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Tormento



Tormento

Il guest di Local Heroes per il mese di dicembre, ormai lo saprete già, è Tormento. Il personaggio non ha bisogno di molte presentazioni, me ne rendo conto, o forse si?

Il Tormento dei tempi dei Sottotono è maturato, ha fatto i conti con sé stesso ed è recentemente diventato padre per la prima volta. Accasatosi a Firenze, dove vive la sua compagna, porta avanti mille progetti, dalla collabo con Skizo ed il fratello Esa (Siamesi Brothers) ad un bel progetto con Don Santoro per i ragazzi rom.

Pur senza disdegnarsi di togliersi qualche bel sassolino dalla scarpe, come potrete verificare voi stessi leggendo questa lunga, onesta, intervista.

Deiv Cominciamo con la nascita di tuo figlio che mi sembra la novità più rilevante nella tua vita.

Tormento Beh, cosa devo dire, è una cosa che è rimasta un po’ nascosta anche su Facebook e sui vari network. Forse è un po’ la nostra cultura che, raggiunta una certa età ti porta a farti una famiglia, ma io credo sia più un discorso di spostare le energie. Tutte le energie sono sul lavoro, sul cercare di capire quale sarà il passo successivo e poi invece prendi e le posti sull’amore, sulla famiglia. Cosa che poi ti ritorna anche sul lavoro, quando magari il lavoro non funziona, non serve stare lì a pensare, a macchinare sul come riuscire a uscirne, molto spesso non fa che peggiorare le cose. E invece mollare il colpo ho visto che aiuta. Poi in questo periodo è un po’ tosta visto che stiamo proponendo musica e argomenti che sono assolutamente al margine della società di oggi.

Deiv Ok, parliamo di quello che stai facendo. Sei uscito col disco nuovo circa tre mesi fa, “Siamesi brothers 2” con tuo fratello Esa e Dj Skizo.

Tormento Beh il disco è prodotto interamente da Skizo, mentre prima ci producevamo un po’ io e Esa. Quindi la prima novità è questa. Il live è potentissimo, ormai è un anno e mezzo che giriamo con Skizo quindi il disco è nato poi in maniera naturale. Già a partire dal titolo, che è “La macchina del funk” stiam cercando di spingere quello che è un po’ la base culturale del nostro genere. Io ho fatto un percorso un po’ diverso, quando ero ragazzino ero intrippato di gangsta rap e la west coast era quella che mi piaceva di più. Poi mi è servito viaggiare, andare a Los Angeles, avere la possibilità di suonare a Compton, in posti seri diciamo. E quello, oltre a stare coi messicani coi quali mi son trovato davvero bene, mi è servito a capire che quello è un mondo veramente lontano dal nostro. Qui in Italia è Saviano che racconta quel mondo lì, il mondo hip hop è sempre stato un po’ più legato a persone che non venivano necessariamente dal ghetto. Quindi andare in America mi ha fatto capire che era un modo molto distruttivo di fare rap quello. Questo mi ha riavvicinato allo step prima, quindi Run DMC e Public Enemy, oltre a capire come la politica, nel corso del tempo, abbia ucciso questi personaggi. Volutamente. Così come, secondo me, sono stati uccisi Jimi Hendrix o Jim Morrison negli anni ’60, in un momento in cui erano molto pericolosi per i testi che proponevano, secondo me, si è scelto di trasformare il rap in un genere che sapeva solo parlare di donne, di motori, di gioielli, l’importante era che non si parlasse di temi politici. Quindi il mio percorso musicale mi ha portato alla ricerca del vero, passando per Snoop (che ascolto ancora oggi) o 2Pac, sicuramente una delle voci più forti del rap, nonostante sia un estremista del gangsta, però esistono diverse sfumature. Da quello che è violento e basta, a quello che è violento e politico, a quello che è super pacifico.

