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MUSIC

Dj Myke | Artigiano del graffio vinilico



Quando leggo articoli e interviste a Disk Jockey ho l’impressione che ci siano molti esperti e intenditori di Djing e Turntablism.

Così ho pensato a chi possa essere un vero esperto di queste discipline.

Ho scelto di contattare il più geniale, Dj Myke aka Micionero e gli ho proposto un’intervista.

Dj Myke

L’indomani dopo una breve chiacchierata iniziale, gli chiedo:

Ci puoi spiegare in cosa consiste la tua disciplina? Perché da quello che leggo in giro, sembra che si dia per scontato che tutti conoscono l’argomento.

In Italia non ci sono questi gran turntablism o dj, quindi quelli che lo danno per scontato è perché non lo sanno argomentare.

Io ho dovuto vincere 4 DMC 3 ITF, prima di farmi accettare come dj. Insomma, ho dovuto fare i miracoli.

In Italia tutti si riempiono la bocca con parole come dj, scratch, cioè è figo impennare con la moto, ma il problema è che qui non sanno andare sulla moto.

Credo che il dj sia una delle discipline più sciaccallate, più violentate e meno rispettate che esistano in campo musicale.

Tutti fanno i dj, ma pochi sanno che cosa sia. Il deejay, lo dice la parola stessa, disk jockey, è uno che prende della musica e la trasforma. La trasforma facendo mix mash-up, mettendo le mani sopra musica già esistente.

Poi c’è il Turntablism, che è un’estremizzazione dell’aspetto del djing. Prendi dei suoni e crei la musica usando il giradischi come uno strumento musicale.

Infatti escono dei dischi con dei suoni fatti apposta, suoni di voci, suoni ripercussivi, suoni di synth di archi… Ci puoi mettere un po’ di tutto.

Il bello del giradischi è che contiene tutti gli strumenti, quindi come strumento musicale ha una versatilità al 100%.

Il Turntablism è creazione, pura creatività, non avendo nemmeno tanta ‘scuola’ dietro, la mente è libera.

Dove non c’è ‘scuola’, però, ci dev’essere molta attitudine, nel senso che è fondamentale porsi regole molto forti. Ovvero, al contrario di uno che va al conservatorio, dove le regole le danno loro e di li non si scappa, nel Turntablism le regole devi dartele da solo, e ciò risulta molto complicato.

Battlebreak dj Myke aka Micionero

E in Italia com’è visto il tuo lavoro?

Tante volte mi paragonano all’ultimo arrivato, che mette i dischi dietro il rapper famoso di turno. In Italia, non c’è una ricerca approfondita in questo campo, quindi per fare questo mestiere devi essere ricco oppure scriteriato. Io faccio parte di questo secondo raggruppamento. Puoi fare questo lavoro solo se, come me, sei sganciato mentalmente.

La mia professionalità è riconosciuta in tutto il mondo, ma in Italia faticherei a trovare lavoro come barista, capisci? Sono stato in vacanza in Giappone e solo per averlo scritto su Instagram, mi hanno proposto di fare 4 serate. Io ho detto “Ragazzi sono qui in ferie non a lavorare” (ride). Mentre quest’estate in Italia ho fatto due date.

Del resto non scrivono più serata con Dj X ma, questa sera suona Dj X, il dj di e di seguito il nome di un rapper famoso.

Così facendo non c’è più nemmeno concorrenza tra i dj, e di conseguenza non c’è più meritocrazia.

In Italia viene tutto catalogato come le bibite, il Rap lo conoscono in 4 ed il Djing lo si conosce relativamente. Il fatto che alcune persone vogliano stare fuori da questa catalogazione e di conseguenza dal mercato viene preso come un fallimento, quando in realtà non è così.

Se non fai un milione di visualizzazioni dopo 24 ore su un video Rap, oppure qualcosa inerente al mondo Hip Hop, pensano che il tuo lavoro non funzioni. Queste convinzioni sono totalmente errate, perché ci sono due cose: la Musica ed il mercato.

Come funziona il Mercato in Italia?

Il mercato spinge il prodotto più facile da vendere, poi ci sono le eccezioni, S.U.N.S.H.I.N.E. va contro tutte le leggi di mercato, mi hanno dato contro tutti per quel pezzo, anche Rancore mi disse che solo io potevo concepire un pezzo così folle che dura quasi 8 minuti.

Però è diventato una sorta di inno per tutti, vecchia scuola e nuova scuola, sono passato da pazzo a genio assoluto in un quarto d’ora.

