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VOI CON SALVINI
VR

VR in sala travaglio. Realtà…possibile?



Il travaglio è doloroso. E chi vi dice “Non me ne sono nemmeno accorta” –tipo mia nonna– è un caso su un milione. Ora che ci penso l’aveva detto anche l’altra mia nonna. Ma non è questo il punto!
Il travaglio è indubbiamente doloroso, per qualcuna di più, per altre meno.
Inoltre può essere lungo ore 3-4…8.

E se la medicina tradizionale offre lo strepitoso vantaggio dell’epidurale per un travaglio indolore, altri approcci possono essere altrettanto utili e di aiuto a quel momento così importante e cruciale. Forse possono essere addirittura più in linea con una visione meno medicalizzata della nascita. 

Ma di cosa stiamo parlando? Del travaglio affrontato con l’aiuto della realtà virtuale. Stiamo parlando di un visore da indossare, per momenti più o meno brevi a seconda della resistenza personale, che mostra un contenuto apposito.

Immaginate di estraniarvi un attimo, di lasciare quella stanza sterile di ospedale, che dovrebbe essere un bozzolo intimo e protetto ma che spesso invece è un viavai di personale, il cambio turno, l’ostetrica che ti accompagna e il dottore che si affaccia là, proprio là sotto. “A che punto siamo?” E il compagno, o la compagna che sta a fianco a te e tu che pensi “Ora sviene. Se sviene lo meno”. Almeno questo era quello che pensavo io. 

Quindi.
Indossiamo il visore e ci troviamo su una spiaggia– ad esempio- e il mare ci accarezza i piedi. Il rotolare delle onde arriva placido sulla sabbia e sposta appena i sassi della riva. Basterebbe questo per ritrovare un po’ di pace, vero? Poi arriva una voce che, calma e fiduciosa, ti guida in una respirazione controllata. E questo davvero fa tutta la differenza. Perché respirare tra ondate di dolore è la chiave per arrivare alla meta.

Catherine è nata pochi mesi fa in un ospedale a New York, e la sua mamma racconta: “Sai, il tuo corpo va avanti nel travaglio ma [la VR] ti dà qualcosa su cui concentrarti. Ho davvero focalizzato la mia attenzione su quello che si presentava davanti ai miei occhi durante le contrazioni e la guida mi ha aiutato a respirare, a rimanere in controllo e mantenere la calma.”

Sono pochissimi gli ospedali che offrono questo servizio- negli Stati Uniti un paio- e stanno ancora studiando sulla combinazione dei contenuti immersivi e la durata consigliata.
Uno studio dell’Università del Michigan pubblicato la scorsa estate riporta che la VR è “una tecnica potenzialmente efficace per ridurre il dolore e l’ansia durante il travaglio”.

Potenzialmente mi basta.