Deiv Credo che questo tuo passo indietro si rifletta anche nella musica che fai. Ho avuto modo di sentire “Siamesi brothers 2”, anche se di sfuggita purtroppo, e devo dire che suona old school di brutto. Oltretutto non è esattamente quello che richiede il mercato adesso…

Tormento Assurdo eh? (ride) Quello, devo dire, son scelte un po’ coraggiose, nel senso che commercialmente non ci appoggia nessuno. Però ti dico, circa due mesi siam stati a suonare a Berlino, con Esa e Schizo, e questo sound è una realtà, che esiste in tutta Europa e in tutto il mondo. Oggi nel mondo c’è la ricerca di quello che è l’hip hop e le sue evoluzioni senza per forza diventare dance. E’ l’Italia che ha questa visione completamente deformata della cosa. E segue, quindi, solo quello che va di moda. Solo quello che va di moda. E quindi vedi queste canzoni alla Flo Rida, mezze dance, con queste donne mezze nude. Ma è l’Italia. Ad Amsterdam ci sono i club che passano il rap da club e ci sono quelli che passano Al Green, Donny Hathaway, Marvin Gaye, oppure Tribe Called Quest, tutto l’hip hop degli anni ’90. Esiste tutto. Qui mancano altri spazi. Alternative. E noi con questo disco, pagandone ben volentieri tutte le conseguenze del caso, abbiamo voluto denunciare questa cosa.

Deiv Secondo te perchè da noi si è creata questa mancanza di alternative?

Tormento Perchè in Italia c’è questa voglia di arrivare, arrivare a tutti i costi. Non conta come, devi arrivare. Devi arrivare ai soldi, al potere. Secondo me è questo che crea la mancanza di alternativa. Tutti vogliono la macchina grossa, tutti vogliono 8mila euro al mese, tutti vogliono la bella vita. Io, sarà perchè l’ho fatta, che adesso ragiono così, e posso anche arrivare a capire chi non si è tolto certi sfizi e continuerà sempre a rincorrere quel sogno lì. Io che ho visto i grandi cachet, ho visto le grandi etichette discografiche, ho visto i giornali grossi, cose come il festival di Sanremo o il Festivalbar… beh a un certo punto ti rendi conto che è tutta una scatola vuota. E questo può essere bello, ti puoi anche divertire, con gli amici giusti anche Sanremo può esser divertente. Non è il festival che è triste. Se tu vai con la tua crew, e magari siete una banda di pazzi, allora ti diverti anche a Sanremo. E’ questo che la gente non ha mai capito dei Sottotono. Che eravamo noi. Saremmo potuti andare anche al Maurizio Costanzo e avremmo comunque portato una roba figa.

Deiv Come ti senti quando ripensi a Sanremo? Anche il famoso scazzo con Striscia la notizia… cosa ti rimane di quell’esperienza?

Tormento Tutte scelte che oggi mi sembran sempre giuste, sempre più che giuste. Scelte che abbiam pagato caro perchè il pubblico in Italia fa in fretta a schierarsi con Antonio Ricci più che con i Sottotono. Per cui l’abbiam pagata carissima. Però è stata la scelta giusta, soprattutto guardando cosa è Striscia la notizia oggi, cosa è Mediaset oggi, come ha fatto cambiare l’Italia. Anche prendere a calci Staffelli (Valerio, celebre inviato di Striscia per la consegna dei “tapiri”) anche se non fui io, ma fu il nostro manager, beh hanno incolpato noi. C’è sempre bisogno del capro espiatorio. E’ l’Italia. Anche se non è stato lui l’importante è dare addosso a qualcuno. Oggi è Striscia che fa giustizia, secondo loro, sui vari dottori, dentisti e soprattutto parlano di una macchina del fango che hanno creato loro. Perchè i Sottotono ne son stati vittime. Già dieci anni fa esisteva la macchina del fango. Se uno non ti va a genio, chiami in giro e lo distruggi. Non lo fai più lavorare. L’abbiam pagata dura, la stiam pagando ancora oggi, ma sono stra-contento di tutte le scelte fatte. Altrimenti non potrei guardarmi allo specchio.

Tormento

Deiv E dei Sottotono invece oggi che pensi?

