesce ad arrivare anche a chi è estraneo al percorso artistico di Don Joe, che con quest’opera dimostra di saper incastrare le parole bene quanto i sample.

E se lo dico io, lettore assiduo ma lento, l’ho letto tutto in due serate, fidatevi. Ne vale la pena.