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VORREBBE VIVERE NEL '42 PERCHÉ TANTO È UN SITO E NON FAREBBE IL MILITARE
MUSIC

Day 3: Espresso please. Short coffee, italian style.



Siamo a fine, questa è l’ultima giornata, ma tante delle cartucce migliori devono ancora esser sparate. Certo, sarà difficile ripetere una giornata come quella di ieri, ma, tra Necro, Foreign Beggars e Reflection Eternal, anche oggi ci sarà da divertirsi.

Nel pomeriggio la figura migliore la fanno gli Snowgoons affiancati prima da Lord Lhus e poi da Sabac Red dei Non-Phixion: il suo live è bello arrogante come ci si potrebbe attendere, non mancano neanche le occasioni per scaldare la folla a modino con i pezzi da 90 del quintetto di New York, “The Cia is tryin to kill me” e ovviamente “Rock stars”.

Il francese Sat l’artificier francamente non mi fa impazzire mentre decisamente miglior figura fanno Fashawn ed Exile autori di un live dal sapore retrò.

Chi veramente ha spaccato tutto, ma proprio tutto, son stati i Foreign Beggars, inglesi meticciati alla Asian Dub Foundation che per energia ed attitudine mi ricordano molto i primi Prodigy. Hanno basi elettroniche ma uno spirito punk, e fanno ballare tutti, sia che si muovano su basi drum’n’bass, sia che si muovano su basi rock metal (hanno fatto un pezzo che campionava addirittura “Simphony of destruction” dei Megadeth, così tanto per darvi un’idea..).
Non nascondono i loro ascolti di gioventù (Rage against the machine, Sepultura e Pantera, tra gli altri) e trasformano il pubblico in un informe massa pogante. Devastanti.

E’ il turno di Necro, molto atteso, personaggio molto “off” rispetto allo standard del kemp, forse il più fuori contesto. Anche lui mosso da un’attitudine molto punk. Confesso che su disco non mi fa impazzire, ma sono curioso di vederlo dal vivo.

Purtroppo per intervistare i Foreign Beggars mi perdo metà del suo show (a breve quindi online anche l’intervista ai Foreign Beggars). Riesco comunque a sentirmi “get on your knees” e la finale “Fuckin headsplit.” Il pubblico apprezza, non c’è che dire, ma trovo che sia curioso vedere un mc che prima saluta il suo pubblico augurandone la morte (“Die!”) e poi lo ringrazia con una dichiarazione d’amore (“I love you”).
Ma Necro è questo: prendere o lasciare. Piccola postilla per i pischelli infottati: Necro, nel backstage, è mooolto diverso dal suo personaggio. Sorride, ci prova con tutte e non augura la morte a nessuno. Chiaro?

La chiusura di giornata, e di festival, è affidata al dinamico duo dei Reflection Eternal, intenti a promuovere il loro nuovo materiale. Ma ovviamente Talib Kweli non si è lasciato sfuggire l’occasione per cantare anche materiale suo. Su tutte segnalo “Move something”, potente e precisa, la sexy jam “Hot thing” (aahh..quel beat..) ed il singolone “Get By”.

Cala il sipario, fine del Kemp 2010.

Il prossimo anno il festival tocca quota dieci: ci saranno sorprese. Ci saremo? Most Definetly..

Ci starebbe bene una bella conclusione epica ma non viene in mente niente da scrivere che non sia ridondante per cui solo un saluto ed un abbraccio a tutti i miei compagni di ventura: Asso (grazie per le dritte indispensabili all’aeroporto) e Doppa (per farvi capire il suo livello di fotta, quest’uomo ormai si esprime in ceco, non è uno scherzo..), AND, Zenor e tutta la Pivo Posse, il trio delle meraviglie Francois+Lorenzino+Banana, Chiodo e la gente di Bolo, Abi e Onda Underground, Malos, gli SPNS (ne sentirete parlare presto! Local Heroes!!) e tutti gli Ember di Reggio, Trais, Drago e ovviamente l’indispensabile Paolone. E se mi son dimenticato qualcuno perdonatemi ma la birra era proprio buona e costava 34 corone.. Pivo!!