Tormento L’unica cosa che mi è dispiaciuta è stata investire su altri rapper. Perchè ad oggi, a distanza di dieci anni, l’Area Cronica è stata un grande errore. Perchè tutti gli artisti in cui ho creduto, Fabri Fibra, Nesly Rice, fino ad arrivare a Tiziano Ferro, Alborosie, son passati dei nomi incredibili… io non ho mai avuto niente da queste persone. Da Bassi Maestro… questa è tutte gente che oggi ha uno studio, che organizza live. Io da queste persone non ho avuto né una richiesta di partecipare ai loro dischi, né una richiesta di partecipare ai loro concerti… nè un aiuto discografico da parte di Tiziano Ferro o di Fibra, che avrebbe dovuto solo ringraziare, con Nesli, di esser stato invitato su “In Teoria” che era un disco che noi presentavamo al festival di Sanremo, quindi importante. Ad oggi, l’unica cosa che mi dispiace, è aver creduto negli altri. Quello che so adesso è che l’importante è avere una famiglia, per questo adesso faccio le cose con mio fratello, perchè so che non mi tradirà mai. Che se avrò un problema lui ci sarà sempre. Tutti gli altri, appena gli è tornato comodo, mi hanno insultato. Perchè fa figo insultare Tormento.

Deiv Con Fish invece come stanno le cose? Siete in buoni rapporti?

Tormento Ma no, non siamo in buoni rapporti. Più che altro perchè, a parte un paio di interviste in cui lui ha dichiarato “ah, finalmente non faccio più l rnb ed il soul di Tormento, ma faccio il rap vero”, gli unici problemi che ho vengono da artisti che lavorano con lui, da Fibra a Vacca. In più abbiamo organizzato una festa dell’Area Cronica e lui ha fatto di tutto perchè non si facesse. Però non lo eravamo già. Quando già stavamo lavorando a “In Teoria” io ero molto su Jojo ed i primi artisti soul mentre lui già sentiva Lil Wayne, gli Hot Boyz e Juvenile. Quindi eravamo già su due piani musicali completamente differenti.

Deiv Tu, tra l’altro, avevi una proposta musicale differente da quasi tutti gli altri… eri un po’ l’unico a fare la roba della west coast.

Tormento Eh, avendo quel gusto west… ma sai è sempre stata la scelta di avere un gusto più melodico. Se penso a “Dimmi di sbagliato che c’è” mi piace vedere la cosa come un rapper che ci mette nel mezzo anche Marvin Gaye.

Deiv Mi piacerebbe parlare con te dell’industria discografica, dato che tu l’hai vissuta a vari livelli: c’eri quando l’hip hop andava di moda, c’eri quando non era più sulle pagine delle riviste, ci sei adesso che l’hip hop è nuovamente una moda. Cosa ne pensi di questi alti e bassi?

Tormento Che oggi è bello essere artigiani di questa cosa, proprio perchè hai già visto tutto. E ti rendi conto che gli alti e bassi non sono neanche voluti dalle etichette o dal sistema. Sono dettati dalle mode. Come ti dicevo prima, purtroppo il problema dell’Italia è veramente il suo vivere per le mode. E’ capace, da un anno all’altro, di buttare via della gente e prenderne di altra nuova, magari molto più scarsa. Sta tutto lì il trick. Quello che fanno le etichette grosse è solo vendere. Quindi scegliere quello che vende e poi lasciar da parte quello che non si vende più. E’ per questo che dico che oggi è bello esser artigiani. Più che altro se fai musica. Se ti ritieni un artista, dovresti cercare di essere libero tu in primis per cercare di esprimere quello che vuoi esprimere al di là della moda del momento. Quindi lavorare con grosse etichette o piccole etichette può essere dettato dalla moda. Ci sono periodi in cui le grosse etichette sono disponibili a farti lavorare ed altri no. Però adesso se nascesse la moda del funk e noi diventassimo di colpo delle superstar la multinazionale sarebbe comunque da evitare, perchè loro,così come le agenzie di booking, lavorano con te finchè vendi e quando non vendi più si buttano su un altro artista della loro grande scuderia. A me dispiace solo che, in tutto questo, il pubblico non si renda conto che, un artista che per te è stato importante, viene buttato via e te ne viene proposto un altro. Le etichette lo fanno perchè sono commerciali e devono vendere, però il pubblico, che si è innamorato di un artista, come fa cinque anni dopo a buttarlo via ed innamorarsi di un altro e cinque anni dopo buttare via anche lui? E’ un po’ quello che mi dispiace. Oggi la tristezza maggiore mi viene da quelli che si definiscono dei fan e che ancora oggi mi scrivono migliaia di mail. “Grazie perchè quando ero in ospedale la tua musica mi ha aiutato…” ma grazie di che? Te lo sei scaricato il mio disco! (risate!) Mi prendi per il culo?

