Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
PARE UN DUE SU UN TRE
MUSIC

Place 2 Be – Edizione 1




Illustrazione di SketchThisOut

Questa mattina appena sveglio ho twittato un pensiero che mi ha accompagnato per tutta la notte: “The Place 2 Be ieri era il posto in cui essere“.

Sarà che ho vissuto i primi incontri, le prime Jam e l’aria che si respirava era la stessa. Con la stessa forza e una passione forse maggiore. I commenti che sono stati fatti su questo evento nei giorni precedenti al fatidico incontro sono stati per lo più demoralizzanti e demoralizzati, mi ci metto per primo, devo ammetterlo. Invece essere lì voleva dire partecipare ad un dibattito culturale a cui in Italia può accadere raramente di partecipare.

Oggi la cultura è completamente abbandonata nel nostro paese, se così non fosse sarebbe naturale per noi della scena incontrarci una volta l’anno per discutere e presentare i progetti che ognuno di noi, in maniera totalmente indipendente, porta avanti ogni giorno. E’ servito soprattutto a questo l’incontro di ieri.

Assaporare il lavoro che tante realtà stanno facendo contando solo sulle proprie forze. Dai discorsi di Esa, di Next One, di Skizo, di Dj Jad, di Jared, Inoki, Max Ambassadò, Walter X (per citarne solo alcuni) veniva fuori chiaramente che ognuno di noi sta portando avanti un discorso culturale importantissimo. Un discorso che è talmente profondo da essere boicottato, o peggio, strumentalizzato appena è possibile nel nostro paese.

Ieri è stato chiarito un punto molto importante, l’Hip Hop esisteva prima che i media se ne interessassero e continuerà ad esistere al di là dell’interesse che i media vorranno mostrare.

Quando sono entrate in campo radio, giornali o etichette discografiche non hanno fatto altro che sfruttare gli artisti (e l’Hip Hop) fino a che non gli veniva comodo.

Dispiace vedere oggi che il pubblico non si sia accorto di come il sistema abbia trattato gli artisti che tanto apprezzavano e forse non se ne renderanno conto nemmeno quando gli artisti di oggi verranno messi da parte. Vi convinceranno un’altra volta che è passata una moda e a nessuno interessa più di questa gente.

Invece il movimento culturale che c’è alla base dell’Hip Hop non solo è vivo (e più produttivo che mai), ha anche dimostrato di sopravvivere a tutto quello che nel nostro paese viene trasformato in mode momentanee.

Molti sono stati gli sfoghi ieri per una mancanza di spazi nelle radio e sui giornali per le produzioni più interessanti ma questo è un muro di gomma che in Italia è in cemento armato.

Finché la cultura verrà messa da parte in favore del gossip anche l’Hip Hop vedrà più esposti video luccicanti e canzoni slogan, piuttosto che il grasso di un beat alla Dilla. E’ il pubblico che deve dimostrarsi maturo e supportare i progetti che ritiene validi.

Ognuno ha avanzato proposte concrete, si è parlato di regole generali da rispettare quando si vuole organizzare un evento Hip Hop, di un possibile portale che informi tutti su questioni realmente importanti legati al nostro movimento culturale, si è parlato di nuovi contratti e creative common.

A questo proposito è stato molto interessante il discorso del presidente di Note Legali, un’associazione che si occupa dei nostri diritti come artisti, nessuno ce ne parla mai e molto poco conosciamo della burocrazia che c’è intorno alla musica.

Abbiamo alla fine anche deciso che dobbiamo incontrarci più spesso e soprattutto organizzare ogni anno, in maniera indipendente, convention Hip Hop che realmente si occupino anche del lato culturale, oltre che musicale, di questa nostra passione.

Insomma, c’è molto da lavorare, soprattutto nel nostro paese, sempre più vecchio e retrogrado. E’ un discorso ampio e che va oltre un riscontro economico o di vendite, non so quanti siano pronti per questi discorsi. Noi lo siamo da sempre e la passione e la sincerità che ci spingono non fanno che crescere di anno in anno.

Tormento Yoshi