Il mercato fa quello che gli conviene lì per lì, non gli interessa della qualità, il mercato è un paradosso.

Per circa 6 anni te e Rancore avete collaborato facendo diversi album insieme, in futuro ti piacerebbe fare una nuova collaborazione simile, con un altro artista, oppure preferisci lavorare da solo?

Nella maniera più assoluta no, dopo quella collaborazione lì ho capito quanto io sia stato ingenuo.

Ho dato tutto, che è quello che mi caratterizza, se un domani dovessi collaborare con te che ci conosciamo, io darei tutto, ci metto tutto, però non sprecherò più la mia vita per un’altra persona.

Ho ripreso il mio assetto iniziale cioè quello di stare per i fatti miei, da solo.

Di quello che ho fatto con Rancore non rinnego nulla, ma ho volato pagina.

Non collaborerò più in esclusiva con un Rapper, perché il Rapper è la persona più presuntuosa nel mondo musicale.

Canzoni featuring si, ma mi fermo a quello, perché lo sbattimento non vale il lavoro.

Parlaci del tuo prossimo album

Vorrei fare qualcosa di nuovo, già faccio cose molto particolari, andare oltre sarà difficile, ma voglio fare una sorta di disco che racchiuda tutti i generi musicali in 10 tracce.

Un disco con tantissime contaminazioni musicali, non sarà semplice, ma lo faccio per me, deve piacere a me, quindi sarà figo.

Non farò un disco cercando di fare il featuring con il rapper che ha più follower, o facendolo come vuole il mercato musicale, ma cercando di fare quello che funziona.

Ci saranno delle collaborazioni folli, l’unico featuring che ti dico che è anche l’unico che si ripete rispetto ad Hocus Pocus è con Simone (Danno Colle Der Fomento). Collaborazione con riserva perché con Simone faremo, in un disco particolare, una cosa ancor più particolare, forse sarà la cosa più attitudinale e scolastica dell’album. Una cosa che posso fare solo con il Danno, perché mi serve l’Hip Hop e quindi Simone, mi serve chi ha sposato il Rap un po’ come me, perché gli piace e a Simone il Rap gli piace da morire, continua a piacergli e si vede.

Per dare un’idea di com’è Simone, mi hanno reinvitato a Welcome2TheJungle, quindi riandrò a breve, le altre volte che ero là per preparare la puntata e mi mettevo a fare gli scratch, mi ritrovavo Simone dietro ad osservarmi, nemmeno i dj che vogliono imparare mi guardano così. Lui è proprio innamorato di questa cultura quindi chi meglio di lui? Mi serve una persona così perché la forza come la fa scorrere Danno non la fa scorrere nessuno.

Ti piace di più fare il Dj oppure il Producer?

Ogni cosa dei due aspetti è una figata, sono due cose che stanno bene insieme, due lavori completamente diversi ma stanno bene insieme. I Dj Turntablism che sono anche producer sono pochissimi, si possono contare su una mano.

Sono due aspetti che, se uno preclude l’altro, si perde una gran cosa.

Il 13 è uscito il nuovo album di Frabolo “Epic Fail”, dove è presente un featuring con te nel pezzo Random. Francesco (Frabolo) mi ha sempre parlato bene di te ed è orgoglioso di avere i tuoi scratch nel pezzo, una cosa che non fai quasi per nessuno, sei geloso del tuo lavoro?

Ultimamente è stato l’unico, piuttosto faccio un beat ma gli scratch non li faccio. Frabolo mi dice sempre che ha stima per me, io non lo dico mai, per me la stima va oltre, e non avere fatto queste cose per altri, ma solo per lui, è già un attestato di stima.

Non me la sento di mettere i miei scratch su roba che non mi piace, con Francesco ho accettato perchè lui i pezzi li sà fare, tecnicamente è bravo scrive cose intelligenti, poi il beat di Dr. Noise era figo quindi c’erano tutte le cose che andavano bene.

I miei scratch non si comprano perché non gli do un prezzo, sono molto personali, gli scratch li sappiamo fare in pochi, i beat li sanno fare in molti, nello scratch mi sento unico.

Non ho accettato soldi da Frabolo, lui è stato così gentile da offrirmeli, voleva darmi il gettone dei punti SIAE e gli ho detto: “Francesco col gettone telefonaci”, e questa è una battuta per pochi (ride anzi ridiamo), ho accettato per puro gusto artistico.

La nostra intervista finisce qui, anche se in realtà la chiacchierata si è protratta molto, ho così avuto anch’io il piacere di scoprire non solo un grande artista ma anche una persona estremamente intelligente.

Grazie Marco.