Deiv Mi dicevi, che chi ti segue adesso bene o male è un pubblico nuovo. Come mai secondo te? Forse per una nuova direzione musicale da te intrapresa?

Tormento Ma non credo sia per quello. Parlavo l’altro giorno con un ragazzo e lui mi diceva che i Sottotono non vendevano perchè andavan di moda, ma perchè avevano belle canzoni. Però secondo me “A Fuoco, “Resta qui”, “Mi piaci”… soprattutto “Mi piaci” che è stata una mega hit ed è arrivata comunque dopo i Sottotono… come “La macchina del funk” non vendono niente, eppure la musica è la stessa perchè io sono lo stesso. Mi sembra di non riuscire neanche ad andare musicalmente così lontano da quello che ho sempre fatto coi Sottotono. Quasi me ne dispiace! Quindi secondo me non è che è cambiata la musica, è cambiato il paese. Perchè negli anni ’90 c’erano i Subosnica, c’erano gli Afterhours, c’eran dei personaggi che oggi non ci sono. Non è un caso. Quindi mi ascolta gente nuova perchè quelli di 30 anni, oggi, son più vecchi di quelli di 60. Quelli della mia generazione oggi vivono a casa, guardano Sky piuttosto che un dvd, hanno la Wii o la Playstation e non vanno a vedere i concerti. Invece se vai nel resto d’Europa, quelli di 30 anni li trovi nei locali. Qui quando uno ha 30, 35 anni si fa la famiglia e arrivederci. Io la famiglia me la faccio ma non mi chiudo in casa! Magari solo il primo mese (ride) ma in realtà già a febbraio ho 3 date ogni settimana.

Tormento

Deiv Quindi, perdona la brutalità della domanda, campi di live?

Tormento No. Campo di lavori in studio. Featuring, produzioni, aiuto ai gruppi… tutti hanno questa idea che oggi gli artisti campano di live. Non è così. Anche perchè i locali si sono sempre approfittati degli artisti. Se è vuoto non ti pagano, se è strapieno non ti danno una lira in più. Quindi comunque hanno sempre fatto pagare il loro rischio imprenditoriale all’artista. Io non posso essere l’artista e pagarti se quella sera è andata male. Coi locali sto facendo una guerra, per cui se mi vogliono a suonare mi devono pagare, e anche bene, e sennò sto a casa. E non è che a casa c’ho i soldi messi da parte, però sono nella posizione di poterlo fare. E’ una scelta. In tutti questi anni ne ho visti di locali aprire e chiudere… anche lì sono situazioni commerciali, non artistiche. Non si lavora per far star bene l’artista, o per proporre cose valide.

Deiv Con chi stai lavorando in questi giorni?

Tormento Beh il bello di questa era è che puoi lavorare con tutti. Con Ghemon ci sentiamo spesso, con Al Castellana ci siam sentiti pochi giorni fa, con Left Side stiamo tirando su qualcosa insieme, con Primo dei Cor Veleno ho partecipato al loro prossimo album e già stiamo facendo delle cose assieme… con Esa ci stiamo buttando su cose completamente strumentali, roba che in Italia non ha proprio mercato ma che nel mondo, dopo i lavori di J Dilla e Madlib, ha praticamente creato un nuovo genere di hip hop… e quindi sto facendo un sacco di cose. E’ il bello dell’era del web, che ti permette di seguire tre o quattro progetti da casa magari anche senza il contatto diretto con le altre persone.

Deiv Ce ne hai messo di tempo per lavorar con tuo fratello…

Tormento Assurdo eh? (ride) Però è giusto, è arrivato quando tutti e due avevamo fatto quello che volevamo fare prima. E questo dimostra che abbiam sempre fatto delle scelte artistiche. Io son sempre comparso sui suoi, lui è comparso sempre sui miei, però siamo arrivati a lavorare assieme nel momento in cui sentivamo, musicalmente, di aver trovato un punto di incontro.

Deiv Mi è piaciuto un sacco, ma veramente tanto, “Traffic” il pezzo sul disco di Nightskinny (Metropolis Stepson) dove canti tu. Tutto il tuo percorso raccontato in 3 minuti e 20. E la parte dove dici “la spocchia l’ho persa non serve a un cazzo, tanto trovi sempre lo stronzo che ti fa il mazzo…”

Tormento Bravo! Che è quello che ti dicevo prima no? Andare a Los Angeles e vedere determinate situazioni ti serve a capire che, o giri con la pistola nei pantaloni, 2mila dollari in una tasca e nell’altra la droga, oppure…c’hai poco da fare lì. E soprattutto la spocchia di voler arrivare, i miei sfizi me li sono tolti. E oggi il bello è ritrovarsi, come qualche tempo fa, in un pub a Magenta, di fronte ad 80 persone, tutte a bocca aperta a sentire i pezzi. Ho cantato di fronte a 100mila persone ed oggi canto di fronte ad 80 che però sono veramente coinvolte. E mi piace di più così. Perchè quando vai a suonare in piazza, e le riempi, suoni davanti alle famiglie! Quando i Sottotono riempivano le piazze, cercando di portare avanti un discorso culturale, è inutile che lo fai al bambino di 4 anni o al genitore di 60 che si ritrovano in piazza a seguire l’evento del momento. Quindi non è quello neanche il modo di fare hip hop. L’hip hop non è per i palazzetti. E’ per un club piccolo, strapieno, con la gente sudatissima. E tutti sono coinvolti in quello che si sta dicendo e facendo. Con l’Italia di oggi questo ha poco a che fare. Oggi i gruppi hip hop suonano nei club dance, quei pochi che stanno sopravvivendo, e non ha molto senso.

Deiv Pensi di essere un artista che ha raccolto meno di quello che ha seminato?

Tormento Sicuramente. Me lo dico tutti i giorni. Quello che non mi spiego è come è possibile aver dato tanto… e qui sicuramente sbaglio io infatti. Parto da questo presupposto. Che sono io che forse… perchè tutti gli artisti hanno fatto lo stesso percorso. I Lyricalz si sono comportati come Nesly Rice cinque anni dopo. Nel momento in cui tu li porti dal vivo e li paghi come professionisti, dopo due anni loro pretendono ancora di più. Quando non si rendono conto che tu li stai già trattando al di sopra di quello che valgono. E se tu poi la gente la tratti così, poi dopo cinque anni arriva ad insultarti dicendo “io ti ho chiesto i soldi in quel momento là e tu non me li hai dati.” E quindi è stato sicuramente un atteggiamento mio sbagliato. Quando ti danno gli schiaffoni per imparare le cose è vero. Dagli schiaffoni impari le cose. Facendo la fame impari le cose. Se ti danno tutto invece perdi un po’ quella che è la linea di una crescita, di una ricerca.

Deiv So che, qui a Firenze, stai facendo una serie di incontri con i ragazzi rom.

Tormento Si, è una bella cosa, a cui tengo molto. E’ un progetto portato avanti da Don Santoro (il prete delle Piagge che fu mandato via per aver celebrato un matrimonio fra due uomini, per poi essere reintegrato dalla curia perchè reclamato a gran voce dalla sua comunità) che teniamo ogni giovedì, alle 16,30 presso “L’Isola”.

Deiv Ok, grazie per l’intervista, bella davvero.

Tormento Grazie a voi.

Per maggiori informazioni potete andare su www.tormento.it dove potete trovare molte selezioni di funk e soul (in free download) fatte dallo stesso Tormento. Il prossimo disco dovrebbe uscire per Aprile, al momento ancora senza titolo.

L’appuntamento per vederlo dal vivo è per il prossimo giovedì 8 dicembre al Logic, all’interno della rassegna Local Heroes. A supportarlo ci sarà Dj Craim.

Ingresso riservato ai soci ACSI – 5 euro con consumazione

Stay tuned, stay Gold.